Le potenzialità del metaverso per le risorse umane
Qual è oggi la percezione del metaverso da parte degli HR? Quale utilizzo ne prospettano in azienda, soprattutto in ambito formativo e di engagement? Lorenzo Cappannari, Ceo di Anothereality ed esperto di immersive XR (eXtended Reality, AR/VR/MR) ha intervistato per noi alcuni HRD per approfondire il potenziale dei metambienti virtuali nello sviluppo di percorsi di apprendimento, ingaggio e team building.
La tecnologia del metaverso sembra entrata quasi prepotentemente in diverse sfere della nostra vita, portando le interazioni tra reale e virtuale a livelli molto più precisi e realistici rispetto a quelle possibili tramite la realtà virtuale e l’aumentata.
Il metaverso potrebbe dunque aprire nuovi spazi e modalità differenti anche per il mondo dell’HR, al quale offre opportunità di utilizzo in diversi ambiti, dalla formazione al team building, via via fino all’onboarding: esperienze immersive, interazioni fra avatar potrebbero essere il futuro, ma per vincere le ritrosie delle generazioni meno avvezze all’uso della tecnologia, il passaggio all’utilizzo del metaverso deve essere assolutamente graduale e il focus deve rimanere sul benessere dell’individuo. Non si può quindi prescindere dal sostenere l’introduzione del metaverso con un adeguato aggiornamento della cultura digitale dell’azienda e, ancor più importante, con la formazione di una leadership nuova, in grado di capire e gestire le nuove modalità tecnologiche e motivare le persone al loro utilizzo.
A tutta gamification
Attualmente i comparti HR stanno lavorando molto sulle soft skill per colmare i gap usciti con la pandemia e il lavoro da remoto: in questo caso il Metaverso potrebbe diventare un valido alleato per far emergere la proattività di ognuno: l’ambiente virtuale stimola le persone in maniera differente poiché le porta a vivere esperienze emotivamente d’impatto.
L’onboarding è sicuramente uno degli ambiti che consentirebbe un uso proficuo del metaverso: si potrebbe infatti pensare a un primo approccio digitale ricreando l’ambiente aziendale nel quale l’avatar – che il nuovo assunto si è creato – può visitare i diversi spazi, entrare nell’ufficio del personale, scaricare materiale utile, e ricevere tutte le necessarie informazioni preliminari.
Nel team building, invece, l’utilizzo del metaverso deve essere particolarmente cauto e bisogna verificare costantemente la qualità e il livello di interazione tra i partecipanti: la tecnologia, se ben utilizzata, riesce a creare community ed engagement – come capita nel mondo dei videogiochi da dove il metaverso proviene – e questo avviene soprattutto nelle nuove generazioni (il metaverso diventa quindi utile per attrarre in aziendale nuove generazioni e interagire con loro).
Anche la formazione ambientata in realtà immersive creerebbe sicuramente engagement e valore aggiunto emotivo, elementi fondamentali per comprendere e apprendere, anche se in questo ambito la supervisione umana è ancora necessaria, soprattutto quando si parla di formazione applicata alle soft skill e alle competenze comportamentali.
L’opinione degli HR
Se la teoria afferma che il metaverso potrebbe – il condizionale è ancora d’obbligo – avere diverse applicazioni nelle Risorse Umane, un’indagine di HR Link rivolta agli HRD ha messo in luce che il 51,3% degli intervistati sarebbe incuriosito dall’organizzazione di un team building in uno spazio virtuale pur non avendone ancora pienamente chiare le potenzialità, mentre il 17,9% lo considera ancora prematuro. Per quanto concerne invece la formazione delle soft skill, quasi il 50% degli intervistati pensa che vada ancora erogata in presenza, anche se potrebbe prendere in considerazione una situazione ibrida, con il supporto di strumenti nuovi come il metaverso. Cambiano invece le percentuali quando la domanda diventa più specifica e riguarda la formazione delle soft skill nelle nuove generazioni, quelle già abituate al metaverso e alla realtà virtuale di tantissimi videogiochi: in questo caso, quasi l’80% degli HRD concorda sull’utilità del metaverso come modalità di interazione per creare engagement in azienda. Infine, il 56,4% degli intervistati sarebbe disposto a usare in azienda un metaverso esperienziale per attività di formazione ed engagement, anche se il 66,7% afferma che potrebbero apprezzarlo solo i più giovani.
Le conclusioni
Volendo riassumere i punti salienti emersi dalle varie interviste, appare chiaro come tutti abbiano dovuto affrontare in gran velocità il cambiamento dovuto alla pandemia e allo smart working: questo ha permesso un passaggio “accelerato” a piattaforme informatiche come Teams per la comunicazione e di conseguenza un’accelerazione sull’apprendimento di competenze digitali. Dall’altro sono per tutti evidenti le sfide relative all’onboarding, alla formazione di soft skill e al mantenere il senso di appartenenza delle persone in azienda.
«Discutendo di ipotetiche soluzioni basate sul metaverso, o in generale gamificate/ludicizzate – analizza i dati Lorenzo Cappannari, Ceo di Anothereality – c’è un generale interesse ed è mediamente consolidato che una soluzione simile funzionerebbe molto bene per le nuove leve e per la popolazione più giovane, mentre ci sono un po’ più di dubbi sulla resistenza che potrebbe essere posta inizialmente dalla popolazione più anziana. Emerge infine la necessità di formazione specifica relativa proprio a come gestire il lavoro da remoto o in modalità ibrida, e per l’utilizzo di queste tecnologie potenziali nuove come il metaverso».
Si ringraziano tutti gli HRD che hanno risposto alla survey, e in particolare coloro che ci hanno dedicato il proprio tempo per le interviste qualitative: Alessandro Castelli, Chief HR Officer, Communication, ESG, Organizational asset, Property and Mobility management di Crédit Agricole Vita Spa; Barbara Di Pietro, Head of Organisation & Selection di Leonardo Cyber & Security Solutions Division; Andrea Franco, Senior VP Industrial and Engineering Functions, Transformation Office and Communication di Marelli; Anna llliano, Chief Transformation and People Officer di Ma Group; Nicola Ladisa, HR & Organization Director di Holding De Agostini Spa; Simona Liguoro, HR Director Italy di Nespresso; Marco Monga, Human Capital and Organization Director dell’Istituto Italiano di Tecnologia.