Ekosystem Srl sceglie MADE Competence center per digitalizzazione e formazione: l’esempio della PMI virtuosa
L’azienda che produce macchine per la lavorazione del poliuretano, nata come piccola realtà, oggi serve anche gruppi internazionali. Per i due fondatori la digitalizzazione, lo sviluppo di competenze, l’attenzione alle risorse umane, sono fondamentali per rimanere nel mercato.
Nata oltre 20 anni fa come piccola azienda, Ekosystem Srl si è espansa nel corso del tempo, arrivando a produrre autonomamente macchine, impianti e attrezzature per la lavorazione del poliuretano.
L’azienda, virtuoso esempio delle piccole e medie imprese italiane, serve oggi anche grandi gruppi internazionali. Adesso, anche per stimolare un’ulteriore crescita, Ekosystem Srl ha scelto di avvalersi di MADE, il Competence center per l’Industria 4.0 nato per supportare le imprese manifatturiere nel loro percorso di trasformazione digitale
Abbiamo intervistato Grazia Caglio e Angelo Rivolta, i fondatori dell’azienda e rispettivamente Managing Director e CEO, insieme a Marta Rispoli, Responsabile Orientamento e Formazione di MADE4.0
Com’è nata Ekosystem?
Grazia Caglio e Angelo Rivolta: «Nel 2002 ci siamo trovati senza lavoro. Provenivamo dallo stesso settore: eravamo dipendenti della stessa azienda dove si producevano macchine per lo stampaggio del poliuretano. Abbiamo quindi avuto la necessità di reinventarci. Abbiamo iniziato a vendere ricambi, anche se le nostre professionalità erano altre. È stata una vera scommessa, all’inizio il nostro magazzino era presso casa di Grazia. Dopo qualche tempo, un cliente indiano ci ha dato la possibilità di costruire un nuovo macchinario, e quando abbiamo preso in affitto un capannone le cose hanno iniziato a ingranare per davvero. Da quel momento è stato sempre un crescendo».
Oggi Angelo Rivolta e Grazia Caglio hanno ben chiaro come il mercato manifatturiero stia evolvendo e come sia diventato sempre più competitivo e complesso. Nuovi modelli di business impongono un ripensamento delle line di produzione, sempre più tecnologiche e ‘intelligenti’.Oggi vi è la necessità di gestire questo cambiamento anche in azienda. La strada è puntare tutto sulla formazione dei dipendenti e su un concetto che mette al centro della scena le risorse umane e la loro partecipazione, il loro sentirsi parte di un progetto più ampio.
Da dove è partita la necessità di introdurre cambiamento? Quali sono i cambiamenti che l’azienda sta introducendo?
Grazia Caglio e Angelo Rivolta: «Partiamo da lontano. Il primo salto di qualità è avvenuto nel 2015 quando abbiamo acquistato il capannone che ancora oggi è la sede della nostra azienda. Da allora abbiamo avviato una serie di investimenti soprattutto differenziando le competenze e le soluzioni a disposizione. Riteniamo che occorre essere sempre al passo con i tempi e abbracciare il cambiamento: fornirsi di macchinari che non fermano la produzione, investire in formazione e, soprattutto, abbiamo intrapreso un processo di digitalizzazione che ha visto la collaborazione con MADE Competence Center.
Oggi la digitalizzazione è imprescindibile perché, non è più possibile rimanere competitivi. Basti pensare alla cosa più banale, ovvero digitalizzare le informazioni e lo storico dei clienti permettendo di compiere passi da gigante nella gestione e nel supporto».
Chi viene coinvolto dal change management e dalla formazione? E quale rilevanza assume il capitale umano e la sua formazione?
Grazia Caglio e Angelo Rivolta: «Nella formazione abbiamo deciso di coinvolgere tutti i nostri collaboratori. Abbiamo voluto lavorare con la massima trasparenza per far sì che si sviluppasse un clima estremamente positivo, amichevole, di grande partecipazione. In questo ci è stato di grande aiuto MADE Competence Center, che ci ha aiutato a costruire il percorso formativo dei dipendenti. Credere nelle persone per noi è un valore aggiunto e, non lo neghiamo, stiamo crescendo molto grazie al nostro prezioso capitale umano».
La riflessione è centrata quindi sull’importanza dei talenti presenti in azienda, che non solo partecipano ai corsi di formazione, ma vengono coinvolti attivamente in iniziative di team bulding e sentono di essere coinvolti in tutti i processi di formazione e crescita, personale e professionale.
