Questione di intelligenza (emotiva)

Cosa succede quando un’azienda logistica globale con oltre 81 mila collaboratori come Kuehne+Nagel incontra un’organizzazione come Six Seconds, che ha fatto della scienza dell’intelligenza emotiva il proprio cuore pulsante? Ce lo raccontano Lorenzo Fariselli, direttore Europa di Six Seconds, e Marilena Dalla Patti, National Human Resources Manager di Kuehne+Nagel in questa intervista doppia

intelligenza emotiva

Una case history di successo, che ha visto incontrare le necessità di un’organizzazione logistica e l’expertise di una realtà di formazione. Kuehne+Nagel, infatti, offre soluzioni altamente specializzate per i maggiori settori industriali, tra le quali trasporto marittimo, aereo, terrestre e soluzioni di logistica di magazzino e, con circa 1.300 uffici e oltre 81 mila professionisti di logistica, vanta una presenza capillare in tutto il mondo – in Italia, l’azienda ha una presenza significativa con 40 sedi strategicamente posizionate e circa 3 mila dipendenti.

Six Seconds, invece, ha fatto della scienza dell’intelligenza emotiva il proprio fulcro e ha l’obiettivo di aiutare persone e aziende – tramite strumenti scientificamente validati e un approccio pratico che permette di allenare le competenze emotive – a sviluppare relazioni più efficaci, leadership autentica e ambienti di lavoro in cui le emozioni non siano un ostacolo, ma un motore di crescita. 

Scopriamo di più insieme a Lorenzo Fariselli, direttore Europa di Six Seconds, e Marilena Dalla Patti, National Human Resources Manager di Kuehne+Nagel.

Dottoressa Dalla Patti, quali obiettivi avevate la necessità di raggiungere e da quali presupposti partivate? 

“L’intenzione del board di Kuehne+Nagel Italia di intraprendere un percorso sull’intelligenza emotiva si inserisce nella Roadmap 2026, la strategia corporate volta ad arricchire e rafforzare l’esperienza di clienti e dipendenti. Questo percorso mira a sviluppare competenze come l’ascolto attivo, la gestione dei conflitti, la fiducia e la collaborazione, con l’obiettivo di creare un ambiente che risponda efficacemente ai bisogni dei clienti e delle nostre persone. L’intelligenza emotiva è una competenza chiave che può aiutare a navigare le complessità del mercato moderno, migliorando l’esperienza di clienti e collaboratori. Comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle altrui consente di mettere a terra soluzioni efficaci e a creare un ambiente di lavoro intenzionale, strategico, inclusivo, motivante”.  

Dottor Fariselli, da quali elementi siete partiti per creare il percorso che avete poi proposto a K+N?

“Come sempre accade per le cose che alla fine funzionano, tutto è iniziato dall’ascolto. In un dialogo aperto con Kuehne-Nagel, è emersa una sfida chiara: il board voleva sviluppare competenze di People Management per guidare i rispettivi team con maggiore coinvolgimento e consapevolezza emotiva. Questa sfida è sia di business sia valorialmente importante. Puntare sulla costruzione di un ambiente più empatico, che miri al benessere dei dipendenti è chiaramente qualcosa di nobile, ma il discorso non si esaurisce qui. 

Il disengagement infatti si traduce in un costo annuo di circa 8 trilioni di euro in perdita di produttività a livello mondiale. Numeri enormi che rendono chiaro quanto sia importante investire sull’engagement dei lavoratori in particolar modo puntando sulle competenze di leadership di chi li gestisce.

Per valorizzare allora la voce delle persone e capire da dove partire, abbiamo somministrato un assessment chiamato Organizational Vital Signs, un potente strumento di analisi che misura l’engagement organizzativo e le dinamiche di leadership. I risultati hanno rivelato l’importanza di concentrarsi su ascolto, senso di responsabilità, connessione e adattabilità – competenze fondamentali in un mondo del lavoro in continua evoluzione. Da qui, abbiamo disegnato un percorso su misura: un viaggio di 12 mesi per allenare l’intelligenza emotiva, rafforzare la leadership e costruire team più motivati e performanti”.

Come si è svolta la collaborazione con Six Seconds?

