Il lavoro si trova on line: social media e bacheche annunci i canali più efficaci

Secondo la ricerca Work trend study 2021, tra gli strumenti più utilizzati per la ricerca di impiego crollano i siti aziendali, mentre cresce l’uso di Linkedin. La digital reputation del candidato diventa un fattore rilevante nel processo di valutazione.

social media

Il 70% dei candidati e quasi il 30% dei recruiter scelgono il digitale per la ricerca del lavoro e la selezione dei candidati. È quanto emerge dalla ricerca Work Trends Study 2021 condotta da Adecco in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha messo a confronto le abitudini dei candidati e le opinioni dei recruiter. Al primo posto come strumento più gettonato, per entrambe le categorie, si trovano le bacheche di annunci, utilizzate dall’87% dei candidati e dal 47% dei recruiter. Queste, inoltre, sono ritenute il canale più efficace da parte dei recruiter, ottenendo il 62,2% di voti positivi.

Un ottimo livello di efficacia viene riconosciuto anche ai social media, che ottengono il 58,6% di voti dei professionisti HR. Questi sono utilizzati dal 44% dei recruiter e dal 60% dei candidati, ma, rispetto alle rilevazioni fatte negli anni scorsi, si nota un’ulteriore polarizzazione nell’uso dei diversi social per la ricerca del lavoro. Facebook e Instagram, che nel 2019 erano utilizzati a questi scopi rispettivamente dal 31% e dal 10%, scendono al 27% e all’8%, mentre Linkedin sale dal 57% al 66%.

Dato ulteriormente interessante è la differenza del livello di istruzione di chi utilizza i social per trovare lavoro: si passa dal 46% di chi ha una qualifica professionale, al 53% di chi possiede un diploma di scuola secondaria, fino all’81% di chi ha un master.

Infine, come ultimo canale digitale, troviamo i siti aziendali. Sebbene siano utilizzati dal 70% dei candidati, risultano non solo i meno utilizzati dai recruiter (solo il 41% ne fa uso), ma da questi sono largamente considerati lo strumento meno efficace, con solo il 34% di voti positivi.

«L’emergenza pandemica, come noto, ha accelerato l’adozione di strumenti digitali nel mondo del lavoro e questo riguarda ovviamente anche il social recruiting – evidenzia Ivana Pais, professoressa ordinaria di Sociologia economica nella facoltà di Economia dell’Università Cattolica – In questa fase evidenziamo una crescita quantitativa del ricorso a questi strumenti, da parte di recruiter e candidati, senza che questo abbia finora determinato una trasformazione radicale delle relative logiche di utilizzo. Nei prossimi mesi saremo in grado di verificare il consolidamento di queste pratiche e il loro impatto nelle strategie di incontro tra domanda e offerta di lavoro»

In un mondo in cui cresce esponenzialmente il tempo trascorso sui social media, la digital reputation diventa un elemento fondamentale anche nella ricerca del lavoro: dalla ricerca emerge come per oltre il 30% dei recruiter la reputazione online del candidato sia un fattore rilevante nel processo di valutazione. «Bisogna considerare che da questi canali emergono l’esperienza professionale e la competenza sui contenuti postati – riferisce Stefano Camerini, Head of Customer attraction di The Adecco Group – ma anche interessi personali, commenti di altre persone, fotografie e tanto altro: tutti elementi che concorrono nel farsi l’idea del potenziale candidato».

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