Politiche del lavoro: le proposte del tavolo
Sono stati circa 120 i responsabili HR di aziende di rilievo che si sono dati appuntamento a Napoli insieme a referenti istituzionali, esperti e opinion leader l’11 e 12 novembre in occasione di ORU-Officina Risorse Umane 2023, la due giorni promossa da HR Link e Stati Generali Mondo del Lavoro. Interessanti e attualissimi i dieci temi – legati ad ambiti cruciali non solo per le risorse umane ma per l’intero sistema Paese –, sui quali si sono interfacciati i partecipanti divisi in altrettanti tavoli altamente qualificati. Analizziamo i temi del tavolo dedicato alle politiche del lavoro, le cui proposte insieme a quelle degli altri tavoli saranno redatte in un documento che verrà consegnato al ministro del Lavoro
Sono ancora numerose e pressanti le questioni legate al mercato del lavoro in Italia che necessitano un intervento normativo, nonostante il recente Decreto Lavoro, diventato legge e pubblicato in gazzetta ufficiale lo scorso 3 luglio 2023, abbia segnato una prima presa di coscienza sull’attuale situazione nazionale e sulla necessità di intervenire con un approccio differente.
Dalla questione del salario minimo e del costo del lavoro, all’idea di un nuovo modello di subordinazione, da una riforma complessiva del tema dei licenziamenti, alla prescrizione dei crediti retributivi, via via fino al mismatch tra domanda e offerta e alle misure atte ad arginare i preoccupanti livelli di gender gap che vedono il nostro Paese fanalino di coda in Europa, con le relative ripercussioni sulla crescita economica generale, la discussione è entrata nel vivo al tavolo sulle politiche del lavoro di ORU-Officina Risorse Umane 2023,
All’insegna della flessibilità
Pensando all’attuale mondo del lavoro, sicuramente la parola-chiave più significativa è flessibilità, quella flessibilità più volte paventata dal mondo imprenditoriale, ma che nulla ha a che fare con la precarizzazione. Funzionale all’accesso al mercato in prospettiva formativa – soprattutto per i giovani – deve essere volta al riallineamento delle competenze in cui il contratto di apprendistato – purché profondamente rivisitato – potrebbe giocare un ruolo importante, così come quello a tempo determinato, recentemente oggetto di una riforma. Flessibilità non solo in entrata, tuttavia, ma anche in uscita dal mercato del lavoro, passando però attraverso un regime che tuteli la stabilità del lavoro.
Un altro elemento di primo piano è il costo del lavoro e il nodo cruciale del salario minimo legale, con il relativo impatto sulle imprese e il ruolo ormai incerto della contrattazione collettiva.
Senza dimenticare i fenomeni ereditati dalla pandemia e diventati ormai “di prassi”, dalla great resignation allo smart working, dal rinnovato work-life balance che va verso un accorciamento della settimana lavorativa, alla necessità di incrementare la produttività delle imprese e del sistema Paese.
Le proposte nel dettaglio
Dal tavolo di lavoro di Officina Risorse Umane, come anticipato, è uscito un documento programmatico con tre proposte.
La prima proposta è dedicata al costo del lavoro, tema che necessita di un intervento riformatore attraverso politiche “coraggiose” che da un lato differenzino le retribuzioni sulla base del territorio dove queste vengono erogate, in modo da creare condizioni di vantaggio sui trattamenti retributivi in funzione delle condizioni del costo della vita, garantendo quindi una retribuzione adeguata e paritaria sul piano sostanziale e non solo formale e dall’altro rafforzino la leva dei vantaggi fiscali su base territoriale legati, per esempio, a un maggior plafond di erogazione dei fringe benefit. Il tavolo ripropone inoltre una misura già richiesta nella precedente edizione di ORU, ovvero la detassazione dei futuri trattamenti incrementali volontari rispetto al trattamento attuale.
