Donne e STEM, la strada per la parità è ancora lunga
In queste materie c’è ancora una forte prevalenza di laureati uomini: il top a Ingegneria, dove i maschi sono il 74%. A cinque anni dal conseguimento del titolo, la percentuale degli uomini con un lavoro è superiore rispetto a quella delle donne e il pay gap, a parità di ore lavorate, è del 16,5%. Circa 250 euro in meno al mese per le donne
Science, Technology, Engineering and Mathematics… in siglia STEM, in pratica ancora una cosa da uomini. I dati dei laureati lo confermano, in quelle materie sono ancora gli uomini a farla da padrone. Ne avevamo parlato il mese scorso, con un’intervista a Barbara Preti, hr director di Avio Aero e fondatrice dell’associazione “Donna Professione Stem”, per comprendere come superare il gap esistente tra uomini e donne nell’ambito delle professioni tecnico-scientifiche. L’ultimo rapporto di Almalaurea sul tema conferma che c’è ancora molta strada da fare.
I dati
I laureati STEM del 2017 sono il 26,5% del totale dei laureati, con una prevalenza della componente maschile (59,0%, che tocca il 74,0% nel caso di ingegneria), mentre tra i laureati non STEM prevalgono le donne (sono quasi due su tre). Tra i laureati STEM la componente maschile è elevata in particolare tra i gruppi ingegneria (74,0%) e scientifico (68,4%), mentre si osserva un’inversione di tendenza nei gruppi geo-biologico, chimico-farmaceutico e architettura, dove sono le donne ad avere un’incidenza maggiore. Nonostante le donne siano mediamente più brillanti (con un voto di laurea di 103,6 su 110, contro 101,6 degli uomini) e più regolari negli studi (tra le donne il 46,1% ha concluso il percorso nei tempi previsti contro il 42,7% degli uomini), il gender pay gap è elevato: a cinque anni dalla conclusione degli studi, i laureati in discipline tecnico-scientifiche percepiscono una retribuzione mensile netta del 16,4% più alta rispetto ai laureati non STEM, ma il divario uomini-donne è di +23,6% a favore dei primi.
Lavoro
Queste lauree offrono migliori opportunità occupazionali rispetto ai percorsi universitari non STEM. A cinque anni dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione dei laureati STEM è dell’89,3% (+4,1 punti percentuali rispetto ai laureati non STEM); tale valore aumenta considerevolmente tra gli uomini STEM, tra i quali il tasso di occupazione è pari al 92,5%, contro l’85,0% delle donne.
Compensi
A cinque anni dal titolo, i laureati STEM dichiarano di percepire una retribuzione mensile netta pari a 1.571 euro (il 16,4% in più rispetto ai laureati non STEM, che in media guadagnano 1.350 euro). Tra gli STEM il divario uomini-donne permane elevato (+23,6%, a favore dei primi): l’elevato differenziale di genere è in parte dovuto a una quota importante di laureati occupati a tempo parziale, attività che caratterizza in misura maggiore le donne, tra le quali si raggiunge il 16,0% (è il 4,7% tra gli uomini). Ma il pay gap c’è anche a parità di orario, seppur in maniera ridotta. La differenza tra due laureati, un uomo e una donna, cinque anni dopo il conseguimento del titolo di studio, è pari al 16,5%, corrispondente a una retribuzione di 1.731 euro tra gli uomini e 1.486 euro tra le donne.