Le migliori academy aziendali: struttura e governance
Le Academy aziendali sono in rapida evoluzione. Quali tipologie di strutture formative si stanno affermando? Come sono composte e gestite le faculty di docenti interni e quali sono le figure emergenti nella gestione della formazione aziendale? Come sono selezionati, formati e certificati i formatori interni? Come sono gestite le faculty tecniche? Gli esempi di Comau e IP-Gruppo API.
Le riflessioni e le valutazioni sul modello di crescita e sviluppo di una Academy aziendale iniziano sempre dall’analisi della sua struttura e delle logiche che la governano, perché sono gli elementi che ne definiscono il perimetro di azione e le potenzialità della crescita del ruolo di formazione in azienda. La struttura è descritta da una serie di indicatori, quali il numero delle risorse che compongono il team della formazione, le specializzazioni presenti, le attività realizzate e la collocazione organizzativa. Ognuno di questi aspetti rivela e definisce lo spazio di azione ma soprattutto la vision e la mission assegnate alla formazione all’interno dei processi e delle strategie aziendali.
Diventa quindi interessante vedere come le aziende si organizzano per gestire le attività formative, con quali logiche, con quali metodi e soprattutto con quali obiettivi; obiettivi che diventano sempre più ambiziosi e strutturati via via che il ruolo dell’Academy si configura come interlocutore privilegiato e partner strategico della Direzione. Interessanti, a riguardo, gli esempi di due Academy aziendali, quella di Comau, e quella di IP-Gruppo API.
L’esperienza di Comau
Comau è un’azienda leader, a livello globale, nel campo dell’automazione industriale, dell’elettrificazione e della robotica, con centro direzionale a Torino e sedi in 13 Paesi nel mondo, in cui operano oltre 4.000 persone. A raccontarci l’esperienza di Comau è Ezio Fregnan, direttore dell’Academy.
Come nasce la Comau Academy?
«Comau, attraverso la sua learning factory, la Comau Academy, si occupa da sempre dell’aggiornamento professionale – tecnico e manageriale – dei suoi dipendenti. Partendo da questa esperienza, nel corso degli anni, ha iniziato a mettere a disposizione le proprie competenze anche all’esterno del perimetro aziendale, con l’obiettivo di dare un contributo concreto alla crescita delle nuove generazioni e allo sviluppo di una nuova “cultura dell’automazione”. Da questo approccio sono nate iniziative didattiche innovative, che utilizzano la robotica e le tecnologie abilitanti per la formazione di un pubblico ampio e diversificato. Dal 2012 a oggi, la Comau Academy ha formato più di 20.000 persone di tutte le età e provenienze, coinvolgendo nei propri percorsi educativi oltre 320 docenti interni ed esterni».
Cosa ha spinto Comau a questa apertura?
«Forte di un lungo e consolidato know-how, frutto di oltre 45 anni di presenza sul mercato in tutto il mondo, Comau ha sentito la necessità di condividere il proprio bagaglio di competenze anche all’esterno della sua azienda, contribuendo alla diffusione di un sapere tecnologico e di una cultura d’impresa indispensabili per operare all’interno del sistema economico e sociale in continua evoluzione che caratterizza la Quarta rivoluzione industriale. Negli anni, la Comau Academy si è dunque impegnata in progetti che promuovono un’innovazione aperta, condivisa, basata su un costante scambio e arricchimento di competenze. Caratteristica fondante delle attività della Comau Academy è infatti la contaminazione di “saperi” diversi, oggi indispensabile per preparare in modo completo ed efficace giovani, studenti, professionisti e manager d’azienda. Per questo motivo, la Comau Academy ha alimentato anche la creazione di un vero e proprio “ecosistema formativo”, all’interno del quale vengono progettati e realizzati percorsi didattici sempre più specifici e innovativi, in collaborazione con business school, università, centri di ricerca, enti di formazione e realtà scolastiche d’eccellenza».
In che modo e con quali proposte?
«Per formare le nuove figure professionali richieste dall’Industria 4.0, la Comau Academy ha collaborato con realtà accademiche d’eccellenza, come il Politecnico di Torino e di Milano, l’Università degli Studi di Torino e l’Università Cattolica di Milano, per la realizzazione di corsi interdisciplinari che toccano vari aspetti della trasformazione tecnologica e manageriale che sta interessando il mondo delle imprese. Sempre in collaborazione con importanti enti formativi, come la ESCP Business School, sono stati avviati percorsi di specializzazione post laurea per aggiornare dirigenti e manager su temi di grande attualità, come la digital transformation, la manufacturing automation e il project management. Per i più giovani sono state organizzate iniziative mirate, come le Summer School e progetti di alternanza scuola-lavoro riconosciuti dal MIUR. Inoltre, cogliendo un interesse crescente verso la robotica e le nuove tecnologie da parte di bambini e ragazzi, Comau ha progettato e.DO, un robot con finalità educative, utile per lo studio del coding e dei principi base della robotica, ma anche per imparare in modo intuitivo e divertente materie scolastiche fondamentali per il futuro, come le Stem, e approfondire cultura del lavoro e soft skills. Grazie alle sue potenzialità, e.DO è diventato il fulcro della piattaforma e.DO Experience, attraverso cui la Comau Academy mette a disposizione di un pubblico con diverse età e competenze diverse opportunità didattiche. Tra queste, i Learning Centers, veri e propri centri di formazione focalizzati sulla robotica educativa; i Learning Lab, programmi su misura che permettono agli insegnanti di gestire autonomamente dei laboratori di robotica; infine, il Patentino della robotica, un percorso che permette agli studenti di diventare esperti di robotica, imparando a programmare e controllare e.DO».
Sotto quale profilo la Comau Academy può essere considerata un benchmark?
