Laboratorio 4.0, uno sguardo su un futuro possibile
Un volume della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, in collaborazione con la Fondazione Mast, su produzione, luoghi di lavoro e sapere umano al tempo della quarta rivoluzione industriale. Testi, foto e numeri per raccontare quei luoghi dove il cambiamento sta avvenendo, coinvolgendo persone e spazi fisici.
Non cambia solo il lavoro, cambiano anche i luoghi di lavoro. La quarta rivoluzione industriale ha un impatto fisico sullo spazio, le tecnologie fanno evolvere tempi, modi e luoghi di lavoro. Ma in che direzione sta andando questo cambiamento? È questa la domanda di fondo dell’indagine sul campo della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, in collaborazione con Fondazione Mast, confluita in un volume – Laboratorio 4.0. Produzione, luoghi di lavoro e sapere umano al tempo della quarta rivoluzione industriale – che combina testo e immagine, fotografie e numeri, per raccontare un mondo che cambia.
Futuro
Obiettivo degli autori (Riccardo Emilio Chesta, Alessandro Lusitani, Francesco Zanot e Andrea Zucca, con una prefazione di Massimiliano Tarantino) è quello di mostrare e raccontare i luoghi dove si intravedono pezzi di un futuro possibile, quei luoghi dove Industria 4.0 non è solo un slogan ma è trasformazione, quei posti di lavoro dove la pratica è stata più rapida della teoria. Lo hanno fatto andando sul territorio a intervistare e fotografare nove casi studio: WeMake (Milano), PoliHub (Milano), Superstudio Group (Milano), TAG Talent Garden (Milano), DWS Systems (Vicenza), Cosberg (Bergamo), MakeinBo-FabLab (Bologna), Mallinckrodt DAR srl – Gruppo Medtronic (Mirandola), Ducati (Bologna). Il volume, presentato nel corso di un evento pubblico al Mast, è la sintesi del viaggio nei luoghi di lavoro e delle competenze del futuro e delle nuove modalità di interazione e convivenza tra uomo e macchina.
Cambiamento
Nel volume vengono raccontate le fabbriche, i luoghi della produzione materiale che non sono i luoghi tipicamente incarnati dalla narrazione dominante sul nuovo lavoro, spesso riferita alle tech company senza scrivanie assegnate e cartellino da timbrare o agli headquarter delle fabbriche. Cambiano anche i luoghi della produzione e le persone che producono. “La Quarta rivoluzione industriale è una realtà complessa che richiede specializzazione e una predisposizione al cambiamento capace di attraversare in maniera organica le imprese, i cittadini, le istituzioni e il sistema della formazione – hanno scritto gli autori in occasione della presentazione pubblica del volume – Il progresso tecnologico, almeno per le mansioni non ripetitive, non minaccia di sostituire posti di lavoro, ma chiede ai lavoratori di estendere e potenziare le proprie capacità. Impone loro un saper fare di natura tecnica e specialistica, necessario per far funzionare le macchine e collaborare con esse, tanto all’interno della fabbrica quanto nei nuovi ecosistemi produttivi rappresentati dalle città”.