Ristrutturazioni aziendali, ecco gli strumenti per agevolare il turn-over
Con il blocco dei licenziamenti attivo, le aziende utilizzano altre strade per riorganizzarsi
Con il perdurare del blocco dei licenziamenti, l’incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro e l’isopensione sono alcuni degli strumenti a disposizione delle aziende per risolvere situazioni difficili causate dalla pandemia. Importante, dunque, capire, a quali condizioni si possono utilizzare e cosa possono fare le aziende per ristrutturare e permettere il turnover.
L’isopensione è utile per le imprese con più di 15 dipendenti che stiano subendo un’eccedenza di personale; l’incentivo alla pensione è destinato a lavoratori che raggiungano l’età per quella di vecchiaia o anticipata entro sette anni. In questo caso è prevista la garanzia del reddito. Il datore di lavoro, inoltre, deve all’Inps i contributi figurativi minimi previsti per il pensionamento dei lavoratori che hanno aderito all’esodo.
Il fondo di solidarietà è lo strumento utilizzabile in tutti quei casi in cui non si possa applicare la cassa integrazione ed è destinato a coloro che debbano raggiungere la pensione di vecchiaia o anticipata nei cinque anni successivi; viene calcolato secondo i criteri indicati dagli atti costitutivi di ciascun fondo ed è finanziato esclusivamente dall’azienda. La finalità è quella di incrementare il reddito dei lavoratori che hanno perso il lavoro e che quindi avrebbero diritto alla Naspi. Il regolamento del Fondo del settore chimico prevede anche un assegno erogabile ai lavoratori che entro dicembre 2021 maturino “Quota 100”.
Il contratto di espansione interessa le aziende con oltre mille dipendenti; solo per il 2021 il contratto vale anche per le aziende con oltre 500 lavoratori e, solo agli effetti della normativa sull’accompagnamento alla pensione, è destinato anche alle organizzazioni con oltre 250 dipendenti. Presupposto per l’applicazione del contratto di espansione sono i cambiamenti dei processi aziendali che implicano innovazione tecnologica e l’inserimento di nuove professionalità. Il contratto di espansione prevede, inoltre, la riduzione dell’orario di lavoro e il possibile utilizzo della cassa integrazione fino a 18 mesi anche non continuativi.