MDP: “Il percorso, della durata di 18 mesi, ha incluso incontri di formazione, attività di team building, sessioni di coaching individuale e di team coaching per ciascun national manager e i loro diretti riporti. L’obiettivo era amalgamare i team e consentire un’immediata applicazione pratica di quanto appreso e sperimentato durante il percorso”. 

Che tipo di attività ha messo a punto Six Seconds per K+H? 

LF: “Abbiamo strutturato il percorso sulla Change Map di Six Seconds: un procession composto da tre fasi che supporta la gestione del cambiamento attraverso una reale inclusione delle emozioni degli attori in gioco. Del resto il cambiamento è una dinamica prettamente emozionale. Purtroppo però è trattata come se non lo fosse, generando così una sovrastima dell’efficacia di una pianificazione orientata a efficienza e razionalità. Attività perfette sulla carta che puntualmente però si incagliano, vittime della naturale resistenza (emozionale) delle persone al cambiamento stesso. Eccolo qui allora il viaggio fatto con il board di K+N in sintesi.

Motivare: una fase iniziale di ingaggio emotivo con il board, con il lancio del progetto. L’analisi dei Vital Sign ha evidenziato punti di forza e di miglioramento del board e di loro collaboratori e collaboratrici su dimensioni quali: motivazione, teamwork, cambiamento, execution e fiducia. L’interpretazione dei dati ha fatto focalizzare il team nell’identificazione del loro obiettivo strategico per orientare il people management.

Attivare: il cuore del percorso, dedicato all’allenamento delle competenze di intelligenza emotiva applicate alla leadership. Con sessioni di training e coaching individuale, i partecipanti hanno lavorato con strumenti avanzati come il SEI Leadership Report e il Brain Talent Profile, per riconoscere i propri talenti e massimizzare l’efficacia personale e professionale. Un’esperienza di team building unica nel suo genere (Manimal), basata sull’interazione tra persona e cavallo, ha fatto scendere ancora più in profondità il team, aumentando consapevolezza, fiducia e capacità di ascolto. È stata un’esperienza di grande impatto e un banco di prova importante in quanto il cavallo vive di emozioni e la leadership che puoi esercitare non può essere che emozionale. Il cavallo non finge e se non sei in connessione con lui, non ti segue. 

Riflettere: infine, una fase di messa in pratica. I leader hanno applicato ciò che avevano imparato nei propri team, grazie a un progetto di cascading che ha permesso di diffondere nuovi approcci di gestione e relazione. Questa fase molto pratica è stata inserita affinché il people management emotivamente intelligente potesse essere messo in pratica dai leader K+N, con il supporto di team coach Six Seconds. Il tutto si è concluso con un follow-up per misurare i progressi e consolidare i risultati”.

Entriamo nel dettaglio dei momenti di team building, che obiettivi avevano?

LF: “Il team building Manimal, questo è il nome del format proposto al board, è stato per tuttə una sorpresa ad alto impatto emozionale. I partecipanti si sono ritrovati in un contesto del tutto diverso dal solito ufficio, a contatto con i cavalli. Questo approccio esperienziale ha avuto un impatto profondo: lavorare con un animale così sensibile richiede silenzio interiore, ascolto autentico e intenzionalità. Gli obiettivi si possono riassumere nei seguenti tre:

  • imparare a creare connessioni vere, superando schemi e pregiudizi
  • sperimentare una comunicazione non verbale più efficace
  • guidare con fiducia e costruire relazioni basate sull’empatia

È stato un momento di scoperta e di riflessione: il cavallo non mente, e per conquistare la sua fiducia bisogna imparare a essere presenti e autentici. Un’esperienza che ha toccato le corde più profonde di cosa significhi essere un/a “leader emotivamente intelligente”, capace di creare fiducia e reale coinvolgimento”

Quale è stata la risposta dei dipendenti coinvolti?

LF: “Come sempre accade nei percorsi di profondità si sono scatenate emozioni miste. Un arcobaleno di sfumature emozionale che hanno accompagnato un processo costante di crescita personale e professionale. Tirando le somme del percorso, e raccogliendo i feedback di facilitatori e coach coinvolti nel progetto, posso dire che la risposta dei partecipanti è stata estremamente positiva. 