«L’esperienza realizzata da Comau insegna che la cultura e le conoscenze che caratterizzano il sistema industriale, quando vengono condivisi al di fuori di un contesto aziendale, possono arricchire e valorizzare anche il mondo scolastico e professionale. Inoltre, sottolinea come tali competenze hanno maggior valore ed efficacia quando vengono sviluppate all’interno di un nuovo paradigma educativo, basato sulla collaborazione di tutti gli stakeholders impegnati nell’ideazione di una proposta didattica».
L’esempio di IP – Gruppo API
Diversa l’esperienza di IP – Gruppo API, uno dei più grandi gruppi del settore downstream in Italia. Nel 2019, con l’acquisizione dei TotalErg, si è reso necessario un restyling della società: con 6 miliardi di fatturato, 1.100 dipendenti, oltre 4.500 punti vendita e 2.000 spazi e aree commerciali, serviva un approccio diverso per creare senso di appartenenza sotto il segno IP e coinvolgere in un progetto di creazione di valori e competenze tantissimi collaboratori con età, esperienze e formazioni diverse.
È da questa esigenza, ci racconta Corrado Speroni, Head of Logistics & distribution, che è nata la Corporate Academy, con gli obiettivi di creare una cultura aziendale condivisa, consolidare e sviluppare le nuove competenze e cogliere le opportunità del cambiamento dei contesti di riferimento.
Quali sono i pilastri della Corporate Academy di IP – Gruppo API?
«La nostra Corporate Academy è fondata su diversi capisaldi. Primo, mettere il cliente al centro della strategia aziendale. Per fare questo sono stati coinvolti alcuni manager in una attività sul campo: ognuno di loro ha lavorato una settimana in un punto vendita e da questa esperienza sono nate tante nuove proposte ora in atto.
In secondo luogo, sostenere un approccio alla sostenibilità. Per una realtà come IP, la sostenibilità è realmente una grande sfida! Fare qualcosa di concreto e di immediato è il segno reale di un cambiamento. Tra tanti progetto nati, il principale è Optimo, un carburante che contribuisce alla riduzione dei consumi, dell’impatto ambientale e al miglioramento delle prestazioni senza che questo si traduca in un cambiamento di prezzo per il cliente. Tutte le attività sono poi state rendicontate volontariamente nel nostro bilancio di sostenibilità.
Terzo, non meno importante, costruire un core curriculum, un linguaggio comune per creare una conoscenza manageriale condivisa, cui si aggiunge l’impegno a formare ed aggiornare le professionalità specialistiche interne, partendo da tutti i dipendenti e dai partner che lo richiedano. In questo ambito il tassello più importante riguarda la formazione per i gestori.
Da citare poi conferenze, incontri, workshop e lezioni per giovani dai 15 ai 30 anni, con un focus sullo sviluppo che avanza velocemente, le auto elettriche e i carburanti alternativi».
Cosa caratterizza l’offerta della Corporate Academy di IP – Gruppo API?
«La più interessante caratteristica dell’Academy di IP è quella di essere un ente accreditato dalla Regione Marche, l’unica ad aver accreditato una corporate Academy. Per far questo è stato cambiato lo statuto del Gruppo, che inizialmente non prevedeva di offrire formazione all’esterno, grazie a partner come l’Università Politecnica delle Marche, importanti realtà imprenditoriali del territorio e a una regione molto attiva e anticipatrice di certe tendenze.
I docenti della Academy sono sia interni, individuati tra i manager specializzati del Gruppo e in grado di offrire testimonianze pratiche, sia docenti esterni, scelti per ambito di competenza».
Qual è il metodo formativo adottato?
«Le aziende cominciano con un check up per individuare quali sono i bisogni e le lacune nel tessuto formativo. Al termine di questo check up sono chiari i fabbisogni specifici, e su questi si può costruire un percorso ad hoc e offrire risposte puntuali alle richieste formative, anche individuando possibili finanziamenti disponibili».
Cosa prevede l’Academy per la formazione della rete?
«Il gestore è al centro: è lui che si rivolge al cliente e che lo assiste in tutte le fasi di permanenza nel punto vendita, ed è quindi al gestore che è rivolta la formazione. Ma, per poter arrivare anche al singolo operatore della stazione di servizio, è necessario che la formazione sia fruibile da qualsiasi luogo in qualsiasi momento. Così è nata www.formazioneip.it, una piattaforma di formazione online creata soprattutto per gestori: è il modo più rapido per raggiungerli e per arrivare anche al singolo dipendente del punto di rifornimento. Per la realizzazione di questa piattaforma, fondamentale è stata la collaborazione con Skilla, specialmente per la creazione di moduli formativi che con linguaggio semplice potessero trasmettere concetti importanti… mobile first».
L’analisi
Dai due esempi di academy aziendale analizzati emerge con forza e chiarezza la consapevolezza come la crescita e lo sviluppo di un’organizzazione siano subordinati alla crescita e allo sviluppo delle proprie risorse. In un contesto dinamico e complesso, come quello che stiamo vivendo, diventa allora un fattore strategico dotarsi di una cabina di regia che guidi e sostenga l’empowerment delle persone e la capitalizzazione del know how aziendale. Questa cabina di regia non può che essere una Academy aziendale, che per poter essere incisiva ed efficace nel lungo termine ha la necessità di:
- forte commitment e sponsorship da parte della Direzione;
- stretta e diretta connessione con il business e le strategie aziendali;
- offerta formativa di alta qualità, frutto di collaborazioni con università e organizzazioni specialistiche;
- collegamento dei percorsi formativi con le politiche delle RU;
- un sistema di KPI in grado di misurare oltre che l’efficienza soprattutto il valore generato;
- un’efficace comunicazione interna ed esterna.