La seconda proposta è invece legata alla flessibilità in uscita, con la richiesta di avere un quadro chiaro e non mutevole sulle conseguenze dell’illegittimità del licenziamento. L’obiettivo è quello di arrivare a un nuovo contesto normativo valevole per tutti i lavoratori che preveda il superamento della logica della reintegra – eccetto che per le ipotesi di nullità del licenziamento – con quella dell’indennità risarcitoria che, seguendo le indicazioni della Corte Costituzionale, sia sì legata all’anzianità di servizio ma che consenta al giudice di muoversi in modo equitativo con “forbici” economiche però estremamente ridotte. Ancora, la proposta chiede di superare la logica della barriera dei 15 dipendenti introducendo un meccanismo prima evidenziato di determinazione dell’indennità risarcitoria venga valutato anche in funzione di oggettivi parametri economici e dimensionali dell’azienda suddivisi per fasce il cui obbligo di dimostrazione in giudizio incomba sull’azienda stessa.
Infine, la terza proposta emersa dal tavolo sulle Politiche del Lavoro è dedicata alla formazione delle competenze in ingresso e a una nuova modalità di formazione: le competenze presenti sul mercato, infatti, non sono allineate con le effettive esigenze delle realtà imprenditoriali. Secondo il tavolo ci sono due momenti che vanno valorizzati. Il primo è quello della ricollocazione degli over 55, le cui competenze nel tempo sono incorse all’obsolescenza. Il secondo è invece quello centrale dell’accesso al mercato, per il quale bisogna individuare una serie di strumenti per sostenere il passaggio fra la formazione scolastica e le necessità dell’impresa, per non creare il temuto e drammatico fenomeno del mismatch.
Tra gli strumenti il tavolo di lavoro propone una riforma dell’istituto dell’apprendistato con il superamento del limite dell’età per alcune categorie di lavoratori – sia per fascia di età sia per complessità del territorio di riferimento –; l’implementazione dello strumento ITS – con un cambiamento del nome che non pare rappresentativo della funzione – e l’equiparazione a un titolo di studio conclusivo; il potenziamento di mentoring e coaching aziendale – con l’integrale defiscalizzazione e decontribuzione del compenso legato al tempo dedicato a questa attività –; l’introduzione di un nuovo istituto assimilabile al periodo prova ma estensibile a un anno.
Il commento del coordinatore
Ha affermato Paolo Stern, presidente NexumStp e coordinatore del tavolo dedicato alle Politiche del Lavoro: “Le tematiche più urgenti in tema di lavoro per l’attuale governo sono molteplici, dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro, che inchioda imprese che hanno commesse e non riescono a svolgere la propria attività per assenza di lavoratori, al tasso di disoccupazione ancora molto alto in certi ambiti, come per esempio le regioni del Meridione; ci sono poi una serie di norme che si sono sovrapposte e che vanno semplificate, favorendo per esempio la flessibilità in entrata ma anche in uscita. C’è poi il nodo cruciale della stabilità delle disposizioni: le imprese chiedono stabilità delle norme, non incentivi che vengono e vanno e che non consentono la serena pianificazione del budget”.
I partecipanti del tavolo
Paolo Stern (Presidente NexumStp) è stato supportato da Gianluca Petricca (Coordinatore Centro Studi NexumStp) nel ruolo di co-coordinatore del tavolo, nel ruolo di facilitatore da Roberto Degli Esposti (Managing Partner Performant) e da Pietro Speziale (Equity Partner LabLaw Studio Legale) per la direzione scientifica.
Hanno poi contribuito con il proprio punto di vista: Antonio Andreotti (HR Senior Advisor), Gabriele Belsito (CHRO Eataly), Angelo Bilotta (Amministratore Delegato Just Work), Stefano Bottaro (HR Director Avio), Laura Bruno (People Director Sanofi), Gianluca Dardato (CHR Officer Esaote Group), Tommaso Di Rino (Direttore generale Afol Metropolitana), Cristina Gerardis (Avvocato dello Stato), Rodolfo Magosso (Direttore risorse umane e relazioni industriali Ignazio Messina & Co.), Stefania Monini (Direttore Risorse Umane e Organizzazione Fileni Alimentare), Filippo Palombini (Direttore Risorse Umane e Organizzazione Tper).