Scelte individuali pagate dall’azienda, il nuovo trend della formazione

Introdotto dal nuovo contratto dei metalmeccanici è un concetto che sta prendendo sempre più piede. Significa scegliere liberamente il proprio percorso formativo per aggiornare professionalità e competenze

diritto soggettivo alla formazione

Si scrive diritto soggettivo alla formazione, si legge autodeterminazione del proprio percorso formativo.

É il nuovo trend della formazione: l’impegno personale per migliorare carriera e competenze. A introdurlo è stato il nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici, di cui Hr Link ha di recente parlato con il Professor Massimiliano Costa, docente all’Università Ca’ Foscari Venezia.

Secondo l’accordo, se l’azienda non definisce il “contenuto” delle 24 ore di  aggiornamento previste nel triennio, è il dipendente stesso a dovere – e potere – scegliere quali corsi seguire e quali competenze rafforzare sulla base delle proprie esigenze e dei propri interessi, cercando tra le offerte formative presenti sul territorio o nei portali online. In questo caso le ore occupate per la formazione saranno per 2/3 durante l’orario di lavoro e per 1/3 extra orario e l’azienda dovrà contribuire con 300 euro per singolo lavoratore.

La novità è interessante in quanto coniuga la necessità dell’azienda di sviluppare nuove competenze con quella dei lavoratori di aggiornare la propria professionalità e i propri saperi, e al posto di una formazione a pioggia, uguale per tutti, permette a ognuno di aggiornarsi nel proprio settore, seguendo le novità della propria area di competenza e colmando le proprie, eventuali, lacune. In questo modo, tra l’altro, i direttori del personale possono condividere con i dipendenti stessi la responsabilità della formazione.

È per queste ragioni che, al di là dei metalmeccanici, la pratica di farsi carico da soli della propria formazione si sta affermando sempre più. Secondo il recente Randstad Workmonitor, un’indagine sul mondo del lavoro condotta in 33 nazioni, il 96% degli italiani punta sull’apprendimento continuo per migliorare la propria competitività e l’81% per restare aggiornato sull’evoluzione del proprio ambito professionale. Inoltre il 94% ritiene che l’aggiornamento delle skill sia una propria responsabilità personale. Sebbene il 66% delle iniziative formative siano state finanziate dai datori di lavoro, il 70% degli intervistati  (soprattutto nella fascia dai 18 ai 44 anni) ha dichiarato di essere disposto a pagarle anche di tasca propria.

Autodeterminazione del percorso formativo anche per i dirigenti. Secondo la ricerca condotta per Mangeritalia da AstraRicerche, il 90% dei manager associati vorrebbe essere indirizzato verso programmi coerenti con la posizione che ricoprono o con il progetto professionale che intendono realizzare.

Tra il 2008 e il 2017 il rendimento netto medio annuo dei fondi pensione negoziali è stato del 3,3%, quello dei fondi aperti del 3% e quello dei piani individuali pensionistici (Pip) del 2,8%. La rivalutazione del Tfr è stata invece del 2,1%.

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