«Sostenibilità a ST è una storia lunga 26 anni». Dialogo con Gualtiero Mago

Sostenibilità è sinonimo di vantaggio competitivo aziendale a lungo termine, con impatti positivi su gestione del rischio, reputazione, accesso al capitale, attrazione e retention dei talenti. Lo sa bene Stmicroelectronics, in cui la sostenibilità è perno della cultura aziendale da ormai 26 anni. Lo racconta Gualtiero Mago, Group Vice President Italy Human Resources, che è stato sarà tra i protagonisti dell’ultima edizione di Officina Risorse Umane.

gualtiero mago

«Creiamo tecnologia per un mondo sostenibile in modo sostenibile». È ciò che accade in  STMicroelectronics  da ormai 26 anni, come spiega Gualtiero Mago, Group Vice President Italy Human Resources di STMicroelectronics, perché da allora la sostenibilità è perno della cultura aziendale di questa società che conta 50mila dipendenti di cui quasi 12mila in Italia distribuiti in undici siti, con globalmente 8.400 persone nella Ricerca & Sviluppo e 18500 brevetti registrati; e ancora sedici miliardi di fatturato previsti per l’anno in corso che puntano a salire a oltre 20 fra il 2025 e il 2027 e un manufacturing strategicamente in larga parte non esternalizzato, con presenza prevalente di stabilimenti di front end  in Italia e Francia. Sostenibilità che si esplica attraverso tre direttrici.

Dottor Mago, quali?

«Innanzitutto creiamo tecnologia sostenibile che aiuta i nostri clienti a migliorare la vita delle persone. Abbiamo poi l’obiettivo di contribuire a creare un ambiente sempre più sicuro, salutare ed inclusivo, per le persone e le comunità: mettiamo la persona al centro, dedichiamo formazione specifica e siamo impegnati a minimizzare il nostro footprint;  lavoriamo su progetti e iniziative propedeutici a contribuire ai 17 obiettivi ONU SDGs. Infine, ci adoperiamo per creare un valore di lungo periodo per tutti gli stakeholder, operando sempre con i più alti standard etici».

E come ci riuscite?

«La sostenibilità appartiene alla nostra cultura aziendale sin dal 1987, quando abbiamo pubblicato il primo Codice Etico e di Condotta, seguito dalla prima Policy ambientale del 1993, dal report ambientale,  dalla firma dei 10 principi UNGC nel 2000, la creazione della ST Foundation nel 2001, e, tra gli altri, la partecipazione al programma di riforestazione e al “conflict minerals program”.

Abbiamo conseguito gli obiettivi di CO2 previsti per il 2025 già nel 2019. Ciò ha determinato, nel 2020, l’assunzione dell’impegno alla Carbon Neutrality da raggiungere entro il 2027.

Parlando delle Persone, della loro centralità, siamo orgogliosi di essere stati certificati quali Italy Top Employer 2022 dal Top Employers Institute, e di essere stati riconosciuti come Italy Best employers for Women dall’Istituto tedesco di qualità; siamo rientrati nelle prime dieci aziende per cui lavorare nella ricerca 2022 di Ramstad. L’83% dei nostri dipendenti raccomanda ST come “a great place to work”; abbiamo molteplici partnership con istituzioni universitarie, ed eroghiamo 42 ore medie di formazione, a livello globale, a ciascun dipendente. Sono solo alcuni degli esempi che evidenziano quale sia l’attenzione di ST per il tema».

Da dove proviene questa attenzione ai temi della sostenibilità?

«Come accennavo, affonda le radici nel passato, a 26 anni fa. Nel corso degli anni, da allora, ci siamo impegnati ad essere valutati da organismi esterni e siamo parte dei principali indici di sostenibilità.

Siamo membri dei Down Jones Sustainability Index, Bloomberg Gender-Equality Index, Euronext, FTSE4Good; partecipiamo al CDP’s annual climate change questionnaire sin dal 2006. Siamo anche membri della RBA, la Responsible Business Alliance, organizzazione che definisce i più alti standard cui riferirsi relativi alle condizioni di lavoro e a una produzione ambientalmente responsabile».

Erano anni in cui si parlava timidamente di ecologia…

«Certamente. Ma erano al contempo gli anni in cui iniziava la contaminazione di culture ed esperienze. Si parlava di internazionalizzazione. ST è nata così, dalla fusione di due aziende – la SGS italiana e la Thomson francese. E fin dall’inizio il management ha voluto creare un’unica azienda che avesse alla base fortissimi valori di attenzione all’ambiente, oltre che alle persone, ai clienti, fornitori e comunità. Da lì si è iniziato a parlare di sostenibilità in un contesto generale in cui il tema risultava ancora di nicchia. Altrettanto innovativa è stata la costituzione della ST Foundation nel 2001: la responsabilità sociale oggi è un tema sentito e di comune dominio nelle aziende, ma allora no.

Così come non era così diffusa la sensibilità a programmi di riforestamento, a cui abbiamo aderito nel 2002. Nel 2007 ST ha inoltre aderito ad un altro programma, quello cosiddetto “conflict mineral”, che prevede di non utilizzare, come materie prime, minerali che possano in qualche maniera non essere sicuri quanto a tracciabilità di origine. Negli anni successivi sono arrivate le varie altre adesioni e certificazioni di cui si parlava in precedenza».

Avete appena pubblicato un report sulla sostenibilità?

«Il venticinquesimo».

Cosa significa sostenibilità tecnologica?

«Significa ricercare, progettare e produrre oggetti che migliorano la vita delle persone, oggetti che gestiamo nell’intero ciclo di vita, fin dall’approvvigionamento dei minerali utilizzati».

E sostenibilità per le persone?

«Per noi significa mettere le persone al centro dei nostri processi, applicare i più alti standard internazionali inerenti ai Labour e Human Rights e richiederne l’applicazione anche ai nostri fornitori. Siamo convinti sostenitori dell’inclusione; favoriamo la diversità, e al contempo manteniamo standard di welfare che vadano incontro alle esigenze delle persone».

 

In questo modo l’ingaggio resta forte?

«Certamente. Si tratta di una cultura che fidelizza, con effetti dimostrabili dal nostro basso turn over. E quest’anno abbiamo già assunto più di 700 persone a tempo indeterminato. Il tema della sostenibilità è oggi ancora più importante, soprattutto per le nuove generazioni. E questo è un chiaro vantaggio per ST in termini di attrazione di nuovi talenti».

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