I dieci punti di Aidp per il lavoro 4.0

Un documento dell’Associazione dei direttori del personale per riavviare il dibattito sulle riforme necessarie al mercato del lavoro, partendo dalle necessità delle imprese e di chi si confronta quotidianamente con l’applicazione delle norme. La presidente Covili: il nostro obiettivo è migliorare i processi per creare benessere e nuova occupazione

Isabella Covili Faggioli Presidente di AIDP

Isabella Covili Faggioli è presidente di Aidp. Dopo una lunga carriera, all’interno di imprese nazionali e internazionali nell’ambito delle risorse umane, è diventata partner di I.C. Consulting, società di head hunting che opera su tutti i settori merceologici con specializzazione nel settore moda e beni di lusso. Da presidente di Aidp ha presentato la carta per il lavoro 4.0 (qui un approfondimento), 10 punti di cose da fare per rilanciare l’occupazione e adeguare la regolamentazione del lavoro alle necessità di un’impresa in forte trasformazione.

I 10 punti sono: legge sulla rappresentatività; detassazione del salario di produttività; contratto per i lavori occasionali; rilancio del contratto di apprendistato; un contratto per attrarre i cervelli; ripristino della acasualità per i contratti a termine; misure di welfare per le famiglie; deducibilità per le spese di formazione; contratto a progetto per le alte professionalità; politiche attive del lavoro.

La carta è stata presentata il 1° maggio, data scelta non a caso.

 

Presidente, cominciamo dalla data.
Perché avete diffuso il documento in occasione della festa del Primo Maggio?

È stata, ovviamente, una scelta simbolica. Pensiamo che le persone debbano entrare in azienda, trovare un ambiente di lavoro favorevole che li metta in condizione di rendere al meglio per creare ricchezza e nuova occupazione. Ci è sembrato che il Primo Maggio ben rappresentasse questo circolo virtuoso.

 

Cosa vi aspettate dall’appello che avete lanciato per la riforma del mercato del lavoro?

Ci tengo a precisare che il documento non è puramente teorico, lo abbiamo costruito insieme ai nostri direttori del personale che ogni giorno si confrontano sul campo con le norme, a volte difficili da applicare, e con le necessità concrete dell’impresa. Abbiamo individuato necessità e ambiti di miglioramento, ponendoci in maniera positiva e aperta al confronto con i decisori. Il nostro obiettivo è il benessere complessivo delle aziende, dei lavoratori, dell’economia e del Paese, che in poche parole significa facilitare l’accesso delle persone al lavoro in azienda.

 

Che giudizio dà del Governo sul tema del lavoro?

Non credo sia utile dire bene o male, non c’è un bianco e un nero: ci possono essere cose positive e cose che lo sono meno. Sicuramente la scelta di pubblicare il manifesto con i 10 punti è indice di una insoddisfazione dei direttori del personale, quantomeno su quelle misure. Il compito di una associazione come la nostra è di rapportarsi con i governi in carica, rendendosi disponibile a essere quella connessione tra chi fa le leggi e chi le deve applicare per fare in modo che si possa creare nuova occupazione, non fermarla.

 

In concreto…

L’esempio concreto è quello della causale dei contratti a termine, nel secondo rinnovo dopo i dodici mesi, introdotta con il Decreto Dignità. Analizzando prima le conseguenze che avrebbe prodotto una norma del genere, si sarebbe potuto intervenire diversamente con norme utili davvero, senza mettere in difficoltà le aziende per ogni rinnovo di contratto, ammesso che abbiano la possibilità di farlo.

 

Il terzo dei 10 punti sui quali chiedete un confronto è il “contratto di lavoro per i lavori occasionali”. Sono i voucher?

I voucher sono stati demonizzati e in quel clima abbiamo buttato via il bambino con l’acqua sporca. Sicuramente ci sono stati degli abusi nel loro uso, ma erano strumenti validi per mettere in regola tutti quei lavoretti – penso agli stagionali o ad attività che durano solo pochi giorni –  che, altrimenti, non si saprebbe come retribuire e regolarizzare. Siamo per il lavoro equo ed etico, più che l’abolizione dei voucher avrei voluto vedere sanzionati gli abusi. Il contratto che noi proponiamo è per regolare le attività occasionali, a tutela soprattutto del lavoratore. Ci auguriamo, nel caso venisse introdotto, che ci siano controlli costanti contro gli abusi.

 

Tra i 10 punti che proponete, c’è qualcuno prioritario rispetto agli altri?

Li riteniamo tutti importanti e prioritari perché sono le tematiche con le quali si confronta quotidianamente chi deve applicare le norme e gestire il personale. Cito, tra tutti, solo l’importanza della formazione: in uno scenario 4.0, dove sono le competenze a fare la differenza, perchè non si prevedono strumenti per agevolare anche la formazione e non solo l’innovazione di macchine e tecnologie? Ai lavoratori dobbiamo dare formazione, che vuol dire competenze da spendere sul mercato del lavoro.

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