Mobility manager, un ruolo più strategico?
La figura del mobility manager si evolve al passo della transazione ecologica, ma non solo. Tecnologia e nuovi modelli lavorativi hanno portato questo ruolo verso un’innovazione, più in linea con una visione più olistica del benessere lavorativo
Saper creare reti collaborative e interconnesse unendo competenze diverse per coinvolgere attivamente le comunità. È uno dei compiti previsti dal nuovo modello di mobility manager, che presuppone un’ottica di co-creazione e un vero cambiamento culturale verso l’innovazione. A dare questa lettura è il documento “Spidermanager: competenze per una rete di connessioni in materia di un nuovo Mobility Management”, scaturito da un’iniziativa del fondo professionale Fondirigenti, in collaborazione con Federmanager Academy e Manager Solutions.
La figura del Chief Mobility Manager, come riporta il documento, è intesa come “professionista delle connessioni”. Il testo sottolinea anche il ruolo chiave delle imprese e dei loro manager nell’introdurre nuove tecnologie e nell’utilizzo dei dati utili a sviluppare servizi innovativi per la mobilità da questa nuova prospettiva. In questo contesto, anche i cittadini non sono più semplici fruitori, ma attori creativi che contribuiscono alle decisioni che li riguardano.
Il Mobility Manager, dunque, in azienda avrà il compito di facilitare nuovi approcci alla mobilità, creando reti che coinvolgano tutti gli attori per prendere decisioni utili alla collettività. Viene poi ribadita l’importanza di creare reti di Mobility Manager a diversi livelli (locale, regionale, nazionale), con l’obiettivo di condividere esperienze, diffondere risultati e promuovere un cambiamento culturale verso una mobilità sostenibile. L’auspicio è che si sviluppi una rete di coordinamento nazionale, capace di diffondere la cultura della mobilità sostenibile e di rafforzare il ruolo e la professionalità del Mobility Manager.
In quest’ottica, sarà fondamentale preparare manager capaci di affrontare diversi aspetti legati alla mobilità sostenibile, definendo un ruolo manageriale ben riconosciuto che possa interagire con tutte le funzioni interne e con gli stakeholder esterni, offrendo soluzioni efficaci ed efficienti.
L’evoluzione del Mobility Manager, dalla comunità alla transazione ecologica
L’evoluzione auspicata sottopone la figura del mobility manager a una profonda trasformazione rispetto a quando il suo ruolo era focalizzato principalmente sulla razionalizzazione degli spostamenti dei dipendenti, con l’obiettivo di ridurre i costi logistici e migliorare l’efficienza operativa delle aziende. Questo approccio era infatti spesso limitato alla gestione dei parcheggi, alla promozione dell’uso di navette aziendali o al coordinamento di servizi di carpooling interno.
Oggi, il contesto in cui opera il mobility manager è molto più complesso e articolato. L’attenzione globale verso la riduzione delle emissioni di CO2, la transizione ecologica e le nuove modalità di lavoro, come lo smart working, hanno ampliato le sue competenze e responsabilità. Non si tratta più solo di ridurre i costi, ma di ripensare completamente le modalità di spostamento dei dipendenti e, in certi casi, dell’intera comunità aziendale. Il mobility manager deve sviluppare piani di mobilità aziendale sostenibile, che incoraggiano l’uso di trasporti pubblici, biciclette e veicoli elettrici, promuovendo anche la mobilità dolce e l’intermodalità. Il PLCL (piani spostamento casa-lavoro)
La collaborazione con le amministrazioni locali e la conoscenza delle normative, come le Linee guida per la predisposizione dei PSCL – Piani degli Spostamenti Casa-Lavoro
in materia di mobilità sostenibile sono diventati elementi essenziali. Inoltre, l’utilizzo di tecnologie avanzate come app per il monitoraggio degli spostamenti, software di analisi dei dati e piattaforme di condivisione, ha permesso al mobility manager di basare le proprie decisioni su dati concreti, facilitando così l’ottimizzazione dei flussi di mobilità.
Le sinergie con le Risorse Umane
Una visione più olistica del mondo aziendale secondo la quale la mobilità è considerata un elemento chiave del benessere lavorativo sta portando in questi ultimi anni anche a una nuova sinergia tra mobility manager e HR.
Attraverso l’analisi dei dati relativi agli spostamenti, i mobility manager possono fornire per esempio feedback preziosi agli HR sulla soddisfazione dei dipendenti e sull’efficacia delle politiche di lavoro flessibile. Questa collaborazione consente di sviluppare strategie mirate che non solo ottimizzano i costi di trasporto, ma anche migliorano l’esperienza lavorativa, promuovendo stili di vita più sani e sostenibili. In questo contesto, la collaborazione tra i due reparti può portare a implementare iniziative come incentivi per l’uso di mezzi di trasporto ecologici e programmi di mobilità che rispondano alle esigenze reali dei lavoratori, creando un ambiente di lavoro più attrattivo e responsabile.