L’investimento in formazione e sviluppo delle risorse umane ha permesso infatti a Ekosystem di sviluppare una progettualità che guarda molto al futuro, sulla base di una ricerca di miglioramento continua, più moderna e al passo con i tempi, grazie anche alla partnership con MADE Competence Center, che ha prestato grande attenzione verso il capitale umano inteso come insieme capace di cercare il miglioramento e l’apprendimento continui.
In senso più ampio come si pone la PMI in Italia nei confronti della digitalizzazione e dell’approccio manufacturing 4.0 e 5.0?
Marta Rispoli: «È inevitabile che la risposta delle tante PMI sia eterogenea. In generale la digitalizzazione ha due volti: tecnologia e competenze. Sul primo aspetto le PMI hanno sempre risposto con investimenti importanti: oggi il parco macchine delle aziende italiane è per buona parte rinnovato e al passo con i tempi. Occorre forse lavorare ancora sulle competenze: questo è uno degli aspetti che più dipende dal management e dall’imprenditore della singola azienda: più l’azienda è piccola, maggiore è il rischio che le competenze vengano messe in secondo piano. Dal nostro punto di vista, un’azienda che struttura i dati si pone ai vertici dell’innovazione; se poi tutto il personale viene coinvolto, allora si attua un effettivo e proficuo percorso di sviluppo».
Quali sono leve principali che un imprenditore deve tenere oggi a mente nella definizione della people strategy?
Marta Rispoli: «Innanzitutto occorre ricordare che il successo delle implementazioni tecnologiche coincide con la capacità delle persone di usare le tecnologie: bisogna quindi investire innanzitutto su una formazione che faccia crescere la persona all’interno dell’azienda. I giovani cercano, oggi più di ieri, aziende che abbiano corrispondenza con i loro valori. Per questo motivo le aziende devono lavorare sul purpose. In questo senso una realtà come Ekosystem è un buon esempio perché c’è una forte identificazione, un sentirsi parte della realtà da parte delle risorse umane».
Sul tema risorse umane la riflessione si fa ampia e da parte di Ekosystem si sottolinea ancora una volta come la loro sia una realtà in cui i collaboratori siano a tutti gli effetti il nucleo di ogni processo di cambiamento, che ha il suo apice proprio nei percorsi di formazione e valorizzazione delle competenze.
Nello sviluppo delle competenze, infatti, per Ekosystem si vedono vantaggi significativi. Le organizzazioni orientate alle competenze hanno una maggiore capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato, stimolando l’innovazione e la produttività. Investire nel miglioramento continuo delle proprie competenze tecnologiche vuol dire oggi per un’azienda essere incline a capitalizzare sulle opportunità emergenti e a navigare con successo attraverso le trasformazioni industriali.
Proseguono Grazia Caglio e Angelo Rivolta: «Ekosystem è nata – e per molti versi lo è ancora oggi – come azienda a conduzione familiare. Molti dei nostri tredici dipendenti sono membri della famiglia, che hanno avviato percorsi di specializzazione e di formazioni appositi, ma più in generale vogliamo che tutti i nostri assunti si sentano parte di una grande realtà. Ci piace sentirci una famiglia».
Quale ruolo gioca il PNRR?
Marta Rispoli: «Come Competence center MADE è diventato soggetto erogatore dei fondi. Le aziende che ci chiedono una consulenza possono ricevere addirittura il 100% di sconto in caso di aziende molto piccole. Il PNRR, con questo tipo di agevolazione, è un boost incredibile a disposizione delle aziende. Credo però che l’aspetto economico sia solo uno dei motivi per i quali le aziende non si approcciano alla formazione: il vero problema forse è il tempo. La formazione va fatta non per soddisfare semplicemente un obbligo, ma perché risponde a un chiaro bisogno dell’azienda. Spesso nelle aziende c’è la volontà di approcciarsi al cambiamento, ma occorre trovare una realtà che può supportarle nel processo».
Grazia Caglio e Angelo Rivolta: «Il PNRR in realtà non ha inciso sulle scelte che abbiamo fatto. Noi abbiamo voluto fortemente questo tipo di percorso con MADE, e del resto già in passato avevamo fatto percorsi di questo tipo, anche di internazionalizzazione. Con MADE abbiamo identificato le aree su cui intervenire: non solo tecnologia, quindi, ma anche competenze».
Emerge quindi come la convergenza tra le competenze tradizionali e quelle digitali sia fondamentale per affrontare le sfide di un ambiente in rapida evoluzione. Le aziende dovrebbero investire in programmi di formazione mirati a potenziare le competenze digitali dei propri dipendenti. Questo non solo consentirebbe loro di stare al passo con le tecnologie emergenti, ma potrebbe favorire anche la creazione di un ambiente di lavoro flessibile e adattabile.