Il ruolo delle società Benefit: un modello per il futuro

GEMA Business School diventa la prima Business School italiana a trasformarsi in Società Benefit. Un cambiamento che segna un nuovo approccio alla formazione, con un forte impegno verso la sostenibilità e l’etica aziendale. Dietro questa evoluzione c’è il supporto di Nativa, pioniera nel guidare le imprese verso modelli di business a impatto positivo

Negli ultimi anni, il modello delle Società Benefit si è affermato come una delle innovazioni più significative nel mondo imprenditoriale, combinando la ricerca del profitto con l’impegno per un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. In Italia, la prima azienda a trasformarsi in Società Benefit è stata Nativa, un’organizzazione pioniera che ha non solo adottato questo status giuridico, ma ha anche giocato un ruolo chiave nella sua diffusione, supportando imprese di vari settori nel loro percorso di transizione verso un modello più sostenibile e responsabile.

Allo stesso modo, GEMA Business School ha segnato un traguardo storico diventando la prima Business School italiana a trasformarsi in Società Benefit. Questo passaggio non è solo un riconoscimento formale, ma una scelta strategica che rafforza l’impegno della scuola nella formazione di leader capaci di coniugare successo aziendale e impatto sociale positivo.

Di questo e molto altro parliamo con Riccardo Antonelli, Head of Education di GEMA Business School intervistato da Valentina Ciurlante, Evolution Guide di Nativa.

Valentina: GEMA Business School ha recentemente completato il percorso di trasformazione in Società Benefit. Puoi raccontarci come è iniziato questo processo e cosa ha spinto GEMA a intraprendere questo cambiamento?

Riccardo: In GEMA abbiamo sempre creduto che il ruolo di una Business School vada oltre la semplice trasmissione di competenze: il nostro obiettivo è formare professionisti capaci di generare un impatto positivo nella società. La decisione di diventare Società Benefit è stata una naturale evoluzione di questo impegno. Tutto è iniziato con la partecipazione al progetto Roma Impresa Comune, promosso da Roma Capitale, che ci ha spinti a riflettere sul valore che volevamo generare per il territorio e per le persone. In questo percorso, Nativa ha giocato un ruolo fondamentale, guidandoci nella comprensione e implementazione del modello Benefit.

Valentina: Quali sono stati i passaggi chiave di questa trasformazione?

Riccardo: Il primo passo è stato un’analisi approfondita del nostro impatto, per identificare le aree in cui potevamo migliorare. Successivamente, abbiamo modificato il nostro statuto per includere esplicitamente gli obiettivi di beneficio comune e abbiamo definito un piano di monitoraggio per misurare anno per anno i nostri progressi. Un momento chiave è stato anche l’interazione con altre realtà che hanno già adottato questo modello, creando una rete di imprese orientate alla sostenibilità.

Valentina: Quali vantaggi porterà questa trasformazione a GEMA, agli allievi e alla società?

Riccardo: Per gli allievi, questo significa accedere a una formazione sempre più orientata alla leadership sostenibile, alla gestione etica delle risorse umane e all’innovazione responsabile. I nostri programmi, sia quelli dell’area Risorse umane, che quelli  Sostenibilità saranno ulteriormente allineati alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più attento ai principi ESG (Environmental, Social and Governance).

Per la società, il nostro obiettivo è contribuire alla creazione di un ecosistema imprenditoriale più sostenibile, promuovendo una cultura d’impresa che mette al centro il valore umano e il bene comune. Infine, per GEMA, questa scelta ci permette di distinguerci come una scuola innovativa e responsabile, attrattiva per studenti, aziende e partner strategici.

Valentina: Facendo riferimento ai principi di sostenibilità, come si traduce tutto questo riferendolo al tema della gestione delle risorse umane?

Riccardo: GEMA è una Business School di riferimento importante in Italia per quanto riguarda la progettazione di Master e Percorsi di Alta Formazione in HR Management. Noi crediamo fermamente che la sostenibilità debba passare attraverso la valorizzazione delle persone, l’inclusione, la parità di genere e il benessere di tutti i dipendenti e collaboratori impegnati nelle aziende. 

In tutti i nostri percorsi formativi abbiamo progressivamente sia inserito moduli verticali sulla sostenibilità, sia caratterizzato ogni area tematica funzionale con un riferimento costante ai principi ESG. Vogliamo formare leader consapevoli, capaci di guidare le proprie organizzazioni verso modelli di business sostenibili e inclusivi.

Valentina: Qual è il valore aggiunto per una Business School nel diventare Società Benefit?

Riccardo: Le Business School giocano un ruolo chiave nella formazione della classe dirigente del futuro. Diventare Società Benefit significa rendere strutturale l’impegno a formare leader capaci di bilanciare crescita economica e responsabilità sociale. È un messaggio forte al mondo dell’istruzione superiore: il modello economico del futuro non può prescindere da una visione sostenibile e inclusiva.

Valentina: GEMA ha recentemente ottenuto la Certificazione per la Parità di Genere. Cosa significa per voi?

Riccardo: La parità di genere è un valore fondante per noi. Questa certificazione non è solo un riconoscimento, ma una conferma dell’impegno che mettiamo nel promuovere un ambiente di lavoro equo e inclusivo. Non si tratta solo di rispettare parametri, ma di creare un vero e proprio cambiamento culturale, che coinvolga tanto i nostri collaboratori quanto gli studenti che formiamo.

Valentina: Quali sono i prossimi passi per GEMA Business School?

Riccardo: Continueremo a sviluppare percorsi formativi dedicati alla sostenibilità e alla leadership etica, come l’Executive Master in Sustainability Management. Rafforzeremo le collaborazioni con altre Società Benefit e aziende B-Corp per creare opportunità concrete per i nostri studenti. Inoltre, vogliamo misurare e comunicare in modo trasparente il nostro impatto sociale, per dimostrare che il nostro impegno non è solo teorico, ma si traduce in azioni concrete.

Valentina: Il progetto “Roma Impresa Comune” di Roma Capitale, che verrà riproposto nel 2025, ha avuto un ruolo in questo percorso?

Riccardo: Assolutamente sì. Il progetto “Roma Impresa Comune” è stato un catalizzatore fondamentale. Ci ha fornito supporto, formazione e una rete di contatti preziosi, facilitando il nostro percorso di trasformazione. Siamo entusiasti che il progetto venga riproposto nel 2025, perché rappresenta un’opportunità straordinaria per tutte le imprese del territorio romano a cui suggeriamo di seguire il nostro esempio. GEMA ha assunto il ruolo di Ambassador del progetto e intende impegnarsi a diffonderlo il più possibile tra le imprese romane. 

Valentina: Un’ultima domanda: cosa hai imparato da questo percorso?

Riccardo: Ho capito che il cambiamento è possibile quando c’è una visione chiara e la volontà di mettersi in gioco. Il modello delle Società Benefit è un’opportunità straordinaria per chiunque voglia fare impresa in modo innovativo e responsabile. Spero che la nostra esperienza possa ispirare altre Business School e aziende a intraprendere la stessa strada.

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