Lavorare nel Metaverso sì, ma come?

Dopo l’OnMetaverse Summit, si apre il dibattito su Metaverso e gestione del personale, che svela interessanti scenari futuri e implicazioni importanti per gli Hr. Vediamo cosa è emerso e qual è il parere degli esperti.

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Oggi, il Metaverso e, di conseguenza, la mixed reality esercitano un forte impatto su praticamente ogni aspetto della nostra vita, sfera lavorativa inclusa. La commistione tra vita reale e realtà virtuale porta ovviamente con sé alcuni temi cruciali da affrontare, come la sostenibilità e gli aspetti etici abbinati all’uso delle tecnologie stesse, solo per citarne un paio. 

Di questo – e molto altro – si è parlato all’OnMetaverse Summit, la conferenza internazionale di Fiera Milano del 9 novembre dedicata alle ultime tecnologie di realtà immersiva, organizzata in partnership con AnotheReality – realtà all’avanguardia nel Metaverso e Web 3 – tra i leader di mercato nella realizzazione di tecnologie volte a migliorare l’esperienza dell’utente finale nell’ecosistema digitale.  

Istituto Marangoni: pioniere nel Metaverso 

Se è vero, dunque, che le tecnologie di oggi sono portatrici di un cambiamento drastico ed epocale che porterà alla transizione dall’analogico al digitale di molte esperienze quotidiane, è di conseguenza vero che la scuola è chiamata in prima linea per indagare quali saranno le figure lavorative del futuro – e formarle – e, nel dettaglio, come si possa aiutare e incoraggiare il cambiamento, umanizzandolo e rendendolo più vicino alle persone. 

Afferma Sergio Nava, Director of Education della Scuola di design 

«La figura dell’architetto/designer è una figura importante e decisiva, in quanto il ruolo del designer è quello di fare in modo che la società accetti e si relazioni ai cambiamenti tecnologici attraverso delle interfacce che permettano di introdurre nella società i cambiamenti stessi. Da cinque anni Istituto Marangoni collabora con Snapchat: nel 2021 l’app americana ha lanciato la landmark technology per geolocalizzare nell’ambiente reale contenuti digitali e nel 2022 la nostra scuola ha utilizzato questa nuova tecnologia per realizzare la prima mostra in realtà aumentata, geolocalizzando complementi di arredo nel “Milano Design District” durante il Fuorisalone». Non solo. Nel 2021/2022 Istituto Marangoni crea il suo Metaverso, all’interno del quale gli studenti possono interagire e frequentare laboratori – è inoltre partito un nuovo master per formare figure professionali che siano in grado di progettare nella mixed reality –: «Costruire un Metaverso – commenta ancora Nava – non significa progettarne l’estetica ma soprattutto costruire delle esperienze che siano in grado di regalare al fruitore un valore aggiunto rispetto alla realtà».  

Quali competenze servono per lavorare nel Metaverso? 

«Oggi sono richieste principalmente competenze tech, per la progettazione e realizzazione delle tecnologie abilitanti» afferma Lorenzo Cappannari, Ceo & Co-Founder di AnotheReality. «Il Metaverso sta attraversando la propria fase fondativa, per questo sono necessari builder, ovvero “costruttori” che abbiano la capacità di porre le basi tecniche per i mondi virtuali così che questi poi possano essere abitati. Solo dopo aver superato la fase iniziale emergerà l’esigenza di altre figure professionali, come creator, performer, participant e bridger. L’obiettivo dei mondi virtuali, infatti, è quello di rappresentare una valida, se non migliore, alternativa al mondo fisico. Per essere tale, la realtà immersiva deve essere un luogo abitabile, che in un certo senso mantenga una continuità con le attività quotidiane di ogni utente e allo stesso tempo se ne discosti, rappresentando un’opportunità per sperimentare ciò che nel mondo reale non è possibile.  

Sicuramente, per affrontare la transizione digitale, l’urgenza oggi è quella di scegliere e formare competenze nell’area ingegneristico-tecnologica, ma non appena i mondi virtuali saranno completi e abitabili sarà importante non sottovalutare che saranno molte e diversificate le competenze richieste per garantire attività e contenuti nel Metaverso».  

