Inflazione, ecco come cambiano gli stipendi
Continuano le ripercussioni economiche del conflitto ucraino, con una riduzione del 2,5% dei salari reali dei lavoratori di 13 stati europei, mentre i profitti delle imprese sembrano per ora attraversare indenni la crisi, con un aumento dell’1%. Secondo le previsioni dell’Etuc, la federazione europea dei sindacati, per far fronte a questa trasversale perdita del potere d’acquisto dei lavoratori servono politiche eque da parte delle aziende. Chi continua a generare utili deve condividerli con le proprie risorse mediante, tra le altre cose, tetti ai pagamenti dei dividendi e, soprattutto, aumenti salariali.
Sembra non avere battute d’arresto la crisi innescata dalla guerra in Ucraina (e innestatasi sui due anni, non facili, di pandemia): dopo il caro-bollette e l’aumento del costo delle materie prime, il conflitto riduce infatti anche il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti mentre – almeno per l’anno in corso – non intacca i profitti delle aziende. Preoccupanti i dati sul versante dei salari reali che, secondo le stime della federazione europea dei sindacati Etuc, si ridurranno del 2,5% nei tredici stati d’Europa presi in considerazione, mentre i profitti aumenteranno dell’1%. Nel dettaglio, in Italia il fenomeno sarà più lieve – con i salari reali in diminuzione a fine anno del 2,1% e i profitti reali delle società in aumento dello 0,8% – mentre sarà più marcato in altri stati, quali Repubblica Ceca (-9,2% in busta paga), Croazia (-3,1%), Spagna e Svezia (-3%); guideranno invece la “classifica” degli aumenti dei profitti Romania (+6,5%), Portogallo (+6,4%) e Polonia (+6,3%).
Quali soluzioni?
«Queste cifre mostrano chiaramente come i lavoratori dipendenti siano le prime vittime dell’aumento di una inflazione al traino di imprese che stanno facendo utili sulle strozzature negli approvvigionamenti a causa della pandemia e della guerra in Ucraina. Ci sono persone che non sono in grado di permettersi elementi essenziali di base come cibo, affitto o riscaldamento, nonostante lunghe ore di lavoro, mentre le società hanno aumentato la remunerazione degli azionisti», ha affermato la segretaria generale dell’Etuc, Esther Lynch. E proprio la federazione europea dei sindacati chiede misure a sostegno dei lavoratori: aumenti salariali per far fronte all’aumento del costo della vita in primis, ma anche un tetto al prezzo dei costi energetici, una tassa sugli utili in eccesso per finanziare il sostegno di coloro che sono più colpiti dal costo della vita e una serie di restrizioni al pagamenti dei dividendi, via via fino alla condivisione dei profitti in modo equo con i lavoratori che li creano. Oltre alle difficoltà oggettive e quotidiane, un abbassamento dei salari rischia di innescare un pericoloso circolo vizioso che porterà alla riduzione della domanda, amplificando così l’effetto generato dall’incremento dei tassi di interesse.