Head hunting, i profili più ricercati per il nuovo anno
Digital, internazionalizzazione, finanza. Nel 2019 saranno le tre parole chiave dell’head hunting, in continuità con il trend degli anni precedenti. Chi ha esperienza e capacità in questi ambiti ha le carte per spuntare ottime offerte e scatti di carriera
«Le aziende hanno bisogno di manager che sappiano sviluppare il business, altri che siano capaci nelle vendite, altri in grado di controllare i processi finanziari» spiega Piero Silvaggio, managing partner di Horton International Italy, società tra le leader a livello globale nel servizio di executive search. Le parole chiave dell’head hunting per il 2019 saranno digital, internazionalizzazione e finanza, «tre esigenze strettamente legate alla domanda di profili c-level».
Ma vediamo nel dettaglio i trend del prossimo anno.
Il digital
«Fino a qualche tempo fa si diceva che il digital era il futuro. Ora, invece, è il presente obbligatorio: non più un “pezzo” da aggiungere all’organizzazione preesistente, bensì un aspetto da integrare in tutti gli ambiti aziendali. Siamo in piena digital transformation: il tema per le imprese non è più quello di aprire un canale e-commerce, ma di gestire i processi legati all’esigenza di omnicanalità. Oggi l’azienda deve essere contemporaneamente offline e online, su tutti i canali di contatto disponibili, con tutto ciò che comporta. Sono dunque diventati indispensabili profili come lo Chief digital officer, una figura con una solida formazione tecnica e competenze manageriali, che sia in grado di sviluppare il comparto digital di un’impresa integrandolo con la cultura e la strategia aziendale. Non è necessario che provenga dallo stesso settore. In questi casi può convenire all’azienda “pescare” in comparti dove il fenomeno è stato anticipato», spiega Silvaggio.
Controllo e finanza
Altro aspetto diventato essenziale per le imprese è il controllo finanziario: «Lo Chief financial officer è una figura che nel tempo ha acquisito un ruolo sempre più strategico», spiega l’head hunter «Ha in mano la gestione finanziaria dell’impresa, da lui dipendono fattori come la redditività del business. Per ambire a questo ruolo occorre una formazione specifica: è più facile per un controller accedere a questa posizione, che non per chi proviene da altri settori».
Internazionalizzazione
Lo abbiamo scritto anche sulle pagine di questo portale, le spinte all’internazionalizzazione si fanno sempre più forti e per le imprese allargare il mercato di riferimento – quando non è una necessità – è un’opportunità da non trascurare. «Indipendentemente dall’ambito di attività, l’azienda deve essere in grado di guardare agli scenari internazionali. E i focus sono adesso Stati Uniti e Far East», dice Silvaggio «Quando si tratta di scegliere profili executive, come quello di managing director, serve qualcuno che abbia esperienze nel mercato globale, conosca le sue dinamiche, abbia le soft skill che gli permettano di governare le problematiche legate all’internazionalizzazione. Un manager solido».