Tecnici e specialisti Extra Comunitari: si allarga a livello Worldwide il potenziale bacino di reclutamento
ECA Italia ha presentato a Officina Risorse Umane i risultati dell’indagine relativa alle sfide e complessità che le aziende italiane incontrano nella selezione e soprattutto nella gestione dell’assunzione in Italia di lavoratori specializzati Extra UE. Abbiamo raccolto i commenti di Andrea Benigni CEO di ECA Italia e una sua riflessione sul tema.
In occasione di ORU, l’evento dedicato alle Risorse umane che si è svolto a Napoli nei giorni 11 e 12 settembre, ECA Italia, società leader nella consulenza e servizi in area compensation, fiscale, previdenziale e giuslavoristica sulla mobilità internazionale delle risorse umane, ha avuto occasione di presentare per voce del CEO Andrea Benigni, alcuni dati interessanti e suggerire importanti riflessioni sul tema della mobilità internazionale dei lavoratori stranieri qualificati in Italia.
In particolare, si è avuto modo di riflettere sui numeri delle professionalità provenienti da paesi extra UE e delle difficoltà nelle fasi di selezione, reclutamento e assunzione per via delle complesse procedure burocratiche legate in particolare alle richieste di nulla osta al lavoro e permesso di soggiorno.
Un segnale importante arriverebbe dal Decreto Legislativo 152/2023 che, con effetto dal 17 novembre 2023, snellisce alcuni passaggi e introduce importanti innovazioni.
Il Decreto Legislativo in questione modifica, infatti, l’attuale procedura Blue Card (art. 27 quater Testo Unico Immigrazione) per l’assunzione in Italia di lavoratori extra UE altamente qualificati, assunzione che potrà operare in qualsiasi momento dell’anno ed in ogni caso di fuori delle quote anche per quei candidati che non abbiano conseguito una laurea triennale, purché risulti dimostrabile il possesso di una qualifica professionale equiparabile a un titolo di studio universitario.
Andrea Benigni, CEO di ECA Italia, specializzata nella gestione dei lavoratori espatriati, ha così commentato:
“Sono ormai diversi anni che i dipartimenti HR segnalano la ricorrente difficoltà a reclutare specialisti di settori quali automazione industriale, meccanica di precisione, oil & gas, ingegneria (….) come confermano i dati dell’Osservatorio ECA Italia: su un campione di 77 aziende italiane, per il 70% l’iter migratorio per le professionalità Extra UE ha un livello di complessità pari a 4 o 5 (su una scala da 1 a 5), evidenziando la lentezza e macchinosità dell’iter burocratico e documentale, oltre al limite normativo imposto dal possesso di un titolo di studio universitario.
Le aziende richiedevano da anni una lettura più morbida dell’articolo 27 quater Testo Unico Immigrazione: considerare qualificato solo e soltanto candidati laureati era diventata una barriera all’ingresso che in alcuni casi ha creato concreti gap di business continuity. Il nuovo scenario determina una potente discontinuità in tema di reclutamento transnazionale. Il percorso conserva peraltro un’ultima “curva pericolosa”.
Come verrà declinata la possibilità di verificare una “qualifica professionale” equiparabile a un titolo universitario?
Secondo Benigni: “Sarà il regolamento attuativo del DL 152/23 a dare questo specifico indirizzo: la community HR dovrebbe in questa fase far sentire la sua voce alle istituzioni, gli scenari organizzativi di più settori attraversano una crisi di people scarcity e questa nuova leva normativa rappresenta un’opportunità da tenere in cima all’agenda delle strategie di sviluppo organizzativo.”
Le aziende, quindi, come suggerisce ECA Italia, stanno ampliando le ricerche di talenti a livello globale, proprio per poter costruire una forza lavoro più varia, nell’ottica di una crescita aziendale.
Inoltre, in Italia spesso emergono necessità che il contesto locale non riesce a soddisfare e con cui il mercato del lavoro, in termini di offerta, fa fatica. Questa condizione ha spinto spesso le aziende a ricercare professionalità altamente specializzate ed esperte all’estero.
Il Decreto 152/2023 rappresenta un passo avanti significativo nella promozione della mobilità internazionale, riconoscendo l’importanza di connessioni globali e scambi culturali.
Questo nuovo quadro normativo non solo semplifica le procedure burocratiche, ma promuove anche la cooperazione tra nazioni, aprendo nuove opportunità per gli individui e le imprese.
L’auspicio è che questa iniziativa contribuirà a un mondo più aperto e interconnesso, dove la diversità e la collaborazione sono valori chiave per il progresso sociale ed economico. Era ed è importante snellire alcuni processi decisamente bloccanti, al fine di facilitare non solo il dialogo ma la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti.