Esselunga lancia le ferie solidali per curare figli gravemente malati
La catena della gdo dà vita al Fondo ferie solidali, al quale contribuiscono sia i dipendenti stessi che l’azienda.
Un passo in più nel settore del welfare aziendale, con un provvedimento volto a sostenere i lavoratori in difficoltà. A compierlo è Esselunga, che arricchisce il welfare dei suoi 25 mila dipendenti con il Fondo ferie solidali, una misura pensata per coloro che devono accudire figli minorenni malati e non hanno più giorni a disposizione. Il Fondo è espressione di una rete di supporto formata della stessa community Esselunga, in quanto le risorse arriveranno sia dai lavoratori che dall’azienda, come ha recentemente spiegato Luca Lattuada, Chief Human Resources Officer e CSR manager a Il Sole 24 Ore. Nello specifico, ogni lavoratore potrà donare fino a una giornata di ferie e 32 ore di permessi per arrivare a un totale di cinque giornate; chi, invece, usufruirà del Fondo, potrà ricevere fino a trenta giorni l’anno di ferie donate. L’azienda, dal canto suo, raddoppierà il monte ore ferie raggiunto dal Fondo, fino a un massimo di ore pari a 300 giornate.
L’accordo sindacale e il comitato paritetico welfare
L’accordo sindacale è stato firmato dal Filcams-Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil a partire da una sollecitazione del comitato paritetico welfare costituito a giugno del 2019 con l’obiettivo preciso di trovare nuove formule per arricchire il welfare aziendale.
La pandemia e la conseguente complessità della situazione lavorativa hanno in qualche modo spinto nella direzione di un maggiore sostegno ai collaboratori più fragili. Le vendite on line e fisiche si sono sempre più integrate durante il lockdown e il tema della salute, per i clienti e per i dipendenti, è stato prioritario, come sottolinea Lattuada. L’azienda ha infatti deciso di introdurre anche un sussidio per chi aveva terminato il periodo di malattia, mettendo al sicuro la retribuzione. Per garantire la salute, tutti i dipendenti sono stati inoltre dotati di pc portatili e, dopo un timido rientro ad agosto, oggi il lavoro da remoto è nuovamente al 98% per chi è impiegato negli uffici.