La busta paga è sempre più influenzata dalla competenza
L’economia 4.0 valorizza il lavoro intellettuale, soprattutto le soft skill che possono valere anche il 40% della retribuzione. La formazione è fondamentale all’interno di uno scenario di profonda trasformazione per effetto dell’automazione dei processi. Le industries che valorizzano economicamente il lavoro intellettuale: farmaceutica e oil&gas
Può variare qualche dato percentuale, ma l’orientamento è chiaro: molte delle mansioni che oggi svolgiamo sul lavoro saranno svolte dai robot, da algoritmi o da sistemi di intelligenza artificiale. In questo scenario di grande cambiamento, le competenze sono fondamentali: sono un fatto di sopravvivenza e anche di salario. Ma non lo sono tutte allo stesso modo: l’economia 4.0 premia in modo particolare le soft skill.
Lo scenario
Secondo i dati Ocse il 14% dei lavori di “fabbrica” è a rischio a causa dell’automazione (si tratta di 66 milioni di lavoratori nei 32 paesi oggetto dello studio). Un ulteriore 34% subirà trasformazioni per effetto delle quali l’elemento operativo e manuale sarà sempre meno decisivo.
L’impatto dell’automazione nel lavoro è stato analizzato anche dal World Economic Forum nel The future of the Jobs Report 2018: nel documento si evidenzia il forte impatto dell’automazione nel mondo del lavoro e della produzione, ma si stima un aumento dei posti di lavoro al netto di quelli che saranno “distrutti” da robot e AI: 133 milioni di posti creati, 75 milioni cancellati. Ma il lavoro del futuro sarà completamente diverso da quello di oggi, per questo il WEF sostiene che sia imperativo morale delle imprese investire nella formazione delle risorse umane.
Competenze e salari
Tali cambiamenti avranno un impatto anche sulle retribuzioni, visto che già oggi le professioni “intellettuali” sono le meglio pagate in ogni settore. La partita dei compensi si giocherà sempre più sul terreno della formazione e delle competenze, non solo hard ma anche e soprattutto soft. Da una ricerca di Adecco Group, condotta in collaborazione con il Consorzio Milano Ricerche, Wollybi e Job Pricing, emerge che una delle skill più ricercate nei settori di produzione, industria e logistica è l’orientamento al cliente, che può valere fino al 42,6% dello stipendio. Capacità come problem solving e analisi arrivano a far guadagnare fino al 17,6% in più ai lavoratori del settore ristorazione e alberghiero. Anche la conoscenza dell’inglese, richiesta da circa il 43% degli annunci di lavoro, può generare un aumento della retribuzione fino al 15% nei settori HR, Segreteria e Acquisti. Mentre per l’autocontrollo si arriva al più 16,8% della retribuzione annua per chi è occupato nel settore medico, farmaceutico e scientifico. Per l’IT e il digital è l’orientamento alla qualità a fare la differenza, con un aumento che può arrivare fino al 8,5%. Il team working vale per commerciale, vendite e marketing il 13,8% in più di retribuzione annua.
Lavoro intellettuale
L’Osservatorio JobPricing ha elaborato la prima edizione della survey “Salary Ratings” con focus sulle retribuzioni di manager e white collar. Ne è emersa una classifica delle industries che meglio compensano i dipendenti di alto profilo oltre al ranking delle singole aziende in termini di retribuzione e dei migliori percorsi di carriera interna. In testa farmaceutica & biotech, seguono oil&gas e banche e servizi finanziari con una retribuzione annua lorda (RAL) che nei primi due casi si aggira sui 44 mila euro e nel terzo sui 42 mila.Una conferma che il lavoro intellettuale è meglio compensato in settori innovativi, considerando che la media delle 35 industry mappate dalla ricerca è di 35 mila euro e che un operaio si ferma sotto i 25 mila euro.
Pensiero e salario
Giuseppe Guerra, executive director di Spring Professional – la società di The Adecco Group specializzata in middle management – delinea come la ricerca di una gratificazione in busta paga non potrà prescindere dal lavoro “di pensiero”. “L’automazione industriale, il progresso digitale, la nascita di nuovi servizi spingeranno la crescita di professionalità che sono in genere meglio retribuite rispetto ai lavori manuali – ha dichiarato il manager – È evidente come la partita sui compensi e i percorsi di carriera si giochino sul terreno della formazione e delle competenze. Non solo hard, ma anche soft”.