Robotica e sicurezza sul lavoro. Il progetto ErgoCub.

La robotica sta diventando una forza trainante oltre che una risposta chiave per molte organizzazioni e per molti ambienti lavorativi, grazie anche ad alcuni progetti innovativi, come ergoCUB di INAIL E IIT. Ne abbiamo parlato con i protagonisti.

ergocub

La robotica sembra essere al centro di quella trasformazione a cui si stanno sottoponendo molte organizzazioni. Una vera e propria rivoluzione che unisce le tecnologie più avanzate alla loro applicazione in contesti in costante evoluzione, alla ricerca di innovazione continua. 

Sullo sfondo progetti realmente innovativi e sempre al passo con i tempi, capaci di accompagnare un viaggio fatto di tecnologia a servizio dei luoghi di lavoro e delle persone, in un’ottica che vede protagonisti più attori e contesti tra loro diversi.  

È il caso di ergoCub, che abbiamo voluto indagare a fondo, come esempio concreto di robotica applicata al tema della sicurezza sul lavoro, tema di stringente attualità. Abbiamo incontrato Marco Monga, HR Director di IIT e Daniele Pucci, Ricercatore presso IIT, a capo di molti progetti di intelligenza artificiale, che ha risposto alle nostre domande. 

Il progetto ergoCub di Inail e IIT è stato selezionato dalla Global Partnership on Artificial Intelligence, incaricata dal G7 del 2018 di monitorare e indirizzare lo sviluppo etico, sostenibile e responsabile dell’intelligenza artificiale.  

L’area tematica in cui rientrano ergoCub e gli altri sei progetti selezionati, provenienti da Rwanda, India, Messico, Canada, Svizzera e Germania, è quella “Future of work”, dedicata alla sicurezza dei lavoratori e individuata nel vertice del G7 di Hiroshima dello scorso maggio. Ci può illustrare il progetto? 

Daniele Pucci: “L’area tematica per la quale la GPAI ha selezionato il progetto ergoCub è la Responsible AI (RAI) – Scaling Responsible AI solutions – e per la quale il progetto è stato inserito nella lista GPAI di RAI Change makers. Il progetto nasce da una collaborazione INAIL ed IIT, ed ha visto un investimento di 5 milioni di euro di durata tre anni. L’obiettivo è stato quello di investigare come la robotica e l’intelligenza artificiale potessero essere impiegati per l’abbattimento del rischio biomeccanico dei lavoratori del futuro in un ambiente manufatturiero ed ospedaliero. Infatti, secondo l’ultimo rapporto INAIL, oltre il 70% delle denunce di infortunio sui luoghi di lavoro è dovuto a problemi muscoloscheletrici ed al tessuto connettivo. Questo significa che il semplice mal di schiena, o mal d’ossa, rappresentano barriere sia alla salute futura dei lavoratori che alla produttività del tessuto produttivo italiana. Se questi dati si guardano alla luce del previsto invecchiamento della popolazione, entro il 2050 avremo una popolazione più anziana e più malata non in grado di apportare valore al sistema produttivo del paese.” 

Il progetto ergoCub https://ergocub.eu/ ha la missione di creare dei vestiti intelligenti e dei robot umanoidi collaboratori, entrambi abilitati dall’intelligenza artificiale, con i seguenti obiettivi: 

  1. I vestiti intelligenti devono essere in grado di avvertire quando un compito, come quello di sollevamento carichi, è veramente pericoloso, e possono arrestare il movimento dell’essere umano quando l’IA prevede che il rischio sia troppo elevato 
  2. I robot umanoidi devono intervenire, collaborando con l’essere umano, per abbattere il rischio di infortunio durante tutti quei compiti che inducono un rischio alla salute del lavoratore 

La robotica, quindi, può dare un contributo importante in ambiti in cui è più urgente un intervento mirato, preciso, infallibile? Cosa non è sufficiente nelle organizzazioni in tema di sicurezza, vista la crescita dei problemi, incidenti e criticità? 

Daniele Pucci: “L’infallibilità, e la perfezione, sono questioni sconosciuti alla tecnica. Tutto è, e sarà, difettoso. La vera sfida è rendere la robotica, abilitata dall’IA, performante con bassissimi tassi di insuccesso. Attualmente, ad esempio, i sistemi di riconoscimento visivi hanno tassi molto alti (anche sino al 98% in certi casi), ma chi di noi prenderebbe un aereo che ha la probabilità di cadere 2 volte su 100? Nessuno, e questa ora è la sfida, che ha un impatto forte sulla sicurezza e standardizzazione dei sistemi robotici intelligenti.” 

Quali sono i rischi, se ci sono, di questo cambio di paradigma e di approccio in un ambito come quello della sicurezza? 

Daniele Pucci: “È la sicurezza preventiva. I sistemi di intelligenza artificiale possono predire, con accurata precisione, quando un dispositivo, o una macchina, tenderà a rompersi. Analogamente, in futuro l’intelligenza artificiale combinata con dei vestiti intelligenti potrà capire quando il nostro sistema muscoloscheletrico è o sarà in sofferenza, andando ad anticipare e suggerire correzioni sia al livello individuale (ad esempio, la postura durante un movimento) o di processo.” 

Le aziende del futuro quindi, soprattutto in alcuni specifici settori, pensiamo per esempio all’automotive, avranno al loro interno robot addetti a tutelare i dipendenti un po’ in tutti gli ambiti? O il rischio è che diventino strumenti di controllo? 

Daniele Pucci: “L’IIT, come altri istituti e l’Europa tutta, ha l’obiettivo di creare tecnologie umano-centriche al servizio della popolazione civile, e quando declinato sulla robotica, lo scopo è rendere i robot come dei veri collaboratori predisposti ad i lavori più usuranti e pericolosi che l’essere umano non deve compiere.” 

Come vanno gli esperimenti in tal senso? A che punto è ergoCub? 

Daniele Pucci: “In questo momento, abbiamo una collaborazione con Aeroporti di Roma (Fiumicino) dove stiamo utilizzando i vestiti intelligenti (delle vere e proprie tute da lavoro) per misurare il carico biomeccanico di operatori nei magazzini che implicano movimenti più pericolosi. Analogamente, abbiamo due collaborazioni in corso nella direzione healthcare: l’associazione italiana sclerosi multipla e l’ospedale San Martino di Genova. Qui l’obiettivo è capire se e come i percorsi di riabilitazione per pazienti con sclerosi multipla e dopo un ictus, sottoposti a riabilitazione, stiano migliorando o meno utilizzando i vestiti intelligenti sviluppati in ergoCub.” 

Tecnologia come supporto al lavoro dell’uomo quindi, che possa essere anche un valido strumento per evitare o almeno ridurre i rischi sul lavoro, in un’ottica di ottimizzazione nel raggiungimento dei risultati. 

Il connubio tra robotica e sicurezza sul lavoro sembra pertanto facilitare una trasformazione in atto attraverso cui molte organizzazioni possono far fronte a problematiche esistenti da sempre e forse più urgenti, in cui il ricorso alla tecnologia può rappresentare una grande opportunità, per un futuro più efficiente e al passo con i tempi. 

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