Risorse umane, management, formazione: cercasi skill digitali
Cresce il peso delle competenze digitali, ormai diventate una componente imprescindibile anche delle professioni non informatiche. Queste le conclusioni della quarta edizione dell’Osservatorio delle Competenze Digitali
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Appena il tempo di abituarsi alla crescente richiesta di specialisti Ict, che già lo scenario cambia nuovamente.
Oggi a essere richiesti dalle aziende non sono solo professionisti del digitale, ma competenze digitali nelle professioni tradizionali. Sempre più, infatti, il digitale sta assumendo un peso crescente nell’ambito di ruoli e mansioni non direttamente legate all’Ict. Sono queste le conclusioni a cui è giunta la quarta edizione dell’Osservatorio delle Competenze Digitali, condotto dalle principali associazioni Ict in Italia – AICA, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia – in collaborazione con MIUR e AGID. L’osservazione si è avvalsa di “elaborazioni big data” di informazioni contenute in 540 mila ricerche di personale via web per 239 figure professionali avvenute nel 2017, e di ulteriori rilevazioni e focus group per i settori dell’industria, del commercio e dei servizi.
Ciò che è emerso, dunque, è che le aziende richiedono digital skill non tanto (o non solo) per creare applicazioni o gestire sistemi, ma anche per comunicare, vendere, produrre, amministrare, gestire il personale. Ecco allora che la sfida aggiuntiva che le imprese hanno davanti non è solo investire nelle competenze specialistiche, ma adeguare i percorsi formativi e sostenere l’aggiornamento digitale di milioni di lavoratori attraverso la formazione continua.
Il peso delle competenze digitali (DSR-Digital Skill Rate) cresce in tutte le aree aziendali di tutti i settori, ma specialmente in quello dell’Industria. Qui il DSR va dal 20% medio per le professioni di Supporto e Management al 17% medio per le figure Core (quelle che svolgono le attività caratteristiche dell’azienda), con un incremento rispetto al 2014 rispettivamente del 4 e del 2%. L’osservazione si è estesa anche ai diversi tipi di competenze digitali richieste:
Applicate (capacità di usare strumenti e software nei processi operativi e decisionali),
Tecniche ICT (vicine alle specialistiche, su soluzioni e piattaforme tecnologiche),
di Base (per l’uso quotidiano di strumenti informatici)
e di Brokeraggio Informativo (utilizzo di strumenti informatici per lo scambio di informazioni e la comunicazione).
Separando gli skill di Base dagli altri, definiti come skill avanzati, emerge come la domanda di skill di Base prevalga solo nel Commercio, mentre nell’Industria e nei Servizi prevalgono gli skill avanzati, visti come fattori di una più evoluta professionalità. E questo si accentua per le attività più tipiche dell’azienda (Core) ove la rilevanza media degli skill avanzati sale al 63% nell’industria e al 41% nei Servizi.
In questo quadro, le risorse umane risultano essere tra le funzioni più coinvolte. Oggi, in effetti, ogni elemento del lavoro HR viene declinato col digitale: dal recruiting ai percorsi di formazione fino alle strategie di retention. Le digital skill aiutano a leggere i profili dei candidati, a migliorare la selezione dei talenti, rendono più efficaci le valutazioni sulle performance. Se le competenze di Base sono ormai imprescindibili, a essere richieste sempre più nel campo HR sono quelle Applicate e quelle di Brokeraggio che, in particolare, rivestono una grande importanza per il recruiting e la gestione delle persone.