Serious Games: la scelta coraggiosa nel mondo digitale

I serious games sono una leva strategica per migliorare l’engagement, la produttività e la creatività in azienda. E se una mancata visione sul potenziale del digitale e una certa resistenza al cambiamento possono frenare l’adozione di metodi formativi innovativi, i vantaggi sono evidenti in termini di apprendimento e competitività

Arianna fareri

Si chiamano serious games, che letteralmente significa “giochi seri”, ma l’ossimoro è solo apparente. I serious games sono giochi progettati per scopi educativi, potenti strumenti di apprendimento e innovazione sempre più utilizzati nel contesto attuale dominato dalle tecnologie digitali che stanno trasformando radicalmente il modo in cui imprese e professionisti affrontano la formazione e lo sviluppo. 

Ma se i vantaggi dei serious games iniziano a venire apprezzati da dipendenti e aziende – tanto che big come Siemens e Deloitte li hanno già adottati da tempo con successo – per alcune realtà resta una certa residenza a intraprendere un percorso formativo digitale di questo tipo, preferendo soluzioni tradizionali, a volte per timore del cambiamento, a volte per la mancanza di competenze adeguate. 

In occasione del Salone della Formazione 2024, abbiamo parlato di tutto questo con Arianna Fareri, co-founder di Evolution Skill, spin off digitale di una prestigiosa società di consulenza attiva sui servizi HR, L&P Srl.

Evolution Skill – che era presente all’evento dove ha tenuto il workshop “Serious Game: un modo nuovo di mettersi in gioco in azienda – è una realtà sperimentata che offre servizi di Digital Learning attraverso una propria piattaforma digitale che con algoritmi avanzati e integrazioni di AI ha consentito di attivare progetti su oltre 20 mila utenti, adattando le attività al profilo del singolo utente ed è distributore unico per l’Italia di Gamelearn, leader mondiale nella produzione di Serious games con un catalogo di oltre 60 titoli e una piattaforma Editor per costruire prodotti su misura.

Ecco cosa abbiamo chiesto ad Arianna Fareri. 

Cosa sono i Serious Game e perché stanno guadagnando popolarità nel mondo delle imprese? 

“I serious games sono giochi progettati per raggiungere obiettivi educativi, formativi o professionali con una componente di intrattenimento. La loro crescente popolarità nel contesto aziendale è dovuta al fatto che uniscono coinvolgimento emotivo e apprendimento pratico. 

Attraverso simulazioni interattive e scenari realistici, permettono ai dipendenti di acquisire competenze in maniera immersiva, migliorando la capacità di risolvere problemi, collaborare e prendere decisioni in contesti complessi. In poche parole, offrono un approccio formativo innovativo che va oltre i metodi tradizionali, con molteplici utilizzi. Si possono per esempio utilizzare attraverso piattaforme on demand, ma anche in aula, potendo scegliere tra un inventario standard o una proposta personalizzata. 

Quali sono i vantaggi concreti per le imprese che decidono di adottare i serious games come strumento formativo?

“I vantaggi sono molteplici. In primo luogo, i serious games migliorano il coinvolgimento. Rispetto a un classico corso di formazione, i dipendenti sono più motivati a partecipare e ad apprendere quando si sentono immersi in un’esperienza ludica. In secondo luogo, i giochi favoriscono un apprendimento attivo, il che significa che chi gioca apprende facendo, commettendo errori e ricevendo un feedback immediato, cosa che rinforza la memoria e le competenze. 

Inoltre, i giochi permettono di simulare scenari complessi o rischiosi in un ambiente sicuro. Ad esempio, un’azienda può creare una simulazione di crisi finanziaria o di emergenza, i cui i dipendenti devono prendere decisioni critiche senza il rischio reale di danneggiare l’azienda. 

I serious games permettono anche di personalizzare i percorsi formativi in base al ruolo e alle necessità di ogni dipendente, offrendo un’esperienza di apprendimento su misura e, ultimo ma non ultimo, aumentano e migliorano la performance aziendale”. 

Quali sono invece le barriere più comuni che ancora alcune aziende pongono nei confronti di questi strumenti formativi?

“Le barriere più comuni sono di natura culturale, tecnologica e finanziaria. A livello culturale, per esempio, c’è spesso una resistenza al cambiamento. Molti dirigenti e responsabili HR preferiscono affidarsi a metodi tradizionali di formazione per il semplice motivo che sono più familiari e in un questo senso meno rischiosi. A volte a mancare è quindi la visione rispetto al potenziale trasformativo del digitale. 

Alcune aziende temono inoltre di non avere le competenze interne necessarie per implementare questi strumenti o di dovere affrontare costi di sviluppo e integrazione elevati, anche se non è così, perché negli ultimi anni sono diventati decisamente più accessibili grazie alle piattaforme digitali e ai software standardizzati, sempre con un occhio di riguardo a un ottimo rapporto qualità-prezzo”. 

È per questo che parlando di trasformazione digitale serve coraggio?

“Esatto, il coraggio è spesso legato alla capacità di abbracciare l’incertezza e l’ignoto e il mondo digitale è per molti un territorio ancora complesso. Le persone, così come le aziende, tendono ad attaccarsi a ciò che è conosciuto e sicuro soprattutto quando si tratta di modelli di business consolidati. 

Inoltre, c’è la paura di fallire. Nel mondo digitale le tecnologie evolvono rapidamente, quello che oggi sembra innovativo domani potrebbe essere già obsoleto e questo porta le persone a essere caute. Ma bisogna dire che anche scegliere di non evolversi è una scelta, che spesso porta a conseguenze peggiori, perché chi non si innova rischia di perdere competitività sul lungo periodo”. 

Quali consigli darebbe dunque a un’azienda che vuole adottare i serious game per la sua formazione?

“Il primo consiglio è iniziare in piccolo, con progetti pilota. Non è necessario rivoluzionare subito l’intero sistema formativo, ma si può partire con un gioco specifico che affronti un’esigenza formativa concreta.

In secondo luogo, è fondamentale coinvolgere i dipendenti fin dall’inizio. Farli sentire parte del cambiamento, ascoltare le loro esigenze e feedback aiuterà a ridurre la resistenza e a migliorare l’efficacia del progetto.

Infine, investire nella formazione digitale è cruciale. Le competenze tecniche interne saranno fondamentali per la gestione e l’implementazione di queste soluzioni, ma altrettanto importante è creare una cultura aziendale aperta al cambiamento e all’innovazione. L’adozione di serious games non è solo una questione tecnologica, ma anche di mentalità e di visione strategica”.

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