Sostenibilità aziendale, come muovere i primi passi a livello organizzativo

Sempre più aziende sono consapevoli del valore e delle implicazioni che un’innovazione per la sostenibilità può avere in termini strategici e di posizionamento. Non tutte le organizzazioni, però, sono strutturate per mettere in campo tali cambiamenti in maniera rapida e efficiente. Un approfondimento McKinsey illustra come chi ha in mano le redini organizzative di un’impresa può muovere i primi passi nella giusta direzione.

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Competenze ma anche sostenibilità. Che la pandemia da Covid 19 abbia profondamente modificato il modo di lavorare è ormai una certezza. McKinsey, società multinazionale di consulenza manageriale, nella sua survey sul 2021, ha messo a fuoco le principali questioni emerse a causa del Covid e dell’incertezza derivata da una situazione sanitaria che ha colto tutti all’improvviso. Se è vero che l’elemento che emerge con più forza è quello legato alla trasformazione delle competenze, è altrettanto vero che anche il concetto di sostenibilità deve sempre di più diventare strategico.

È crescente il numero di aziende consapevoli del valore e delle implicazioni che un’innovazione per la sostenibilità può avere in termini strategici e di posizionamento. Non tutte le organizzazioni, però, sono strutturate per mettere in atto tali cambiamenti in maniera rapida e efficiente.

Ciò che emerge dal rapporto è che «le aziende che creano valore hanno maggiori probabilità di altre di fare della sostenibilità un elemento della loro cultura aziendale e di formare i dipendenti su come integrare la sostenibilità nel loro lavoro». Questa attenzione, oltretutto, è molto attesa dai lavoratori e, da quanto riferiscono gli intervistati, crea a sua volta valore, sempre a patto che si “tratti” la sostenibilità come un’opportunità di business.

Ciò che accade, tuttavia, è che storicamente poche aziende hanno strutture organizzative progettate per trattare la sostenibilità come una questione di business. Ma chi lo fa, invece, si occupa sia di concentrarsi sulla «creazione di nuove attività a basse emissioni di carbonio», sulla «commercializzazione di prodotti ecologici» o sulla «gestione della conformità ambientale», oltre ad agire sulla mentalità di dipendenti e leader. Tutto, infatti, parte dai vertici aziendali: è necessario inglobare la sostenibilità nelle strategie aziendali e investire risorse; il punto è che si deve agire sul fronte della sostenibilità come si farebbe per qualsiasi cambiamento organizzativo su larga scala.

Sulla base delle testimonianze raccolte, è evidente che sia dapprima necessario fare valutazioni che portino all’individuazione delle priorità. Poi, sul piano organizzativo, sembra funzionare in maniera più agile un’organizzazione modulare rispetto a una centrale. In alcuni dei casi analizzati è stato il dipartimento di ricerca e sviluppo a concentrarsi sui temi legati alla sostenibilità. Si legge nel rapporto che talvolta «è stata creata un’unità aziendale separata per commercializzare offerte a basse emissioni di carbonio ai clienti. E, nel frattempo, i siti di produzione hanno stabilito i propri obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio, integrando le loro iniziative di decarbonizzazione».

Di certo, comunque, «non esiste un’unica risposta “giusta” per la progettazione di un’organizzazione di sostenibilità al di là del principio generale che la struttura dovrebbe essere ben integrata e compatibile con il resto della configurazione dell’azienda».

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