Quali strategie HR per affrontare l’AI in azienda

Qual è l’impatto dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende e sulla forza lavoro? Se l’automazione non è un gioco a somma zero, l’uomo non verrà soppiantato dalle macchine, ma sarà anche l’HR a dovere capire come dovrà cambiare il modo di lavorare. Lo spiega Pietro Iurato, HRD Head EMEA SAP, a cui abbiamo fatto domande sul tema AI e risorse umane, sempre più scottante nella gestione delle persone. Quali sono dunque le strategie HR per preparare le aziende all’impatto con l’AI?

Pietro Iurato

«Per prepararci al futuro del lavoro la comunità dei responsabili HR ha una grande responsabilità: dare priorità alla formazione continua e alla riqualificazione professionale in chiave digitale delle nostre persone per garantire che abbiano le competenze e le conoscenze necessarie per prosperare in un mondo del lavoro sempre più influenzato dalle tecnologie intelligenti», ha dichiarato Pietro Iurato.

«Dall’altro – ha continuato – abbiamo anche un’enorme opportunità: essere noi i primi agenti del cambiamento e capire cosa l’AI può fare per rendere i nostri processi core – come assunzione, gestione delle performance, e così via – più produttivi, efficienti e coinvolgenti, e consentire ai nostri team di focalizzarsi sulle attività che generano maggior valore per il business».

Puntare sulla collaborazione tra lavoratori e macchine

L’intelligenza artificiale sta imponendo cambiamenti nel lavoro più di qualsiasi tecnologia che l’abbia preceduta. Secondo Iurato si deve andare al di là degli “sbandierati vantaggi” dell’automazione, come l’aumento della produttività e la fine di operazioni noiose e ripetitive: va infatti considerato anche che non tutti i dipendenti detestano il lavoro di routine e vogliono puntare per forza alla creatività. Ecco perché Iurato sostiene che tra le nuove responsabilità delle risorse umane ci sarà anche quella di sviluppare la collaborazione tra persone e macchine, rispettando le attitudini e le unicità delle persone. Come? Per Iurato si tratta di comprendere che la formazione necessaria è del tutto diversa da quella cui siamo abituati in ambito IT, in cui un progettista di prodotto impara a usare un nuovo software per implementare un flusso di lavoro più efficiente o in cui gli analisti provano una nuova modellazione dei dati.

Integrare capacità umane e artificiali

La funzione HR dovrà infatti saper conciliare i punti di forza e le aree di miglioramento delle persone con le soluzioni intelligenti con cui lavorano. Secondo Iurato questo significa prima di tutto risvegliare nei dipendenti non solo le qualità che li rendono distintamente umani, come empatia e pensiero critico, ma anche il riconoscimento dei modi in cui queste qualità possono integrarsi e trarre maggiori vantaggi dall’Intelligenza Artificiale.

Iurato suggerisce di comunicare chiaramente come verrà utilizzata la tecnologia nell’organizzazione per ridurre lo scetticismo e aiutare a promuovere una maggiore sinergia uomo-macchina.

Un altro esempio è quello dei lavoratori più senior di un’impresa manifatturiera, che potrebbero non accettare l’idea che i sensori intelligenti assumano il compito di monitorare le apparecchiature e prevedere gli interventi di manutenzione al loro posto. In questo caso, un programma di coinvolgimento e di incentivazione premiante potrà favorire una maggiore e più semplice adozione, aumentare la soddisfazione delle persone e il loro senso di appartenenza all’azienda.

Difendere e sostenere le persone

Anche l’Intelligenza Artificiale, come le persone, può fallire. Iurato, nel ricordare come sia risaputo che i chatbot dell’AI possano lanciare epiteti ingiuriosi, ChatGPT (e sistemi simili) possa fornire risposte sbagliate, le auto a guida autonoma possano ancora provocare incidenti, suggerisce un approccio che vede i responsabili HR agire come “difensori” dei dipendenti.

Per Iurato si tratta infatti di definire una nuova cultura di apertura, inclusività e trasparenza in azienda, con la creazione di spazi in cui i dipendenti si sentano a proprio agio e stimolati a denunciare gli errori indotti dall’AI o mettere in discussione i risultati delle macchine intelligenti.

Sostenere i dipendenti significa per Iurato anche garantire che il lavoro rimanga incentrato sull’uomo in un’ottica di collaborazione tra manager IT, professionisti delle risorse umane e leader delle funzioni di business per ridefinire i ruoli delle persone in modo che l’AI lavori per soddisfare le esigenze degli esseri umani e non viceversa.

Solo rafforzando positivamente la capacità di riconoscere e risolvere i problemi si può creare un ambiente stimolante in cui le persone vengono prima di tutto.

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