Curricula di nuova generazione e video-speech dove raccontare se stessi
Curricula di nuova generazione e video-speech dove raccontare se stessi
Analisi dello speech, utilizzo della modalità video e incrocio di dati. Ecco come Speechannel si presenta agli HR: non con un vecchio modello di curriculum vitae, ma con una sorta di smart business card. L’intelligenza artificiale è al servizio dei recruiter attraverso l’utilizzo di un algoritmo che permette di conoscere più a fondo i candidati grazie a presentazioni più esaustive, durante le quali possono davvero scegliere cosa raccontare di sé. Lo speech via video permette di rafforzare, la conoscenza e verificare l’engagement: questa l’idea di Speechannel.
Come funziona
La smart business card, in sostanza, contiene un video di circa un minuto che serve a introdursi, mentre la smart company brochure è una presentazione digitale dell’azienda, sempre realizzata in video.
Speechannel è stata fondata da Guglielmo Giuggioli nel 2017 a partire dall’esperienza personale, come spesso accade per le startup: si studia all’università, si seguono master ma poi ci si accorge che non è semplice differenziarsi nel mercato del lavoro. Speechannel ha voluto rispondere a questo gap. «Il potenziale maggiore dell’intelligenza artificiale risiede nell’aumentare le abilità umane (intelligenza aumentata). Il nostro algoritmo di AI – ha dichiarato nei giorni scorsi il CEO di Speechannel Giuggioli a Il Fatto Quotidiano – consente a un recruiter di conoscere in profondità i candidati più in linea con una posizione lavorativa e, allo stesso tempo, permette a ogni persona di differenziarsi raccontando la propria storia».
La startup ha vinto nel 2019 l’HR Innovation Contest di GEMA Business School, giudicata da esperti di multinazionali come Microsoft, Procter & Gamble, Unilever, Q8, Enel e TIM. E i traguardi da raggiungere sono molto ambiziosi. «I nostri obiettivi futuri consistono nell’aiutare a portare un concreto e innovativo aiuto alla digitalizzazione delle risorse umane, soprattutto durante la contingenza pandemica – ha dichiarato Giuggioli al Corriere – e, allo stesso tempo, offrire una vetrina importante per quelle professionalità che si troveranno di fronte a una sempre più crescente necessità di distinguersi in un mercato del lavoro fortemente contratto».