La trattativa K-Flex: un tempesta perfetta contro l’accordo
Gli eventi avversi che hanno concorso a rendere la chiusura della produzione della K-Flex sono stati molteplici e, come dice l’avvocato Fava, hanno contribuito a generare la tempesta perfetta
La trattativa K-Flex è stato oggetto di grande attenzione da parte di tutti i media.
Per mesi le parti in gioco, l’azienda da un lato e i 187 lavoratori, sono rimasti in stallo in una trattativa che si stava rivelando potenzialmente sanguinosa.
Gli interessi in gioco sembravano assolutamente incompatibili e, come spesso succede, le voci incontrollate sulla vicenda avevano creato false aspettative ed inasprito i toni del confronto.
Il destino dei lavoratori da una parte e la scelta economica e gestionale dell’azienda dall’altra erano legati all’esito di questa difficile trattativa.
Il caso K-Flex: il contesto
Lo studio legale Fava&Associati ha assistito L’ISOLANTE K-FLEX S.p.A., società specializzata e leader mondiale nella produzione e commercializzazione di profilati in gomma e P.V.C., nella complessa riorganizzazione aziendale riguardante la cessazione dell’attività produttiva in Italia.
Il “caso K-FLEX” ha occupato nei mesi scorsi le cronache nazionali di tutti i principali media ed è stato sottoposto all’attenzione di Parti Sociali e Istituzioni di Governo.
Dopo oltre 110 giorni di sciopero, numerosi incontri ai diversi tavoli di concertazione svolti in Assolombarda, Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Lombardia, la vertenza è stata risolta con uno “storico” accordo in sede giudiziale tra Società, OO.SS. e lavoratori, nel rispetto dell’equo contemperamento degli interessi e per la tutela di tutti, siglato lo scorso 15 maggio 2017, dinanzi al Tribunale di Monza.
L’avvocato Gabriele Fava ci ha raccontato i dettagli della vicenda e qui pubblichiamo la seconda parte dell’intervista dopo quella che potete trovare qui
La trattativa k-flex: gli eventi avversi
Gli eventi avversi che hanno concorso a rendere la chiusura della produzione nel sito collocato nell’hinterland Milanese sono stati molteplici, e come dice l’avvocato Fava, e hanno contribuito a generare la tempesta perfetta.
Il sito aveva necessità di essere messo a norma, con costi decisamente importanti. La scarsa collaborazione degli enti proposti e i tempi generati dalla macchina burocratica, per la ricerca di un nuovo sito, si sono resi incompatibili con le esigenze di produzione e sostenibilità.
L’aumento dei costi della materia prima hanno inoltre nel frattempo reso strutturalmente antieconomica la continuazione della produzione.
Questi elementi sommati tra loro hanno portato alla drastica e difficile decisione di chiudere.
Ciò che però ha reso la situazione ancora più ostica è stato la difficile situazione di contesto che si è generata.
Forte resistenza da parte delle istituzioni, un grande battage da parte dei media hanno reso incandescente il clima in cui si è cercato di giungere ad un accordo che con il passare del tempo è sembrato degenerare in uno scontro senza soluzione
L’intervento dello Studio Fava&Associati, i cui particolari verranno spiegati nelle prossime pubblicazioni, è stato dirimente.