Diversity e inclusione, gli ingredienti per un recruiting di successo
Il presidente di IQTalentPartners, società statunitense di executive search, spiega in quattro punti come costruire una selezione del personale che migliori le prestazioni dei lavoratori.
Sono quattro gli step essenziali, secondo Forbes, per un recruiting di successo. E, se è vero che la frase «creare un posto di lavoro diversificato e inclusivo» potrebbe apparire quasi monotona da quanto viene ripetuta tra i responsabili delle risorse umane, David Windley, presidente di IQTalentPartners nonché membro del consiglio di Forbes, spiega che il primo passo sta proprio nel creare un team diversificato, non solo in ottica di responsabilità sociale, ma anche per ottenere prestazioni migliori. Per essere certi di costruire un processo di reclutamento che davvero porti a questi obiettivi, occorre seguire quattro passaggi.
Il primo consiste nel migliorare il processo di ricerca, che deve iniziare necessariamente con la costituzione di un pool ampio di candidati qualificati. Non bastano, quindi, le reti personali, senz’altro più limitate del ventaglio di possibilità che può offrire oggi la tecnologia. Fondamentale, in seconda istanza, eliminare ogni tipo di pregiudizio, anche inconscio. In questa direzione serve senz’altro avviare una formazione sulla diversità rivolta ai reclutatori, che tratti il tema sotto ogni punto di vista.
Come terzo punto, Windley suggerisce di definire un metodo di valutazione obiettiva dei candidati. Questo perché le persone tendono ad allinearsi con chi ritengono simile a sé, senza neanche accorgersene. Anche questo è un pregiudizio, seppur di affinità, che potrebbe indurre a pensare che alcune persone siano adattabili alla cultura aziendale più di altre. Ma che cosa implica adattarsi? «Nella valutazione dei candidati – scrive Windley – i reclutatori devono disporre di un elenco di competenze specifiche che i candidati devono possedere per essere qualificati per il ruolo: questa valutazione deve essere una parte strategica del processo di reclutamento». In questo modo si arriverà a creare un pool di talenti «oggettivamente qualificati, invece di limitare l’elenco dei candidati a coloro che sono ritenuti più soggettivamente idonei alla cultura».
Infine, il quarto step consiste nell’accreditarsi come datore di lavoro inclusivo. «Se hai una cattiva reputazione, avrai difficoltà ad attirare talenti diversi nella tua azienda», dice Windley. Creare un ambiente inclusivo è «uno sforzo importante» e l’impegno per la costruzione di una cultura diversificata e inclusiva deve essere ben comunicato, anche sui social. Insomma, è importante che questi obiettivi siano davvero considerati fondamentali e, agendo in questa direzione, i risultati sul piano del miglioramento delle prestazioni saranno lampanti.