Executive search, “capire le sfide del business in cui operano i clienti è una delle chiavi vincenti di questo mestiere”

Giovanna Gallì, Leader per EMEA Financial Services Practice in Spencer Stuart, racconta come ha saputo dare una spinta a questo settore

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Giovanna Gallì, Leader per EMEA Financial Services Practice in Spencer Stuart, proviene dal mondo del business, non da quello delle risorse umane: ha avuto una lunga esperienza prima in JP Morgan e per oltre 10 anni in GE Capital. Il suo, dunque, è uno sguardo “altro” rispetto al campo della ricerca tout court. Con Spencer Stuart anche a Gallì è arrivato il riconoscimento di Top head hunter per il 2019 – frutto di un’indagine realizzata dal comitato scientifico e dal network di Hr Link – sebbene lei ci tenga subito a sottolineare che nel frattempo il mondo è cambiato, e non poco, anche a causa dell’emergenza sanitaria che si è ripercossa nel mondo del lavoro a tutti i livelli.

Quale ruolo ricopre?

Innanzi tutto, mi sento un po’ un’eccezione all’interno del mercato della ricerca, visto che non provengo dal mondo delle Hr e sono cresciuta in General Electric. Mi vedo più come un advisor, e la ricerca nel mio caso è un by product. Il mio lavoro consiste nel parlare con i clienti per capire le sfide del business nel mercato in cui operano, e per cercare poi di ragionare su come costruire gli impianti organizzativi. Il nostro approccio alle organizzazioni è il risultato di un lavoro che parte dalla buona governance, dalla composizione quali-quantitativa del Board: importante è analizzare i meccanismi di supporto e di relazione con l’AD e con la sua prima linea. È fondamentale aiutare i clienti nei processi di trasformazione e innovazione portando a bordo tutti gli stakeholders rilevanti.

Come pensa di aver raggiunto i risultati ottenuti?

La forza credo che stia, appunto, nel far leva sul business, sulle competenze, ed è successo in ogni situazione in cui mi sono trovata a operare. Che si tratti della grande multinazionale o dell’azienda locale, la comprensione delle business challenges è imprescindibile. L’ingresso di un professionista deve avere un impatto sull’organizzazione: noi lavoriamo sulla parte alta e i nostri progetti devono rafforzare  le competenze presenti in azienda, creare contaminazione e valorizzare le risorse interne; spesso infatti i nostri interventi si estendono ad attività di assessment, coaching e mentoring insieme.

Cosa vi rende credibili?

Certamente il fatto di parlare la stessa lingua dei nostri clienti. L’Hr è senz’altro un nostro interlocutore ed è una figura che si sta evolvendo sempre di più, esistono sempre più profili arricchiti con competenze di business. Per noi l’Hr è un business partner. Il mio team è molto composito: ci sono giovani, senior, uomini, donne e questa diversity è un fattore fondamentale perché noi non facciamo ricerca tout court, ma ci configuriamo come degli advisor: i nostri interlocutori spaziano dai presidenti dei Cda, agli Ad, ai business leaders. Il nostro ruolo deve essere quello di portare tutti a convergenza e creare coerenza organizzativa a supporto delle strategie e delle priorità del business. Questo è uno dei punti di forza.

Gli altri?

Senz’altro la composizione del team diversificata e poi, senza dubbio, il fatto di lavorare per pochi clienti in modo continuativo: questo ci dà la possibilità di costruire una relazione di fiducia reciproca, che è imprescindibile. Abbiamo avuto anche clienti non facili ma possiamo vantare l’“arroganza” di portare un valore e questo contribuisce alla costruzione di un rapporto solido con clienti selezionati.

In queste settimane l’emergenza Covid-19 ha portato probabilmente dei cambiamenti nel modo di lavorare…

Sono giorni in cui parliamo e ci confrontiamo con tutti i clienti. Certamente emerge con forza il tema della sostenibilità. Tutte le aziende sono chiamate a muoversi lungo questa direzione che non riguarda solo l’ambiente. In questi giorni le banche hanno fatto scelte storiche decidendo di non pagare i dividendi ai loro azionisti: sono messaggi che si mandano alla società. Il tema della sostenibilità riguarda soprattutto il top management, che deve avere la capacità di parlare ai dipendenti, trasmettendo tranquillità al mercato in cui operano, posizionandosi come un motore a supporto dell’economia. Al contempo è necessario fare un’attenta analisi finanziaria di scenari che hanno un impatto sul bilancio delle aziende fortissimo. Da tutte le crisi si traggono degli insegnamenti, delle lezioni e anche delle opportunità di posizionamento. In questo senso è imprescindibile il tema del reskilling e dell’upskilling per accelerare i processi di innovazione digitale: è necessario valorizzare le risorse e creare valore. Quando si tornerà alla quasi normalità, ci si accorgerà che gli under 55 e le donne sono state le categorie meno vulnerabili rispetto al virus. Non sappiamo quante persone delle prime linee torneranno a lavorare… In ogni caso, è evidente, mai come adesso, che la diversità di pensiero e la capacità di portare contributi è fondamentale. Vale per il tema di genere e il tema generazionale.

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