Pay gap, ecco il rovescio della medaglia dello smart working
Uno studio di Inapp mostra come aumentano le differenze di stipendio a vantaggio degli uomini e di chi già guadagna di più.
Il lavoro agile favorisce ancora una volta chi guadagna di più e, all’interno di questa cerchia, gli uomini. È questo il dato che emerge da uno studio realizzato da Inapp, Istituto nazionale per l’Analisi delle Politiche pubbliche, che si è concentrato sull’attitudine a lavorare in smart-working (Asw): tale propensione risulta superiore e più frequente nel caso delle professioni svolte prevalentemente da donne, da adulti, sposati, istruiti e con contratto full time e a tempo indeterminato, che lavorano nel pubblico e non hanno minori in casa. Ma è importante entrare nei dettagli dello studio e osservare le implicazioni correlate a uno smart-working diffuso, che porterebbero a incisive differenze di stipendio e disuguaglianze tra lavoratori.
L’indagine di Inapp – ultimo step di uno studio che va avanti dal 2005 – ha coinvolto 45 mila persone in età lavorativa (18-74 anni), residenti in Italia nel 2018. Nel documento prodotto dall’istituto si legge che “guardando al ruolo della Asw nella distribuzione del reddito, è evidente […] che al crescere del reddito da lavoro aumenta sia il divario salariale tra i lavoratori con alta e bassa Asw, sia la percentuale dei lavoratori che svolgono una professione con elevata Asw.”.
Utilizzando un modello “econometrico controfattuale”, si sono quindi stimati gli effetti che l’attitudine a lavorare da remoto avrebbe sulla distribuzione del reddito e sulle diseguaglianze: dall’analisi è emerso con chiarezza che “un aumento generale dell’Aws (peraltro legata alla maggior diffusione delle professioni con caratteristiche a essa associate) influenzerebbe in modo statisticamente significativo la distribuzione dei redditi e la disuguaglianza tra lavoratori”. Insomma, se aumentassero le professioni con una maggiore attitudine al lavoro agile, si incrementerebbe il salario medio anno di 2.600 euro, ovvero del 10% (con un picco del +17% nelle fasce che già hanno un reddito più alto), ma – dall’altra parte – si assisterebbe anche a un incremento del gap salariale tra categorie di lavoratori, così come all’aumento del divario retributivo di genere.
Obiettivo dello studio, dimostrare che – a fronte dei vantaggi della diffusione del lavoro agile – è necessario prestare attenzione, poiché gli effetti collaterali sul reddito emergerebbero con forza. Certo, alcuni dipendenti con livelli di salario bassi potrebbero “guadagnare” posizioni, che sarebbero però perse da altre categorie di lavoratori. Se lo smart working dovesse risultare la strada lungo cui organizzare il lavoro del futuro, sarà importante concentrarsi anche su una completa revisione dei processi produttivi che tendano a ridurre le disuguaglianze.