Il board, fin dal primo momento, ha apprezzato l’approccio concreto e innovativo del percorso. Tutti i partecipanti hanno dichiarato di sentirsi più forti, con strumenti pratici e competenze rinnovate per gestire i team. Questo è un feedback importantissimo perché, reskilling e upskilling sono tra i bisogni più importanti delle persone che abitano le organizzazioni oggi. E se queste nuove competenze, come in questo caso, generano equilibrio e benessere per sé stessə e gli/le altrə, allora la cosa si fa ancora più interessante.

Un altro grande risultato è stato evidenziato dai team dei membri del board: l’80% dei collaboratori e collaboratrici ha notato un cambiamento tangibile nello stile di leadership, descrivendo i loro leader come più attenti, più consapevoli e, soprattutto, più capaci di guidare con intelligenza emotiva. La motivazione e l’engagement sono cresciuti, portando un impatto positivo sia sul clima che sulla produttività”.

A quale risultato siete arrivati in K+N?

MDP: “Il percorso ha enfatizzato la qualità del dialogo e della vicinanza tra il board e i team a riporto. Il contatto e l’ascolto sono diventati pratiche centrali e questo ha creato un ambiente di lavoro più inclusivo e collaborativo. I riporti diretti hanno percepito un forte senso di prossimità e una maggiore attenzione ai loro bisogni e punti di vista, il che ha portato a un clima più positivo e costruttivo. 
Il percorso di sviluppo dell’intelligenza emotiva ha dimostrato di essere non solo una leva per la crescita individuale, ma anche un potente strumento per migliorare la leadership e il benessere organizzativo”.  

Avete già in mente un prossimo step?

MDP: “Il nostro obiettivo non è mai stato quello di offrire un programma di formazione, ma di rendere l’intelligenza emotiva parte integrante della nostra cultura organizzativa, guidando le relazioni interne, la collaborazione e il modo in cui affrontiamo le sfide. Siamo consapevoli di essere solo all’inizio. Per raggiungere questo traguardo, stiamo lavorando con un approccio a cascata, progettando interventi sartoriali che rispondano alle esigenze specifiche di ogni team. Questo ci permette di massimizzare l’efficacia delle iniziative e di tradurre i principi dell’intelligenza emotiva in comportamenti concreti e misurabili, costruendo un ambiente di lavoro più inclusivo, empatico e orientato al benessere delle persone”. 

Quali sono stati i risultati raggiunti secondo voi?

LF: “I risultati sono chiari e figli di un lavoro in reale partnership con figure chiave interne all’organizzazione e una grande disponibilità dei partecipanti a mettersi in gioco.

Leadership rafforzata: il board ha sviluppato una nuova consapevolezza di sé e delle proprie capacità di people management.
Miglioramento del clima e della motivazione: i team hanno percepito una leadership più empatica ed efficace, con un impatto concreto sulla motivazione e sull’engagement.
Crescita tangibile dell’efficacia operativa: due terzi dei collaboratori ha riportato anche dei miglioramenti significativi nelle dinamiche di team e nei risultati raggiunti. Questo dato è impressionante perché stiamo dicendo che una formazione principalmente rivolta ai soli membri del board, ha avuto impatti anche sull’operatività dei team. La catena “Leadership di IE > People Management > Dinamiche di team > Risultati”, si è manifestata in maniera consistente.

Oltre ai numeri, però, c’è stato qualcosa di ancora più importante: un cambiamento nel modo di stare insieme e lavorare. Il percorso ha piantato un seme di cultura nuova, dove l’intelligenza emotiva non è solo una competenza, ma un modo di essere leader e costruire relazioni autentiche, di vivere e abitare gli spazi. Questa esperienza con Kuehne-Nagel dimostra che investire nell’intelligenza emotiva non solo migliora i risultati aziendali, ma permette alle persone di crescere, sentirsi più coinvolte e realizzate. Per questo voglio ringraziare la professionalità del team Six Seconds coinvolto nel processo e Marilena Dalla Patti per aver creduto nel progetto ed averlo co-costruito affinché potesse essere un passo decisivo verso un’ulteriore evoluzione della cultura organizzativa K+N”.

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