Decreto agosto, novità e conferme per il lavoro
Gli interventi su occupazione, ammortizzatori sociali, formazione e bonus valgono 12 miliardi di euro. Estesa la “cassa”, confermati il blocco dei licenziamenti e lo smart working, sgravi fiscali per chi assume stabilmente. Critica Confindustria: il divieto di licenziare frena la ripresa. Le otto proposte di Aidp per il futuro del lavoro.
Il lavoro è centrale nel maxidecreto varato ad agosto dal governo per sostenere l’economia e garantire la coesione sociale dopo il lockdown. Secondo la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, le misure a sostegno del lavoro nel “decreto agosto” valgono 12 miliardi di euro, una cifra monstre rispetto a quelle alle quali eravamo abituati nei periodi ordinari. Molte di quelle risorse andranno a finanziare cassa integrazione in deroga e ammortizzatori sociali, per contenere l’impatto della “crisi covid” sulle persone. Si tratta di misure che non piacciono a tutti. Il mondo delle imprese, ad esempio, non ha particolarmente apprezzato la norma che proroga il divieto di licenziamento fino a fine anno.
Le misure
Le misure varate sono diverse, le principali riguardano la proroga degli ammortizzatori sociali in deroga (18 settimane ancora, le seconde nove con integrazione commisurata al calo del fatturato), cui si affiancano sgravi contributivi in alternativa alla cassa integrazione; la proroga allo stop dei licenziamenti fino a fine anno, con determinate eccezioni. Proroga di NaspI e Dis-Coll, la disoccupazione per i collaboratori. Introdotta anche la decontribuzione al 100% per i primi sei mesi per le assunzioni a tempo indeterminato, un bonus di 1.000 euro riservato a tutte le categorie di lavoratori stagionali e la possibilità di richiedere ancora il Reddito di emergenza. Nel Dl agosto è previsto anche un finanziamento di 500 milioni di euro al fondo nuove competenze e lo stop alle causali per il rinnovo dei contratti a termine: è stata stabilita la possibilità (fino al 31 dicembre 2020) di prorogare o un rinnovare per un periodo massimo di 12 mesi, anche in assenza delle causali introdotte dal Decreto Dignità e ferma restando la durata massima complessiva di 24 mesi. È stata prorogata anche la possibilità di accedere allo smart working senza accordo individuale, ma con dei distinguo in base all’età dei figli dei lavoratori interessati. Il tema sarà oggetto di un nostro approfondimento nei prossimi giorni.
Le reazioni
Confindustria è una delle associazioni d’impresa maggiormente critica verso il governo. La disputa riguarda diversi temi e tra questi anche il divieto di licenziamento. Nei giorni del dibattito sul decreto agosto, gli industriali hanno espresso, in una nota, una posizione netta: “Come abbiamo spiegato in un documento inviato al governo due settimane fa, se l’esecutivo intende ancora protrarre il divieto dei licenziamenti, il costo per lo Stato sarà pesante. Come correttamente osservato dall’OCSE e da numerosi economisti, il divieto per legge assunto in Italia – unico tra i grandi paesi avanzati – non ha più ragione d’essere ora che bisogna progettare la ripresa. Esso infatti impedisce ristrutturazioni d’impresa, investimenti e di conseguenza nuova occupazione. Pietrifica l’intera economia allo stato del lockdown”.
Hr manager
In questa fase, pur di emergenza, il tema della riforma del mercato del lavoro è stato al centro del dibattito. Aidp, l’associazione dei direttori del personale, ha lanciato un manifesto in otto punti (qui un approfondimenti di Adn-Kronos), intitolato “proposte per il futuro del lavoro”. Queste, in sintesi, le richieste dei direttori del personale al governo: cassa integrazione unica e universale rivolta a tutti i lavoratori e i settori; abolizione dell’Irap per ridurre il costo del lavoro; incentivi e defiscalizzazione per la formazione; nuovo modello per le politiche attive del lavoro con il coinvolgimento dei privati; rilancio dell’alternanza scuola-lavoro; abolizione delle causali per i contratti a termine per avere più flessibilità; incentivi permanenti per chi assume con contratti stabili e riforma della tassazione sui fondi pensione integrativi.