Great Place to Work 2016: le 25 migliori multinazionali
Great Place to Work 2016: ecco dove lavorare rende un luogo di lavoro meritevole di entrare a far parte della classifica del “Great place to work”? Quali sono le opinioni di coloro che fanno parte di queste aziende che tutti gli anni hanno il merito di comparvi?
I criteri che vengono utilizzati per inserire le aziende all’interno di questa classifica dedicata alle multinazionali sono stringenti e farne parte è un grande privilegio che premia l’impegno verso uno stile di gestione che fa della delle persone un punto focale.
“Great place to work “ parter di Fortune, ha incluso in questa sua lista le compagnie multinazionali che rispondono all seguenti caratteristiche: devono avere almeno 5000 collaboratori in tutto il mondo di cui il 40% che devono essere collocati il paesi diversi da quello in cui si trova la sede dell’azienda.
Devono inoltre comparire in almeno 5 classifiche nazionali in base all’applicazione dei loro “trust index employees surveyù2 e del ù2culture Audit Assessmet”.
Le 25 che compaiono nella lista sono Google, SAS istituto, W. L. Gore & Associates, Dell EMC, Daimler Financial Services, NetApp, Adecco , Autodesk, Belcorp, Falabella, Hyatt, Mars, Accor, Cisco, Cadence Design Systems, Atento, Hilton, Scotiabank, Diageo, S.C. Johnson, EY, Adobe, Monsanto, 3M, America Express .
Le testimonianze che sono state raccolte ci dicono di un grande senso di appartenenza, di soddisfazione per le opportunità di carriera, del clima di collaborazione e di competizione associato ad un o spirito di squadra, in cui l’aiuto reciproco e la possibilità di confrontarsi e di incontrarsi con i propri manager e offerta a tutti senza distinzione di rango.
Sulla base di questi le compagnie che ricercano la formula per avere il massimo engagement e retention da parte dei loro collaboratori da cui trarre il meglio delle performance, possono avere ispirazione a patto di rivedere le proprie metodologie di approccio alla gestione delle risorse umane e un cambiamento di cultura che deve partire dai propri vertici.
Il senso di benessere e soddisfazione che emerge dalle testimonianze delle persone intervistate è palese.
Prevale in tutti la percezione di essere protagonisti della propria vita lavorativa, di essere incoraggiati a raggiungere i propri obiettivi, con un fattivo supporto di tutta la squadra di cui si fa parte e dei propri responsabili. La parola gerarchia viene raramente pronunciata se non per rimandare all’idea di punti di riferimento attenti al percorso delle persone nell’azienda e alla qualità della vita al di fuori di essa.
La meritocrazia, parola così spesso pronunciata e altrettanto tradita nei fatti, almeno alle nostre latitudini, è espressa nelle testimonianze degli intervistati attraverso la descrizione di una metodologia di lavoro che mette a disposizione dei collaboratori le risorse per dare il meglio di se ed essere valutati proprio sul raggiungimento degli obiettivi, facendo leva sul senso di responsabilità e non sulla “minaccia” delle conseguenze derivanti dagli errori.
Impegno, squadra e obiettivi si coniugano con l’idea di divertimento e quindi del desiderio di tornare a lavorare con la fiducia di essere considerati parte di una “famiglia” coesa e protesa verso il risultato.
L’work-life balance è l’altro elemento di grande importanza che viene ribadito dai più. I compensi ed i premi legati ai risultati permettono alle persone di vivere serenamente la propria quotidianità garantendo alle proprie famiglie uno stile di vita appagante.
Traspare quindi orgoglio e senso di privilegio nell’appartenente non solo ad una grande compagnia, ma anche ai suoi valori, con un senso di identificazione che mette in diretta correlazione il raggiungimento dei propri risultati con quelli dell’organizzazione di cui si fa parte.
Una preziosa lezione per chi desidera raggiungere risultati ambiziosi, avvalendosi dei più avanzati sistemi di gestione del personale, consapevole che in questa “variabile” sono depositate le chiavi fondamentali per un il successo.