Il Metaverso come il sistema solare 

«Stiamo vivendo un’epoca in cui le tecnologie digitali stanno ridefinendo ogni aspetto della nostra vita, compreso il nostro approccio al lavoro. Il concetto di Metaverso sta emergendo come una delle più intriganti evoluzioni nel campo della tecnologia e dell’occupazione, pur essendo di recente stato eclissato dalla Generative AI» spiega Marco Gallus, Responsabile Network Training & Development di Azimut. 

«In generale, possiamo definire il Metaverso come l’insieme di mondi virtuali immersivi – spiega ancora Gallus –, ognuno offrendo servizi o attività diverse per gli utenti in tutto il mondo. Potremmo immaginare il Metaverso come il nostro sistema solare e ogni mondo virtuale al suo interno come un pianeta. Ogni pianeta potrebbe essere controllato indipendentemente da una persona o da un’azienda, con le proprie regole e sistemi. Insieme, i pianeti costituiscono l’intero sistema solare, che nessuna singola entità controlla. I mondi virtuali sono indipendenti l’uno dall’altro: possono avere regole, caratteristiche e servizi diversi per gli utenti, ma sono interoperabili, il che significa che gli utenti possono spostarsi senza soluzione di continuità da un mondo all’altro.  

Caratteristica del Metaverso è la decentralizzazione, il che significa che nessuna singola entità ne controlla l’intera struttura. Il mondo della tua azienda sarà controllato dalla tua azienda: i servizi e le opportunità che offri dipendono interamente da te». 

Considerando la miriade di casi d’uso incentrati sui consumatori e sulle aziende che il Metaverso potrebbe soddisfare, un rapporto di McKinsey & Company evidenzia il potenziale della tecnologia di generare un valore fino a 5.000 miliardi di dollari entro il 2030. 

Training e gamification nel Metaverso 

«È importante ricordare che sfruttare realtà simulate per la formazione e il training è un’intuizione che appartiene al mondo del gaming e che il Metaverso ha ereditato, facendo della gamification il proprio layer fondativo: il settore dell’intrattenimento è stato il suo primo mercato di espansione – afferma Cappannari –. Se pensiamo infatti ai learning game, è chiaro l’elemento educativo dei giochi virtuali, che permettono di “imparare divertendosi” mantenendo alto l’engagement e l’attenzione, e, allo stesso tempo, aumentando la retention formativa.  

Una delle qualità più vantaggiose e sfruttabili del Metaverso, inoltre, è proprio quella di simulare delle esperienze che permettano di formare e addestrare il personale in modo protetto, sicuro ed estremamente efficace. Oltre a generare le stesse emozioni esperibili nel mondo reale, tramite l’allenamento in realtà immersiva è possibile sviluppare la memoria muscolare grazie alla riproduzione di una determinata attività. Per natura, infatti, l’uomo apprende più velocemente e in modo più profondo quando sperimenta in prima persona. Il training tramite la realtà virtuale o il Metaverso, come dimostrano molti studi, ha un impatto maggiore sul nostro cervello e quindi sull’apprendimento fisico-motorio, ma anche emotivo. Le tecnologie immersive rappresentano quindi una grandissima opportunità per la formazione aziendale: questa loro caratteristica, l’unire emozioni forti ai movimenti del corpo in un ambiente simulato, le rende ottimali per creare qualsiasi tipo di simulatore, in particolare quelli che servono ad allenare la mobilità per svolgere attività complesse, come le simulazioni per la manutenzione di prodotti di ingegneria, ma anche per stimolare la creatività e nuove idee per chi lavora in ufficio».  

Gli ambiti di maggior implicazione 

Come dimostra una ricerca di McKinsey, l’implementazione delle iniziative del Metaverso sta aumentando, con i settori del marketing, della formazione e riunioni in prima linea. 

Le sue implicazioni nel mondo aziendale, almeno quelle già note, sembra possano influenzare diversi ambiti, alcuni dei quali subiranno un impatto maggiore rispetto ad altri. 

«Nel marketing per esempio – interviene Gallus –, il Metaverso creerà nuove opportunità di engagement per costruire relazioni con i clienti attraverso esperienze virtuali, affrontando l’importanza crescente dell’e-commerce e del content marketing. Verranno anche creati nuovi canali di vendita e con i negozi virtuali arrivano anche beni virtuali, mentre la brand identity sarà rinforzata; con esperienze memorabili basate sul Metaverso, eventi virtuali coinvolgenti e spazi interattivi, si potranno infatti creare un’identità distintiva del marchio basata sulle interazioni dei clienti con il marchio stesso».  

