Welfare aziendale, una leva strategica per l’impresa e il personale

L’esperienza di Aviva, che ha strutturato programmi di servizi per i propri dipendenti dal 2016, con il supporto del provider Double You. Ilizia Mornati, Compensation & Benefit and Payroll Manager di Aviva: il welfare aziendale consente di ottimizzare il costo del lavoro e offrire un supporto economico ai propri collaboratori e alle loro famiglie nella vita di tutti i giorni.

Mornati

Aviva, con i suoi 33,4 milioni di clienti nel mondo, è un’azienda leader a livello internazionale nel settore delle assicurazioni, del risparmio e della previdenza. Da oltre 320 anni si prende cura delle persone, in linea con la mission di essere al fianco dei clienti oggi, per un domani migliore. Presente in Italia dal 1921, Aviva è una realtà che conta nel nostro Paese oltre 550 dipendenti, una capillare presenza sul territorio, con oltre 500 agenzie plurimandatarie, e numerosi accordi di partnership con importanti gruppi bancari. La società, negli anni, ha puntato sul welfare aziendale. Oggi è una delle realtà con programmi di welfare tra i più avanzati. Ce ne ha parlato Ilizia Mornati, Compensation & Benefit and Payroll Manager di Aviva.

Da quanto tempo e perché avete puntato sul welfare aziendale?

Aviva ha attivato un piano di flexible benefit per la prima volta nel 2016 appoggiandosi all’esperienza e alla professionalità di DoubleYou, provider di Welfare Aziendale del Gruppo Zucchetti. Abbiamo visto fin da subito il welfare aziendale come una grande opportunità da cogliere per i molteplici benefici che offre. Un piano welfare ben pianificato e strutturato porta vantaggi tangibili sia all’azienda, sia ai dipendenti. Sulla base anche della nostra esperienza posso dire che il welfare aziendale è un’ottima leva per ottimizzare il costo del lavoro offrendo allo stesso tempo un supporto economico ai propri collaboratori e alle loro famiglie nella vita di tutti i giorni.

Quali sono i vostri progetti futuri sul tema welfare aziendale?

Per i prossimi anni abbiamo intenzione di continuare a puntare sul welfare aziendale, ampliando il nostro raggio di azione. Oltre a erogare i flexible benefit, ad aver implementato lo smartworking per tutti i dipendenti di Aviva e aver introdotto servizi di work-life balance, il nostro obiettivo è quello di continuare a valorizzare le risorse umane offrendo ai nostri dipendenti e alle loro famiglie una rete via via sempre più vasta e integrata di servizi.

Che ritorni avete avuto dal personale? Che rapporto c’è stato con i sindacati?

I nostri sindacati si sono mostrati molto collaborativi e aperti al tema del welfare. Con loro entro i primi mesi di ogni anno sottoscriviamo un accordo sindacale che stabilisce gli obiettivi aziendali da raggiungere per l’erogazione del premio e prevede la possibilità per i dipendenti di convertire il PdR in servizi. Dopo la verifica dei risultati raggiunti, costruiamo insieme a DoubleYou una sezione ad hoc all’interno del nostro portale per far scegliere ai nostri collaboratori l’importo del premio da convertire in welfare. Fino ad oggi il 21% della popolazione aziendale ha scelto di convertire il proprio premio per un importo medio di circa 2.000 euro a persona. Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti e crediamo che il merito di questo successo sia da attribuire anche al lavoro fatto insieme a DoubleYou, che ci ha supportati nella realizzazione di un piano personalizzato secondo le nostre esigenze aziendali.

Quale è stato il valore aggiunto di affidarsi ad un provider di welfare aziendale come DoubleYou?

Ritengo che affidarsi a un provider sia la scelta migliore per le imprese che vogliono avviare progetti di welfare aziendale. Appoggiarsi a un fornitore esterno ha il vantaggio di offrire ai dipendenti un paniere di benefit molto ricco e ampio che difficilmente l’HR riuscirebbe a gestire in autonomia. In questo modo si garantisce ai dipendenti una maggiore spendibilità del piano e ciò contribuisce alla buona riuscita del progetto. Inoltre, tutte le attività operative collegate alla gestione dei benefit rimangono in capo al provider di servizi, consentendo all’HR di dedicarsi completamente ad altre iniziative. Un altro valore aggiunto è sicuramente l’esperienza maturata dal provider, che aiuta l’impresa a identificare la giusta strategia per introdurre e comunicare il progetto in azienda.

Avete applicato qualche politica incentivante per agevolare l’introduzione di queste soluzioni in azienda?

Sì, dal 2018 abbiamo deciso di introdurre una quota aggiuntiva, pari al 10% dell’importo convertito, ai dipendenti che optano per la soluzione welfare. L’iniziativa, presa in accordo con i sindacati, ha l’obiettivo di continuare a stimolare i dipendenti a convertire il proprio PdR in welfare. Anche quest’anno si è rivelata una strategia efficace per mantenere costante il tasso di conversione del 21%, nonostante le difficoltà fatte emergere dalla pandemia.

Quali altri benefit avete previsto per i vostri dipendenti? Perché?

Quest’anno abbiamo chiesto a DoubleYou di inserire sul nostro portale welfare una nuova sezione legata alla mobilità: i dipendenti acquistano l’abbonamento annuale al trasporto pubblico tramite Aviva. Il 70% del costo sostenuto per l’acquisto dell’abbonamento viene addebitato da Aviva nella busta paga del dipendente in 12 rate mensili, il restante 30% è sostenuto dall’impresa. Abbiamo pensato fosse un modo per incentivare i dipendenti a utilizzare i mezzi pubblici per lo spostamento casa-lavoro, fornendo allo stesso tempo un piccolo aiuto economico. Il servizio è stato naturalmente implementato prima dell’emergenza Covid-19 e ci auguriamo possa tornare presto utile ai nostri collaboratori. Oltre ai benefit di cui vi ho parlato fino ad ora, Aviva ha strutturato anche un piano welfare ad hoc per i dirigenti. Il contratto nazionale assicurativo prevede l’erogazione a favore dei dirigenti di una quota welfare di 800 euro per il 2020. L’azienda ha quindi esteso la piattaforma welfare anche a questa categoria di collaboratori, rendendo non accessibili alcune categorie di prodotti perché appartenenti a tasche fiscali già erose da altri benefit percepiti nel corso dell’anno.

Cosa si dovrebbe fare per incentivare ulteriormente la diffusione del welfare aziendale?

Sono convinta che sia molto importante continuare a fare informazione e formazione sul tema del welfare aziendale. Soltanto in questo modo è possibile diffondere tra gli HR e i dipendenti una vera e propria cultura del welfare, soprattutto attraverso la promozione delle buone pratiche messe in atto da aziende virtuose.

Consiglierebbe a un collega o a un imprenditore di puntare sul welfare?

Certamente, il welfare aziendale è uno strumento strategico non solo per i benefici economici che è in grado di generare ma anche perché è una leva per attrarre nuove risorse di talento, migliorare la reputazione e il clima aziendale, ridurre il turnover e l’assenteismo. Il welfare fa sentire ai dipendenti quanto l’azienda è attenta alle esigenze dei singoli.

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