Quando people strategy fa rima con lungimiranza

Le persone, con le loro necessità e con le loro aspettative, sono sempre più al centro dei processi aziendali. Concetti come welfare, wellbeing e sostenibilità sono quindi diventati fondamentali in tutti gli ambiti lavorativi. Ne parliamo con Marco Madeddu, Amministratore Delegato di IMCD Italia

Marco Madeddu

«Le persone sono l’elemento chiave della nostra azienda: sono fondamentali e noi cerchiamo di coinvolgere sempre tutti» entra subito nel vivo Marco Madeddu, Amministratore Delegato di IMCD Italia – consociata di una multinazionale con circa 65 sedi nel mondo che si occupa della distribuzione e dello sviluppo di specialità chimiche in otto segmenti differenti –, con 155 dipendenti e un fatturato annuo intorno ai 230 milioni di euro.  

«Oggi le aspettative sono diverse – prosegue Madeddu –: soprattutto per le nuove generazioni, il fattore economico, per esempio, non è più l’unico elemento della scelta, conta molto anche il purpose dell’azienda e, nel nostro caso, con il motto “formulate with consciousness” cerchiamo di sfatare il preconcetto che la chimica non possa essere sostenibile». 

Ecco il primo nodo cruciale del panorama aziendale contemporaneo: la people attraction. Come fate per attirare i talenti? 

«Abbiamo diversi progetti e collaboriamo con diversi enti, che ci danno anche accesso ad iniziative patrocinate dal Comune di Milano –. Per esempio, abbiamo messo a punto un programma educativo che prevede una serie di laboratori Stem in collaborazione con la scuola internazionale bilingue BDC School. Le sessioni sono tenute dai nostri dipendenti e coinvolgono anche i bambini delle fasce di età più piccole – già a partire dai tre anni –, in modo da creare la sensibilità verso la chimica nell’età in cui nascono le passioni: per esempio partiamo dall’osservazione dei colori e della natura. Poi ovviamente abbiamo anche laboratori e academy per i più grandi e la possibilità per studenti di università e di ITS di fare stage e tesi da noi; non è raro che chi entra in azienda con uno stage poi venga assunto. Inoltre, collaboriamo anche con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dove facciamo formazione finalizzata alla preziosa figura del flavourist – ovvero l’esperto che aiuta ad “aggiustare” l’aroma di un determinato prodotto per adeguarlo per esempio ai gusti del Paese dove verrà commercializzato». 

E una volta attratti, i talenti, vanno trattenuti in azienda, garantendo loro un determinato livello di benessere e una condivisione di vision e obiettivi. Ci racconta le ultime novità che avete introdotto in termini di welfare e wellbeing? 

«Il nostro welfare è in continuo divenire: ci piace aggiungere un “mattoncino” per volta in maniera continuativa. Quest’anno ci siamo ulteriormente concentrati sulla genitorialità, proseguendo in un percorso iniziato da due anni. Premiamo neopapà e neomamme con un piano di welfare: per il primo anno prevediamo il riconoscimento di duemila euro – resi netti dal passaggio su una piattaforma – e poi un supporto fino ai cinque anni del bambino che prevede diversi servizi, dal babysitting alla fornitura di pannolini, etc; l’obiettivo è quello di implementare ogni anno questo aspetto. 

Per quanto riguarda il wellbeing invece, abbiamo per esempio spostato gli uffici – che ora sono all’interno del Naba, con il quale inizieremo presto a collaborare – passando da un concept obsoleto a uno improntato alla flessibilità: abbiamo tolto le timbrature, creato aree per la socializzazione, per il gioco, una library, docce e spogliatoi, e a breve una palestra su uno dei terrazzi. Sarà possibile sfruttare l’area dei terrazzi anche per riunioni informali o come temporanea postazione di lavoro. Non solo: incentiviamo il car pooling – anche con la priorità nel parcheggio aziendale –, lo smart working per tutti, con un’attenzione particolare a chi abita più lontano – stiamo lavorando sui piani di spostamento casa-lavoro con delle figure che analizzano i trasporti, cercando di favorire la sostenibilità –; e ancora, abbiamo intenzione di premiare chi smette di fumare, abbiamo tolto le vending machine con le merendine e ogni lunedì arriva in ufficio frutta e verdura fresca. Abbiamo anche attivato dei gruppi di lavoro che selezionano e coordinano progetti legati allo sport e al volontariato. 

E ancora, da ormai quattro anni IMCD Italia collabora con Mindwork, offrendo a tutte le nostre persone uno strumento utile a promuovere il proprio benessere psicologico. Ogni dipendente ha a disposizione cinque colloqui, un’opportunità per lavorare su di sé e sui propri modelli di pensiero, affrontare cambiamenti o fasi di transizione, gestire vissuti di ansia e stress, oppure potenziare le proprie risorse personali e professionali. Attraverso la piattaforma Mindwork, è possibile entrare in contatto con un team di psicologi e psicologhe, tutti iscritti all’Albo e costantemente formati, ricevendo un supporto qualificato e professionale ovunque e ogni volta che serve. Il servizio – anonimo, riservato e confidenziale – è disponibile da qualsiasi parte d’Italia e del mondo e su ogni dispositivo, offrendo videochiamate criptate (anche) fuori dall’orario di lavoro, incluso il weekend. Gli appuntamenti sono garantiti a distanza di 24 ore dalla prenotazione e ognuno può scegliere la o il professionista che preferisce».

Bellissimi progetti, ambiziosi e lungimiranti. Che ruolo ha l’HR Manager in questa prospettiva? 

«In azienda non abbiamo reparti separati ma un team di management di cui fanno parte tutti i segmenti e l’HR viene coinvolto anche nelle riunioni di business, nei meeting e nelle decisioni: fa parte del CdA. Cerchiamo di creare rapporti il più possibile sinergici tra i ruoli, in modo da prendere decisioni il più possibili corali» conclude Marco Madeddu. 

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