Il whistleblowing passa per le tecnologie che garantiscono l’anonimato
Un primo bilancio a due anni dall’entrata in vigore dalla norma che ha introdotto nell’ordinamento italiano la tutela della “soffiata”. Le imprese puntano su sportelli online con software open source per consentire la non tracciabilità di chi fa segnalazioni. Rapporto dell’Anticorruzione: in crescita il numero di gole profonde
Sono passati due anni da quando le leggi – in primis la legge 179 del 2017 – hanno obbligato i manager Hr a offrire strumenti su misura per i whistleblower, cioè i dipendenti che scelgono di denunciare comportamenti illeciti riscontrati nella propria organizzazione. In sostanza le imprese devono creare un canale di comunicazione, garantire la protezione dei dati e anche prevedere la possibilità di sanzionare chi lancia accuse infondate. Il tema è tra quelli che fanno discutere molto, ancora oggi. La possibilità per i dipendenti di “fare soffiate” nasce dall’esigenza della pubblica amministrazione di contrastare il malaffare o i cosiddetti fannulloni. Poi si è esteso all’impresa privata e al settore Hr. A due anni, si può fare un primo bilancio, basandosi sulle scelte fatte dalle imprese.
Le imprese
La strada più battuta dalle imprese, secondo una ricostruzione di scenario fatta dal Sole 24 Ore, che ha citato alcune practice di grandi imprese, sembra essere quella dello sportello online, con garanzia di anonimato attraverso l’utilizzo di software open source. Oltre a Randstad e alle ex Ferrovie Nord Milano (ora Gruppo Fnm), uno dei casi citati è quello di Edison. La società energetica ha una sezione del proprio sito dedicato al tema, con una policy dedicata. Anche in questo caso, il tema dell’anonimato è determinante. Dal sito Edison: “Per quanto riguarda la sicurezza tecnologica e la rintracciabilità del segnalante, abbiamo scelto di utilizzare una piattaforma tecnologica ampiamente collaudata e già implementata per il whistleblowing in contesti sociali caratterizzati da rischi personali elevati: Globaleaks, un software open source sviluppato da Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights (vedi paragrafo successivo, ndr.), che permette di dialogare in modo anonimo con il segnalante, senza possibilità, per il ricevente o altri soggetti, di rintracciare l’origine della segnalazione”.
La Pubblica Amministrazione
Nella PA gli strumenti per fare segnalazioni sono diversi. Il più recente è WhistleblowingPa, strumento informatico che consente agli enti pubblici di raccogliere segnalazioni anonime su corruzione e illeciti interni alle pubbliche amministrazioni, garantendo l’anonimato del segnalante. Lo hanno messo a punto le organizzazioni non-profit Transparency International Italia e Centro Hermes per la Trasparenza e i Diritti Umani Digitali. La nuova piattaforma è stata attivata in un momento di costante aumento della quantità di segnalazioni anonime, come testimoniato dall’ultimo rapporto annuale sul Whistleblowing pubblicato dall’Anac, che nei primi cinque mesi del 2018 ha ricevuto 621 segnalazioni, contro le 893 di tutto l’anno precedente. L’Anac ha una propria sezione dedicata al Whistleblowing