La formazione? La fanno le agenzie per il lavoro
La rivoluzione 4.0 ha investito il mondo del lavoro senza risparmiare le figure tradizionali. In questo scenario, le agenzie di somministrazione hanno assunto un ruolo di primo piano nella formazione di profili sempre più specializzati e qualificati. Le esperienze di 4 big del settore
Competenze digitali, soft skill, alta specializzazione: la quarta rivoluzione industriale ha travolto il mondo del lavoro ed esige il massimo anche dalle figure professionali “tradizionali”. Secondo il rapporto Excelsior di Unioncamere e Anpal oltre il 70% delle persone che troveranno un’occupazione di qui al 2022 dovrà possedere competenze elevate, e il 35,8% high skills. Per citare solo qualche caso saranno necessarie competenze digitali per non meno del 71% degli installatori e riparatori di apparati elettrici, e per il 64% dei tecnici meccanici.
In uno scenario in cui la richiesta di lavoro qualificato è in continua crescita, anche il ruolo delle agenzie di somministrazione si va modificando: agli intermediari si chiede non più di essere semplici fornitori di manodopera, ma soggetti in grado di colmare le carenze per rispondere alla nuova domanda di specializzazione. D’altra parte lo chiede la legge: le agenzie devono destinare il 4% della retribuzione degli addetti a un progetto formativo, e almeno un terzo di coloro che seguono un percorso formativo deve accedere a un lavoro reale.
Ci sono però esperienze che fanno da modello per tutto il settore. È il caso di Randstad, che ha aperto al suo interno la divisione di Hr Solutions Youth@Work, con l’obiettivo di orientare e preparare i giovani al mercato del lavoro attraverso la realizzazione di percorsi di alternanza scuola lavoro e incontri di orientamento.
Gi Group ha invece puntato su tema dello skill shortage, la distanza tra le conoscenze apprese a scuola e le competenze richieste dalle imprese. Attraverso il processo Academy la società punta all’inserimento di profili specializzati nelle aziende progettando e realizzando percorsi formativi su misura sulla base delle esigenze delle imprese.
C’è poi la Manpower Academy, il progetto di upskilling che punta a formare competenze specifiche di settore per i distretti produttivi del Made in Italy, dal fashion al tessile, dal calzaturificio alla tecnologia. I corsi di formazione sono rivolti a disoccupati in possesso di competenze base hard e soft individuate con le aziende e valutate in fase di selezione.
Degno di nota, infine, è il progetto pilota di formazione e accompagnamento messo a punto da Quanta con il Ministero della Difesa per gli ex volontari, che mira a plasmare figure qualificate per le aziende che operano nel settore. L’iniziativa ha già coinvolto numerosi candidati, e propone corsi in tutta Italia.