Settori e competenze: i lavori che avremo in Italia nel 2030
Uno studio condotto da EY, Pearson e Manpower con un metodo innovativo prevede lo scenario dei prossimi dieci anni: assisteremo a nuove professioni che nasceranno dalla fusione o scissione di altri mestieri. In generale la crescita dell’occupazione si concentrerà sulle qualifiche alte.
EY, Pearson e Manpower hanno condotto uno studio simulando un modello predittivo della domanda di professioni e competenze in Italia nei prossimi dieci anni. La metodologia innovativa utilizzata si basa su tre criteri: l’individuazione dei principali driver di cambiamento del mercato del lavoro; l’acquisizione continuativa e strutturata di dati, sotto forma di analisi di esperti e attori del mercato del lavoro e triangolazione con dati reali; la definizione, implementazione e applicazione del modello predittivo, con la costruzione di un algoritmo di machine learning che consenta di formulare proiezioni di lungo periodo.
L’analisi è partita dalla constatazione che, alla fine del 2019, il mercato del lavoro in Italia stava registrando una lenta ripresa dopo la crisi finanziaria del 2009. Come in tutte le fasi di salto tecnologico, le imprese vivevano un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro: circa un terzo lamentava difficoltà di reclutamento e circa un quarto dei profili professionali era di difficile reperimento. Rispetto a questa situazione, la pandemia ha imposto un cambio di prospettiva, spostando il focus dal mismatch tra domanda e offerta alla disemployability, ossia l’esclusione strutturale dal mercato del lavoro, che nel nostro Paese rischia di concentrarsi soprattutto sui giovani, le donne e le categorie più deboli, a causa degli impatti settoriali della crisi e di un mercato del lavoro che crea più impieghi a bassa qualifica che occupazioni di alto profilo.
Il modello previsionale spiega che il 36% della forza lavoro attuale crescerà nei prossimi dieci anni, ma solo la metà delle professioni in crescita sarà collega a vario titolo alla tecnologia. Aumenteranno inoltre i mestieri legati alla cultura, alla comunicazione, ai servizi di cura e alla formazione. La crescita dell’occupazione si concentrerà sulle qualifiche più alte. Lo studio individua inoltre i gruppi di competenze e le caratteristiche personali più frequentemente associati alla crescita e alla trasformazione delle professioni: quelle fondamentali sono la capacità di adattamento, di anticipazione e comprensione degli altri, strettamente collegate alle occupazioni in crescita.
Viene inoltre previsto come cambieranno le professioni nei prossimi 10 anni: più del 50% evolverà in modo non lineare. Vedremo in molti casi la fusione di due o più competenze esistenti, con la sparizione dei lavori di origine, oppure la creazione di nuove professioni per scissioni di competenze, senza implicare necessariamente la distruzione del mestiere di origine. Altre professioni muteranno invece per ibridazione, ossia copiando sottoinsiemi di competenze da set di altre professioni: ad esempio gli addetti all’assistenza personale dovranno imparare a usare device connessi per la telemedicina e allo stesso tempo acquisire competenze di psicologia e orientamento al servizio.
«Il Covid ha accelerato dinamiche già in corso, accentuando processi di digitalizzazione e iperconnessione che richiederanno profili di competenze compositi» scrivono gli analisti. La complessità dello scenario che il modello descrive e la sua evoluzione costante rendono necessario proseguire e sviluppare queste analisi: a questo fine EY, Pearson e Manpower intendono istituire un osservatorio permanente che opererà focus specifici.