Emergenza Covid-19 e consulenze legali, solo il 26% degli Hr si è rivolto a studi esterni
Un’indagine realizzata su 85 direttori delle risorse umane ha mostrato che le decisioni sono state prevalentemente prese internamente. Ma in autunno ci si aspetta un’inversione di tendenza.
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Un direttore del personale su quattro ha scelto di farsi assistere dagli studi legali per far partire la cassa integrazione, uno su due ha scelto i consulenti interni. È quanto emerge dall’indagine “Direttori del personale e coronavirus” realizzata per Il Sole 24 ore da Mopi, l’associazione per il marketing e l’organizzazione degli studi legali, in collaborazione con Gidp, il Gruppo intersettoriale dei direttori del personale.
A essere intervistati sul tema, 85 Hr di aziende medio-grandi, ovvero dai 250 dipendenti in su. Due su tre hanno fatto immediatamente ricorso alla Cig e molti (il 17%) stanno valutando di avviare licenziamenti non appena possibile o, semmai, di ridurre l’orario di lavoro. Del resto, i numeri comunicati da Inps e Istat forniscono lo stesso quadro: sono sette milioni i lavoratori in Cig con causale Covid-19, per un totale di oltre 834 milioni di ore tra gennaio ed aprile, pari all’800% in più di quanto accaduto l’anno scorso, come si legge in un articolo de Il Sole 24 ore.
I consulenti interni battono gli studi esterni
Il 26% degli Hr si è rivolto a studi legali esterni, ma solo l’11% di questi manager ritiene oggi che sia ancora indispensabile indirizzarsi verso questi soggetti. Di fatto, dunque, la gestione dell’emergenza e l’interpretazione dei quadri normativi che si andavano via via dispiegando è stata in prevalenza gestita all’interno dalle aziende. Nella fase 2 gli studi esterni sono stati lievemente più coinvolti: il 28% degli Hr si è rivolto a loro per stilare i protocolli di sicurezza, ma il 60% ha gestito anche questa situazione internamente.
Paolo Citterio, presidente di Gidp, riflette sul fatto che l’analisi ha coinvolto aziende medio-grandi, evidentemente più attrezzate in questo senso. Ma ciò non significa che nella fase autunnale – in alcune realtà dove si teme un’ondata nuova del virus – non si possa assistere a un’evoluzione della crisi e all’esigenza di far fronte a tagli probabilmente inevitabili. Se nella fase iniziale si sono voluti contenere i costi e quindi anche per questo motivo non ci si è rivolti agli studi legali esterni – sostiene Gaia Francieri di Mopi – è probabile che accadrà il contrario nei prossimi mesi.