Il ruolo degli HR 

In questo contesto, anche il ruolo degli HR Manager sta subendo una vera rivoluzione. Questi professionisti svolgono un ruolo cruciale nel guidare la trasformazione in atto e nell’adattare le consuete pratiche delle risorse umane a questo nuovo ambiente digitale. 

«La formazione sarà rivoluzionata grazie alla capacità di creare simulazioni realistiche e interattive – prosegue ancora Gallus –. I dipendenti potranno praticare e acquisire competenze in contesti virtuali, riducendo i costi e i rischi associati alla formazione tradizionale. Inoltre, utilizzando la formazione in realtà virtuale nel Metaverso, l’azienda potrà gestire l’onboarding e formare i collaboratori in modo più efficiente e approfondito. Velocizzare l’operatività più che mai e ottimizzare ulteriormente la formazione con dati misurabili. La maggiore sfida è quella di rendere le esperienze sempre più immersive e realistiche in modo da consentire ai dipendenti di praticare e migliorare le loro competenze interpersonali in un ambiente controllato. Tuttavia, è necessario affrontare queste sfide e garantire che tali programmi siano inclusivi e personalizzati per massimizzarne l’efficacia». 

Il Metaverso diventerà in breve tempo un nuovo modo per selezionare e reclutare i candidati e alcune aziende stanno già sperimentando questa possibilità: «Si possono creare ambienti virtuali in cui organizzare test su abilità specifiche dei candidati, dove interagire con rappresentanti dell’azienda e partecipare a simulazioni di situazioni di lavoro – chiarisce Gallus –. Associati a questi benefici, esistono anche diversi punti di attenzione di cui gli HR e le aziende devono tener conto per poter capitalizzare appieno i benefici del Metaverso.  

Uno dei principali è quello che riguarda la gestione della privacy e della sicurezza dei dati all’interno di questi ambienti virtuali. Sarà necessario garantire che le informazioni sensibili siano protette e che vi siano meccanismi adeguati per prevenire intrusioni o violazioni della privacy. 

Il secondo riguarda la necessità di assicurare l’accesso equo e inclusivo per tutti i dipendenti. Le differenze nell’uso della tecnologia (es. analfabetismo digitale, larghezza di banda internet) o le potenziali barriere per le persone con disabilità devono essere affrontate per garantire l’equità nell’ambiente virtuale. Il terzo, ma non meno importante, ha a che fare con la necessità di rivedere le politiche di gestione delle risorse umane per adattarsi a un nuovo “mondo del lavoro”. Si dovranno sviluppare strumenti per valutare le prestazioni, garantire il benessere dei dipendenti e gestire il lavoro remoto in modo sempre più efficace e funzionale. La valutazione delle prestazioni e la supervisione del lavoro potrebbero richiedere nuove strategie per garantire che i dipendenti siano produttivi e che il loro benessere sia preservato all’interno di questi ambienti virtuali». 

Sfide importanti, dunque, che non devono però oscurare il grande potenziale che il Metaverso rappresenta per trasformare il modo in cui le aziende operano e gestiscono le risorse umane.  

Le aziende che adotteranno il Metaverso in modo strategico e innovativo potranno trarre vantaggio dall’attrazione e dalla fidelizzazione dei talenti, dall’aumento della produttività e dell’efficienza, dalla riduzione dei costi di viaggio e dell’impatto ambientale, dalla promozione della diversità e dell’inclusione e dalla creazione di un’esperienza di lavoro coinvolgente e soddisfacente per i dipendenti. 

«In definitiva, il Metaverso rappresenta una nuova frontiera per il mondo HR, una frontiera che richiederà una mentalità aperta, una creatività innovativa e una competenza tecnologica avanzata per essere sfruttata appieno. Le aziende che investiranno nel Metaverso oggi potranno essere in grado di plasmare il futuro del lavoro e guadagnare un vantaggio competitivo sul mercato del lavoro in continua evoluzione» chiosa Marco Gallus. 

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