Intelligenza artificiale, alleata nel processo di recruting
Software evoluti e intelligenza artificiale già sono usati da selezionatori e head hunters nel processo di reclutamento e in futuro saranno sempre più rilevanti. Diverse ricerche confermano questo trend
Nel processo di recruiting, il futuro è già arrivato: intelligenza artificiale (IA) e robotica sono già ampiamente utilizzate nella ricerca e nella selezione del personale e il loro ruolo diventerà sempre più rilevante nei prossimi anni. È quanto emerge dall’indagine, “Global Recruiting Trends 2018”, che LinkedIn ha condotto su un campione di 9 mila selezionatori e head hunters. Non siamo ancora arrivati al punto di usare i robot per i colloqui di lavoro, ma l’intelligenza artificiale già oggi aiuta i reclutatori a lavorare più velocemente, aiutandoli a identificare prima e meglio i candidati migliori ed eliminando quella quota di pregiudizi (i cosiddetti bias) che anche inconsciamente condizionano il processo di selezione. Ed è solo l’inizio, visto che ben il 76% degli intervistati da LinkedIn ha dichiarato che l’impatto dell’IA sarà sempre più rilevante nel prossimo futuro. Muoversi velocemente quando si ricevono 300 curricula per una sola posizione aperta e innumerevoli mail da parte dei candidati, non è facile.
Ecco allora che oggi l’uso di software avanzati, di chatbot e dell’IA permette di tagliare notevolmente i tempi: sono questi sistemi “intelligenti” a leggere i curricula contemporaneamente e a rispondere alle domande dei candidati, accelerando drasticamente il flusso di lavoro. In effetti per oltre il 50% degli intervistati l’IA è utile soprattutto nella fase di ricerca dei talenti e nella selezione dei candidati, perché fa risparmiare tempo, denaro ed elimina gli human bias.
A confermare questi dati c’è una ricerca, tutta italiana, condotta dall’Aidp (Associazione dei direttori del personale), secondo la quale oltre il 58% degli intervistati negli ultimi tre anni ha introdotto sistemi digitalizzati e automatizzati nei processi di reclutamento. In particolare, il 63% del campione ha utilizzato questi sistemi per le attività di pre-screening e per facilitare l’attività di selezione e il 45% per fare un’analisi automatizzata dei curricula e dei profili presenti nei data base. Percentuali minori ma significative, invece, per coloro che ricorrono all’intelligenza artificiale e alla chatbot per processi più complessi: il 27% ha dichiarato di utilizzare tali sistemi per fare un’analisi motivazionale del candidato tramite un check sui social e per verificare la sua web reputation, il 25% li ha utilizzati per fare interviste virtuali ai candidati e il 19% per un’analisi semantica dei curricula. Anche in questa ricerca, i vantaggi indicati dai direttori del personale dei software evoluti e dell’intelligenza artificiale sono essenzialmente la velocizzazione dei processi e la qualità della selezione. Nessuno degli intervistati ritiene comunque che in futuro l’IA e la robotica potranno completamente sostituire l’uomo nel processo di reclutamento.