Donne manager, una strada ancora lunga: mai così tante donne al lavoro, troppo poche in posizioni dirigenziali

Secondo l’Istat il tasso di occupazione femminile, pari al 48,8%, non è mai stato così elevato nel nostro Paese. Eppure, solo un manager su tre è donna e guadagna il 33% in meno.

donne manager

Mai come adesso, in Italia, ci sono state tante donne al lavoro: secondo gli ultimi dati Istat a giugno 2017 il tasso di occupazione femminile ha raggiunto quota 48,8%. Anche se siamo ancora lontani dalla media europea che si attesta al 65,3%, si tratta del risultato più alto per l’Italia dal 1977. Le buone notizie, però, finiscono qui. Se si considerano infatti le posizioni dirigenziali i dati restituiscono una realtà ben più desolante: nella Penisola solo un manager su tre è donna. Peggio di noi, in Europa, fa solo Cipro. A fotografare la situazione è l’Eurostat che in occasione dell’8 marzo ha pubblicato un report sul numero di donne che ricoprono un ruolo da dirigente e sulla differenza retributiva rispetto ai colleghi maschi.

 

Il gender pay gap

Ancora una volta il quadro non è buono: anche quando le donne riescono ad ottenere una posizione manageriale vengono pagate il 33,5% in meno degli uomini. In termini assoluti si tratta di una differenza di quasi 15 euro ogni ora di lavoro. Un dato che pone nuovamente l’Italia al penultimo posto d’Europa, prima solo dell’Ungheria e ben distante dalla Turchia dove il cosiddetto gender pay gap (ovvero il divario salariale legato al genere del dipendente) è del 7%.

 

I servizi più richiesti

Tra le prestazioni più desiderate dai lavoratori figurano ai primi posti l’assicurazione sanitaria (53,8% degli occupati), la previdenza integrativa (33,3%) e i buoni pasto o la mensa aziendale (31,5%). La presenza di figli minori in famiglia porta, invece, ad apprezzare di più le prestazioni per l’infanzia e i servizi rivolti alla genitorialità (asilo nido, centri vacanze, rimborsi per le spese scolastiche dei figli) nella convinzione che il welfare aziendale possa colmare i buchi del sistema di welfare pubblico.

 

La cura della famiglia

A fare da corollario a questi dati, ci sono quelli relativi al lavoro di cura dei figli, dei genitori anziani e in generale della famiglia. Impegni che gravano ancora, per la maggior parte, sulle
spalle delle donne, anche di quelle impiegate in ruoli dirigenziali costrette, tra l’altro, a confrontarsi con un ambiente di lavoro costruito su parametri che non tengono conto del lavoro di cura familiare. Secondo l’indagine Manageritalia-Edenred 2017 realizzata da AstraRicerche, ben il 92% delle donne manager intervistate ha dichiarato che gli impegni domestici costituiscono un carico gravoso che condiziona la performance lavorativa: in particolare a incidere sono la cura dei figli (71%), un’incombenza soprattutto per le donne sotto i 45 anni di età, e la cura dei parenti anziani (41%), un peso per le over 54. Per questo sono indispensabili servizi e flessibilità in azienda, ma anche fuori nella società e in famiglia, dove si impone un cambio di cultura e mentalità che permetta di creare davvero pari opportunità fra le donne e i colleghi uomini.

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