Leadership team o Comitato di direzione: solo una differenza di terminologia?

Quand’è esattamente che i Comitati di direzione si sono trasformati in Leadership team? Qual è il significato profondo di questo cambiamento nel nome e l’impatto positivo che può avere sull’intera organizzazione? Ne parla Roberto Degli Esposti, Executive Business Coach e Managing Partner di Performant by SCOA.

|| A cura di Performant

Qual è stato il momento in cui un gruppo di persone che ricoprono le posizioni di vertice di un’azienda hanno smesso di definirsi membri del Comitato di direzione e sono diventati componenti di un Leadership team? E cosa è strutturalmente cambiato oltre al nome? Si incontrano in giorni diversi da prima, trascorrono più o meno tempo insieme, si occupano di cose diverse da quelle di cui si occupavano prima, adottano regole e comportamenti che prima neanche si immaginavano, lavorano diversamente?

Si potrebbe facilmente proseguire questa lista di domande con il probabile risultato di mettere a fuoco con ancora maggiore chiarezza che, al di là del nome, poco è cambiato. Eppure nel frattempo il mondo è precipitato nel futuro.

Leadership Team

Spesso, per comprendere come stare nel futuro in cui viviamo, occorre riconoscere il senso ultimo delle cose che facciamo partendo dalla radice, dal principio.

Secondo una ricerca storica condotta per conto di Performant by SCOA, la parola team compare per la prima volta in un libro inglese, della metà del 1700, dedicato a descrivere la vita di campagna.

In questo si racconta tra l’altro della pratica, a quel tempo piuttosto diffusa, rappresentata da un gruppo di bambini numericamente ridotto (7-8) che si divertono giocando ad un gioco di scambio di ruoli e posizioni sul terreno, lanciandosi una palla l’un l’altro e talvolta colpendola con un bastone. La parte narrativa è corredata da un disegno in cui viene ben rappresentata questa dinamica, tanto da far pensare ad una specie di gioco del baseball ante litteram.

Se proviamo per un attimo ad associare la nostra percezione riguardo un membro di comitato di direzione, oppure la nostra esperienza diretta nel ruolo, a parole e concetti quali “gioco”, “scambio di ruoli e posizioni”, “divertimento”, proviamo un senso di incompatibilità tra questi ultimi e le dinamiche che ci possono venire in mente nell’ambito dei Comitati di direzione.

Forse è  semplicemente per questo che il Team Coaching, la più recente tra le applicazioni della disciplina del Coaching, risulta particolarmente impegnativo quando viene applicato nell’ambito degli allora Comitati di direzione, oggi definiti appunto Leadership team.

I Comitati di direzione nascono per essere una cosa totalmente diversa da un team e, quando un amministratore delegato decide di intraprendere il percorso di trasformazione da Comitato a Team, è bene che sia consapevole che sarà un lavoro impegnativo e piuttosto lungo. Ma porterà dei risultati straordinari!

Potremmo dire che il Team Coaching sta al Coaching one to one come la sociologia sta alla psicologia. La piattaforma di base del Coaching one to one mira alla presa di consapevolezza attraverso la messa in esercizio di pratiche comportamentali intenzionali combinate con pratiche riflessive. Questo processo, nel Team Coaching, si declina combinando le dinamiche di gruppo con la pratica del dialogo.

Dunque pur essendoci molte similitudini e restando validi gli strumenti di base, il Team Coaching, soprattutto se applicato a livello di vertici aziendali, comporta una dimestichezza con interazioni interpersonali molto articolate, fortemente condizionate e filtrate dalla posizione che le persone ricoprono e che si sentono in dovere di interpretare.

Ma al di là delle sfide pratiche e metodologiche, perché oggi il Team Coaching è sempre più di frequente adottato come strumento per affrontare le sfide più severe delle organizzazioni, comprese quelle che fanno capo ai vertici aziendali?

Perchè far funzionare i team è la soluzione. È la soluzione che combina migliori performance con maggiore benessere e migliore ingaggio delle persone. E quando questo avviene a livello di vertice l’effetto sull’organizzazione nella sua interezza è dirompente.

Dunque, se si ha intenzione di far evolvere le cose, forse cambiare nome non basta.

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