Cresce il temporary management: un’indagine su 50 paesi
Un’indagine su 50 paesi promossa dall’Instituto Empresarial de Interim Management in collaborazione con tre dei più importanti gruppi a livello mondiale in materia di temporary management – EIM Group, Globalise – The Global Interim Management Group e Senior Management Worldwide – evidenzia l’interesse crescente delle imprese nei confronti di questa modalità di gestione, la cui domanda è salita decisamente nel post Covid, in particolare nelle aziende medio-grandi. Oltre un terzo sceglie di indirizzarsi verso il temporary management per la sua immediatezza nella selezione di talenti manageriali per gestire progetti strategici.
Un’indagine promossa dall’ente non profit Instituto Empresarial de Interim Management spagnolo, realizzata in collaborazione con tre tra i più importanti gruppi a livello mondiale in materia di temporary management – EIM Group, Globalise – The Global Interim Management Group e Senior Management Worldwide (SMW) (di cui chi scrive è uno dei quattro fondatori) – evidenzia l’interesse crescente delle imprese nei confronti di questa modalità di gestione aziendale. Lo studio, che ha interessato 50 paesi in Europa, America, Asia e Oceania, offre una visione aggiornata e allargata di come le imprese si pongono nei confronti del temporary management (nel prosieguo dell’articolo abbreviato in TM), attraverso la lente “mediata” delle società che propongono il servizio.
Benefici attesi
Cosa le aziende si aspettano e perché decidono di utilizzare il TM? Oltre un terzo delle risposte segnala al primo posto l’immediatezza nel “comprare” talenti manageriali per gestire progetti strategici: giova ricordare che, specie con aziende multinazionali e grandi gruppi, i tempi necessari all’inserimento del manager in azienda si misurano in pochi giorni (massimo una settimana). La velocità di ingresso, ma soprattutto quella di esecuzione e raggiungimento degli obiettivi, rendono il TM preferibile all’executive search e alla consulenza tradizionale.
Segue al 18% la sostituzione di senior manager in posizioni strategiche: l’ingresso di una figura temporary in pochi giorni garantisce sia la copertura del ruolo, sia la possibilità di gestire con più calma l’inserimento del manager permanente (molto spesso l’incarico a una società di executive search va in abbinata al progetto temporary, con il TMan che contribuisce attivamente alla fase di selezione e, non di rado, di instradamento del nuovo manager).
Terzo, al 15%, il trasferimento di competenze (punto fondamentale per le PMI).
L’apprezzamento da parte delle aziende per la combinazione virtuosa tempi/qualità ha portato a una parziale sovrapposizione tra canale temporary e canale della ricerca tradizionale, dando vita, in diversi paesi, a un nuovo segmento della ricerca di manager, il Quick hire o Quick permanent, il cui concetto di base è molto semplice: inserire, tramite società specializzate nel TM, un manager permanente con tempi e modi propri del TM.
Quali sono le figure manageriali più richieste?
Il CFO sembra farla da padrone: ogni 100 progetti, oltre il 21% riguarda questa figura. Seguono, attorno al 16% circa, direttore generale/CEO e direttori Operations (COO), con la direzione HR all’11%. A livelli bassissimi (1% circa) direttori Marketing e direttori Comunicazione.
Dal punto di vista geografico, va rilevato come in Europa la richiesta di COO e di direttori HR sia più elevata che in altre aree.
Società specializzate o fai da te?
Forse la domanda che viene posta con maggior frequenza dalle aziende è la seguente: è più opportuno rivolgersi a una struttura specializzata oppure percorrere la via del professionista indipendente, del free lance?
Una soluzione non è a priori superiore all’altra: si tratta di due modalità differenti di operare, caratterizzate da un diverso livello di servizio che si traduce poi in un diverso livello di costo.
Infatti, un terzo dei rispondenti ritiene che il principale vantaggio nell’utilizzo di una società specializzata risieda nella qualità del servizio che deriva dall’esperienza specifica cumulata, con un 22% che intravede il principale beneficio nella pianificazione e controllo del progetto fino al suo termine, ivi inclusa la garanzia di sostituzione del manager in caso di problemi.
Importante è il tema della selezione del manager: lavorando esclusivamente su Tman lo specialista è maggiormente in grado di valutare al meglio le qualità del singolo in ottica temporary, specie per quanto riguarda la reale motivazione a lavorare per progetto, tenendo anche presente che, nella media, su 20 curricula spontanei solo quattro (cinque al massimo) rivelano dei reali TMan.
Quali gli ostacoli a un più ampio utilizzo dello strumento?
Per oltre la metà degli intervistati, il principale elemento di freno è rappresentato dalla carenza di conoscenza delle caratteristiche del servizio e delle sue modalità di applicazione. Secondo il 20% un problema può essere il costo, se non correttamente letto in rapporto ai benefici.
Quali le principali motivazioni per utilizzare un TMan?
Nel 70% dei casi, la ragione principale per un intervento è la mancanza di risorse interne adeguate a risolvere situazioni critiche (positive e negative), seguito dalla gestione di progetti strategici (>20%).
Pubblica amministrazione
Oltre il 40% degli intervistati rileva come i servizi di TM vengano acquistati dal settore pubblico. In Italia siamo ancora molto indietro, ad esempio rispetto alla quota dei progetti nel settore pubblico in UK, anche se qualche piccolo segnale di sviluppo inizia a intravedersi.
Impatto del COVID sulla domanda
Nel 60% dei casi è stato rilevato un effetto positivo sulla domanda di servizi temporary, nessuna influenza particolare nel 25% e un impatto negativo nel 14%.
Fattori di impatto sull’utilizzo
La conoscenza dello strumento resta uno dei fattori principali nell’80% dei casi, seguito a oltre il 60% dalla velocità dei tempi di risposta dei provider e, poco più indietro, dai costi e dalla flessibilità delle condizioni contrattuali.
Capacità di seguire i clienti a livello internazionale
Nel 60% dei casi, l’appartenenza a gruppi internazionali ad ampia copertura geografica (quali i tre che hanno lavorato alla realizzazione dell’indagine) è vista come un fattore molto importante per le aziende, stante la capacità di offrire loro un servizio il più possibile globale (ovvio per grandi gruppi internazionali e multinazionali, meno ovvio, ma altrettanto evidente anche per le PMI e/o le PSM – Pocket Size Multinational) e di condividere conoscenze e best practice.
Tipologia di aziende clienti
La domanda di TM proviene ancora in larga parte da aziende grandi o medio-grandi: 29% da aziende con più di 1.000 addetti, 33% nella fascia 500-1.000, 26% nella fascia 100-500 e 12% nella fascia di quelle più piccole (<100). In Italia sta sensibilmente crescendo la quota di PMI che utilizzano il servizio; nelle più piccole (<5 mio) tende a prevalere la modalità part time o fractional.
Trend di mercato
In più dell’80% dei casi, l’aspettativa è di crescita, sia per gli aumentati bisogni da parte delle aziende, sia per la crescita dell’economia.
Anche il numero di TMan è salito in oltre il 71% dei casi, con particolare rilievo per l’Europa nel suo complesso (Italia inclusa, a differenza, ad esempio, di Francia e Austria).
Il prezzo del servizio, che abbiamo visto essere comunque una variabile importante, viene giudicato come stabile nel 55% dei casi (66% per l’Italia).
Maurizio Quarta – Managing Partner di Temporary Management & Capital Advisors