Il costo del lavoro: tassazione dei premi sotto osservazione

La dinamicità della normativa sul lavoro rende sempre più indispensabile la collaborazione tra HR e Finance, ma il rischio di errore è in agguato. Ecco i consigli di un CFO, Gianfranco Raia di ADP Southern Europe

La tassazione dei premi di risultato entro il limite di importo complessivo di 3mila euro lordi potrebbe raddoppiare nel 2025, passando dall’attuale 5% al 10%: è quanto emerge da una bozza del decreto legislativo di revisione del regime Irpef e Ires che il Consiglio dei Ministri dovrà valutare e approvare. 

Non solo: la bozza prevede anche che lo stesso regime si applichi anche alle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa. Tuttavia, non c’è ancora nulla di definito e la tassazione potrebbe restare al 5% per il terzo anno consecutivo: “Il provvedimento – ha dichiarato il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo – è ancora oggetto di revisione da parte degli uffici competenti. Stiamo lavorando per mettere a punto un decreto che sia compatibile con le esigenze dei contribuenti e al tempo stesso rispettoso degli equilibri di finanza pubblica”. 

I consigli del CFO: 3 elementi da fondamentali

Una tale dinamicità della normativa del lavoro e della relativa fiscalità rende quindi complesso il calcolo del budget del costo del lavoro, che è la vera variabile strategica in grado di determinare l’andamento aziendale. Calcolo che rischia di mettere a dura prova HR e Finance, i due dipartimenti coinvolti, anche perché spesso all’interno dell’organizzazione HR e Finance utilizzano linguaggi differenti, accedono a set di dati sconnessi tra loro – e comunque sempre di elevato grado di complessità – e adottano processi lenti e manuali. 

“CFO e direttore HR devono lavorare in stretta collaborazione per gestire efficacemente i costi del personale – afferma Gianfranco Raia, CFO ADP Southern Europe –, che sono una componente significativa dei costi aziendali. Vorrei suggerisce tre elementi principali che un Finance potrebbe consigliare a un direttore HR per essere allineati nelle previsioni di costo del personale.

Il primo è sicuramente la definizione del ‘giusto’ livello di dettaglio: il budget del costo del personale non può essere fatto semplicemente prevedendo un x% in più o in meno rispetto all’anno precedente, ma deve essere dettagliato per capire il peso e impatto dei vari driver. Il livello di dettaglio può aumentare esponenzialmente fino a essere un budget fatto sul singolo dipendente ma ci sono aree – dai salari che possono essere impattati da rinnovi dal CCNL o da accordi di secondo livello ai contributi previdenziali, dai benefit aziendali, (ticket restaurant, programmi di welfare, auto aziendali, etc..) ai programmi di formazione più o meno obbligatoria, – che in sede di budget devono essere prese in considerazione più o meno esaustivamente”.

Accanto al livello di dettaglio, anche l’analisi di quei KPIs con un risvolto evidente sulla strategia e performance aziendale è fondamentale per prevedere tendenze future e fare scelte corrette sulla gestione del personale: “Il secondo elemento da tenere in considerazione è l’analisi delle metriche del personale relative ai costi – prosegue Raia –: Il CFO può aiutare la direzione HR nell’individuare quei KPIs rilevanti in aree come produttività, chargeability, billability; turnover dei dipendenti; costi per assunzioni; tenure e seniority; skill e competenze; costi per straordinari”.

“Infine, c’è un terzo elemento di grande importanza: la collaborazione nella gestione dei rischi legati al personale, come il rischio legale derivante da cause lavorative, il rischio di non conformità con le normative sul lavoro, e il rischio finanziario associato a pensionamenti imprevisti o a modifiche nelle leggi sui benefici dei dipendenti. Una collaborazione stretta tra CFO – che può aiutare a identificare questi rischi e a pianificare il modo proattivo per mitigarli – ed HR può davvero assicurare che le politiche aziendali siano sia conformi sia efficaci dal punto di vista dei costi”.

Sinergia tra HR e Finance

Sicuramente gli elementi delineati da Gianfranco Raia – che vedono CFO ed HR lavorare in sinergia –concorrono alla definizione di un budget del costo del personale realistico, sfidante per garantire commitment, ma che sia anche flessibile per adattarsi a eventuali cambiamenti nel corso dell’anno. La sfida, quindi, è quella di adottare metriche e indicatori di performance comuni oltre a sistemi di gestione integrati per evitare la duplicazione delle attività, ritardi nella condivisione delle informazioni ed errori nella pianificazione strategica.

Tuttavia, la complessità dei dati da aggregare e la distribuzione di essi su diversi sistemi e risorse rende l’elaborazione di report e analisi di dettaglio relative al costo e al budget del personale un’attività dispendiosa e spesso non in linea con il livello di efficacia richiesto.

Certo, ci si può affidare a consulenti esterni, anche se si tratta di una scelta controproducente per lo sviluppo del know-how interno relativo a dati e processi inerenti il costo del lavoro; si potrebbero utilizzare software generici di contabilità, che però potrebbero risultare carenti di funzionalità avanzate per il monitoraggio delle metriche chiave legate al personale o non essere in grado di sincronizzarsi efficacemente con i sistemi HR e Payroll per l’aggiornamento delle informazioni salariali o i cambiamenti nella forza lavoro.

Oppure, si potrebbe decidere di avvalersi di un software ad hoc come ADP Infobudget, un modulo software utilizzato in modalità web e nato per affiancare le direzioni delle Risorse Umane e il Finance come una vera e propria torre di controllo dei costi del personale. Si tratta infatti di un sistema agile e potente, che consente alle aziende di monitorare efficacemente più della metà delle proprie spese e di simulare diversi scenari di business futuri, a medio e lungo termine; non solo.

ADP Infobudget è integrato al motore di paga da cui viene alimentato e semplifica le attività di budgeting e monitoring delle varie componenti di costo permettendo all’azienda di individuare in modo rapido e semplice eventuali scostamenti, comprendendone le motivazioni e introducendo tempestivamente le necessarie azioni correttive, il tutto anche a livello multi-country per le esigenze delle multinazionali.

 

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