Prysmian, sostenibilità e gender equality nel lavoro del futuro
La crisi sanitaria ha fatto emergere punti su cui riflettere per il mondo che verrà, dove remote working e presenza dovranno trovare il giusto equilibrio.
Oltre undici miliardi di euro di affari e più di 30 mila collaboratori che operano in 50 paesi, il cui 70% è impegnato nella produzione di cavi per la produzione di energia, telecomunicazioni e fibra. Questi i numeri di Prysmian, azienda leader mondiale nel settore, pronta ad affrontare la sfida di «coerenza e resilienza» che si prospetta nei prossimi mesi, in un futuro in cui dovrà trovarsi un equilibrio tra il lavoro da remoto e in presenza.
Ne è certo Fabrizio Rutschmann, Hr manager, mentre snocciola le buone policy che si sono dimostrate a maggior ragione vincenti in un periodo di pandemia.
Le policy
Incentivi sostenibili, gender equality e diversity sono i punti focali che affiancano da tempo i risultati economico-finanziari. Rutschmann ne ha parlato a Il Sole 24 Ore: la remunerazione variabile dei manager, ad esempio, non è più cash ma in azioni, e una quota rilevante sarà dedicata a obiettivi di medio e lungo termine come la sostenibilità, la riduzione delle emissioni, la riduzione degli scarti e la capacità di riciclarli in modo pulito. Inoltre, l’azienda ha promosso per la sede di Milano l’acquisto di 500 e-bike per i dipendenti e stabilito che la flotta complessiva di auto entro il 2021 sarà composta da soli mezzi elettrici. Sul fronte welfare e benessere, il gruppo ha implementato la nuova global maternity policy e sta mettendo a punto asili aziendali per supportare i genitori di figli piccoli: in Romania, dove si contano un migliaio di dipendenti, è già attiva una nursery e a Milano se ne sta aprendo una, ma si lavorerà anche su nuove forme di employee experience, importanti soprattutto quando si lavora da remoto. Inoltre, anche nei paesi in cui il congedo di maternità è inferiore, l’azienda ha stabilito per tutti le 12 settimane: l’obiettivo generale è quello di assumere almeno il 40% di donne entro il 2022 e già quest’anno, su 100 nuove assunzioni di giovani, 47 sono donne.
Lavoro e pandemia
Non ridurre i livelli occupazionali è un’altra scelta su cui il gruppo ha puntato, nonostante alcuni settori avessero risentito del calo della domanda: le persone si sono sentite sostenute; ovunque fosse possibile si è fatto ricorso allo smart working, ma l’operatività dei siti non è mai scesa sotto il 70-80%. Di certo – come sottolinea Rutschmann – non è stato semplice gestire un’azienda così ramificata da remoto, ma si è riusciti comunque, nonostante le difficoltà, a conquistare contratti per un valore di un miliardo e mezzo durante il lockdown. Da qualche mese le persone negli uffici rientrano in sede a lavorare una settimana sì e una no, alternativamente, sottoponendosi a test ogni 15 giorni e questo permette di vivere di nuovo la condivisione e la vicinanza fisica. Ciò non toglie che siano stati necessari molti investimenti sul fronte del remote working e del digitale, ma un team specializzato interno si sta occupando di studiare il lavoro che verrà, che sarà un mix di remoto e presenza, laddove il lavoro in ufficio sarà più improntato al networking e alla socializzazione.