Il welfare aziendale è prioritario anche per le piccole imprese
I dati del Welfare Index Pmi: la quota di Pmi che hanno politiche di welfare per i propri dipendenti è in forte crescita. Quasi la metà delle piccole ha attivato progetti, mentre le imprese molto attive in welfare sono triplicate. Ma i programmi hanno successo solo se c’è ascolto dei lavoratori e sono considerati strategici per l’impresa
Il welfare è sempre più parte della cosiddetta retribuzione indiretta dei lavoratori italiani. La novità è che lo è sempre più nelle piccole e medie imprese, mentre fino a pochi anni fa era una prerogativa quasi esclusiva delle grandi aziende, luoghi di contrattazione ad alto tasso di sindacalizzazione. Oggi il welfare è incentivato, la conversione del premio in servizi è sostenuta da benefici fiscali, lo stile di vita delle persone è cambiato e nel lavoro non conta solo lo stipendio: una somma di fattori che sta producendo un forte cambiamento.
I dati
Oggi una piccola impresa su 2 è attiva in almeno quattro aree di welfare aziendale, e sono triplicate le imprese molto attive, pari al 19,6%. Questi i principali dati del Welfare Index Pmi 2019, promosso da Generali Italia con la partecipazione delle maggiori confederazioni italiane (Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni), che per il quarto anno hanno analizzato il livello di welfare in 4.561 piccole medie imprese italiane (più che raddoppiate rispetto al 2016). Le grandi restano avvantaggiate, con una quota di imprese molto attive del 71%. Ma nelle imprese di piccola e media dimensione la crescita è stata particolarmente veloce, e in tre anni la quota delle molto attive è più che raddoppiata. Nelle micro-imprese (meno di 10 addetti): dal 6,8% nel 2017 all’attuale 12,2%. Nelle piccole imprese (10-50 addetti): dall’11% nel 2016 al 24,8% di oggi. Nelle medie imprese (51-250 addetti): dal 20,8% nel 2016 al 45,3% di oggi, con un aumento particolarmente sostenuto nell’ultimo anno. Significativo anche il coinvolgimento dei dipendenti e l’impatto positivo sul business. Il 71,2% delle Pmi molto attive coinvolge i lavoratori per identificare le loro esigenze e quelle delle famiglie e delle comunità in cui operano; il 73,1% rileva impatti positivi sulla soddisfazione dei lavoratori e il 63,9% un aumento della produttività.
Index
Il Welfare Index PMI è stato creato per monitorare le iniziative di welfare delle imprese in dodici aree: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.
Welfare champion
Nel 2019 le imprese Welfare Champion, che hanno ottenuto le 5 W del rating Welfare Index PMI, sono salite a 68 (più che triplicate rispetto al 2017). Si tratta delle realtà caratterizzate dal sistema di welfare più ampio e che si contraddistinguono per numerosità e intensità delle iniziative, grado di coinvolgimento dei lavoratori e impegno economico e organizzativo nel welfare aziendale. Le imprese welfare champion sono state premiate nel corso dell’evento di presentazione dei dati 2019 dell’Index. I premiati sono: Agrimad, Europea Microfusioni Aerospaziali, Deangelis, Illumia, La Grande Casa, Mazzucchelli 1849, Rondi Maria Elena, Selle Royal, Spazio Aperto Servizi, Studio Sila, Umbragroup, Welcome Italia.
Priorità strategica
“Il Rapporto 2019 ci restituisce una fotografia unica: il welfare ha successo se è un progetto d’impresa coerente e strategico che parte dall’ascolto dei dipendenti – ha dichiarato Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italiae Global Business Lines – In Generali il welfare, da sempre parte integrante del nostro business di assicuratori, è una priorità strategica: dall’ascolto delle nostre 15 mila persone abbiamo costruito uno dei più completi e innovativi programmi di welfare in Italia”.