Più donne nei cda, ma gli stipendi degli uomini restano il doppio
Lo scorso dicembre un emendamento della legge Golfo-Mosca ha portato la presenza nei board dal 33 al 40%
Passa da un terzo del totale ai due quinti (ovvero al 40%) la presenza delle donne nei consigli di amministrazione, grazie a un rafforzamento della legge Golfo-Mosca voluto dalla ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti. L’emendamento ha ottenuto l’approvazione anche dalle opposizioni lo scorso dicembre e ha allineato l’Italia con paesi virtuosi come la Norvegia e la Francia, dove la percentuale era già in vigore da tempo. Sicuramente un buon risultato, sebbene la situazione italiana resti critica per quanto riguarda le retribuzioni e, più in generale, la presenza femminile nel mondo del lavoro (qui l’intervista a Barbara Falcolmer, direttrice generale di Valore D, sugli ostacoli alla diversity nel nostro Paese).
Le donne nei cda e ai livelli medi
Se è vero che nei cda delle aziende a Piazza Affari una società su cinque già rispecchiava la “novità” confermata dall’emendamento, sul fronte della presenza di donne nelle linee manageriali il gap è ancora alto, così come inferiori restano le retribuzioni. Da un recente rapporto di Mediobanca risulta che “la remunerazione media del ceo donna supera di poco la metà di quella del collega uomo e la maggior presenza femminile nelle cariche non operative porta il compenso medio nei consigli a circa un quarto di quello maschile”. La situazione migliora un po’ ai livelli medi: l’Istat ha registrato, infatti, un calo della differenza di retribuzione, dall’8,8% del 2014 al 7,4% del 2017. Restano i divari tra Nord e Sud, benché negli ultimi anni al Sud le retribuzioni siano aumentate. Sul fronte del management, dunque, la sfida oggi è quella di concentrarsi sulla strategicità della diversity per le aziende.
Il divario con l’Europa
Resta altissimo, invece, il divario tra l’Italia e la media europea per ciò che riguarda la presenza femminile nel mercato del lavoro. Nel 2018 il gap in Italia era pari a 18,9 punti, osservando la fascia di età tra i 15 e i 64 anni, come riferisce il rapporto Eurostat: le donne occupate tra i 25 e i 54 anni erano il 59,4% contro il 74,7 della media europea. Nel secondo trimestre del 2019 l’occupazione delle donne in questa fascia di età è salita al 68,3%, ma la distanza con l’Europa rimane, visto che il tasso medio di occupazione europeo è dell’80,5%.