Trasformazione digitale, al comando sempre più gli Hr
Una ricerca della community Talent Garden dimostra quanto per i lavoratori intervistati sia sempre più cruciale una figura nuova di Hr per le aziende del futuro
È il responsabile delle risorse umane, l’Hr, il motore della trasformazione digitale, la persona che deve capire come il lavoro cambia, come i ruoli si contaminano e quanto sia necessario sviluppare nuove skill. Questa la considerazione che emerge con forza dalla ricerca realizzata da Talent Garden, la community nata per sostenere i talenti della tecnologia e del digitale – Hr: un leader per la digital transformation – su oltre 500 manager in Italia. Obiettivo della ricerca quello di individuare la figura di Hr del futuro perché – se ad oggi è ancora il Ceo il riferimento per la digital transformation – il Cpo (Chief people officer) è la figura ritenuta cruciale dal 32% dei manager, soprattutto nell’opinione dei millennials, seguito dal Chief information officer (8%) e dal Chief data officer (7%).
Cosa deve cambiare
La mentalità, il mindset, è la prima cosa su cui lavorare, secondo il 59% degli intervistati. Solo dopo vengono la riprogettazione dei ruoli e dei processi (50%), l’introduzione di nuove skill (33%) e la gestione del cambiamento (33%). A parere degli intervistati, l’Hr dovrà ampliare i propri ambiti di intervento e di competenze, allargandosi al marketing e alla comunicazione (24%) ma anche all’analisi dei dati (21%). Va da sé che la digital transformation debba modificare anche il modo di fare recruiting da parte degli Hr – lo pensa il 69% dei manager raggiunti da Talent Garden – e il training (il 54%). Questo nuovo assetto e la comprensione del fatto che la digital transformation sia fondamentale porta con sé anche un cambiamento nelle aspettative dei lavoratori, che chiedono all’Hr di poter sviluppare e accrescere il loro livello di competenze (58%). E di essere diversamente motivati (44%), così come di sperimentare nuovi processi organizzativi (39%).
Cosa comporta la digital transformation
Tutto ciò accade nonostante il 40% degli intervistati riferisca di non avere ben chiaro cosa significhi questo cambiamento e spesso lo tema (42%). Tuttavia, il 73% ritiene che intelligenza artificiale e machine learning saranno la tendenza più dirompente dell’attività delle aziende; il 45% crede anche che nei prossimi tre anni nel proprio posto di lavoro si investirà molto in social media aziendali.
I team di lavoro dovranno coprire più competenze e sarà fondamentale, una volta trovate le figure di cui le aziende avevano necessità, farle restare: di certo il clima e la qualità dell’ambiente di lavoro sono ritenuti dal 50% delle persone aspetti importanti su cui investire.
Ciò che tanti avvertono (42%), infine, è che molte aziende stiano investendo in data analyst, ritenendole figure altamente necessarie (al 57%), più del social media manager, che perde il primato ottenendo il 36% delle preferenze