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Perche’ il consulente del lavoro ha un rapporto stretto con lo psicologo del lavoro

Nella mia lunga esperienza da Consulente del lavoro, ho avuto modo, di dover utilizzare la professionalità dello psicologo del lavoro, al fine di migliorare l’ambiente di lavoro, all’interno delle aziende. Ma a volte, certe aziende non capiscono e quasi si offendono se il consulente del lavoro propone il coinvolgimento dello psicologo del lavoro. Approfitto, allora, di questo spazio, per meglio spiegare le motivazioni di questo apporto, certe volte necessario.

Monica Melani

Per esempio, nel tempo, è cresciuta la consapevolezza di come lo stress lavoro-correlato determini un impatto enorme sia sulla salute psicofisica degli individui che sull’efficacia ed efficienza produttiva. Dal momento che le persone che lavorano in azienda costituiscono la risorsa essenziale e imprescindibile per la qualità ed il successo dell’azienda stessa, diventa fondamentale che le organizzazioni si impegnino con forza per assicurare le migliori condizioni di lavoro possibili, prevenendo quindi le diverse forme dello stress lavorativo e i suoi differenti esiti. Pertanto, in questo caso, il coinvolgimento dello Psicologo del Lavoro potrebbe rappresentare un “valore aggiunto” per un’efficace realizzazione di tali attività, sia nella fase di valutazione preliminare, sia, soprattutto, nell’eventuale fase di approfondimento.

Il processo di valutazione di tutti i rischi psicosociali, ed in particolare quello inerente allo stress lavoro-correlato, si inserisce nell’ambito della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro con l’obiettivo di sensibilizzare il Datore di Lavoro, il Management Aziendale e il Servizio di Prevenzione e Protezione verso un più ampio orizzonte di pericoli per il benessere personale e organizzativo. Una valutazione del rischio stress lavoro-correlato, di conseguenza, dovrebbe rappresentare una grande opportunità di crescita e di sviluppo aziendale, opportunità finalizzata all’incremento del benessere organizzativo e quindi, in maniera correlata, al miglioramento delle performance aziendali. E’ opportuno in questo caso, che il Servizio di Prevenzione e Protezione, gestisca il processo di valutazione e i suoi esiti/effetti (azioni preventive e/o di miglioramento) in modo competente tramite l’ausilio di metodologie ad hoc e ancor di più coinvolgendo  figure professionali specificamente formate e addestrate all’utilizzo dei diversi strumenti di indagine, di carattere oggettivo e soggettivo.

Quindi: perché lo psicologo del lavoro? Perché lo psicologo del lavoro è un esterno all’organizzazione, e può aiutare i rappresentanti aziendali nell’impostare nel modo corretto il percorso di valutazione, a non interpretare rigidamente i dati raccolti e a dare supporto per eventuali interventi correttivi/migliorativi.

Come evidenziato poi dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, le competenze dello Psicologo del Lavoro dovrebbero risultare, in linea generale, coerenti e funzionali con gran parte dei compiti previsti dal D.Lgs. 81/08, sia per ciò che concerne l’individuazione e la valutazione dei rischi psicosociali legati allo stress, sia per le attività di prevenzione degli esiti di strain, quali ad esempio la formazione del personale, l’informazione e le comunicazioni riguardanti la salute e i rischi lavorativi e la consulenza alla gestione del sistema organizzativo.

In una azienda è importante il clima che si respira in relazione al tipo di gruppo di lavoro che si crea. Quindi, comprendere il clima organizzativo e strutturale dell’azienda è utile per interpretare e sviluppare profondi cambiamenti strutturali rispetto alle personalità degli individui facenti parte dell’azienda.

Sicuramente capire quali sono le caratteristiche di comunicazione e sviluppo del gruppo aiuta a individuare le strategie di funzionamento più idonee. Di conseguenza, è indispensabile valutare, con appositi strumenti, le dinamiche relazionali e le affinità elettive che si instaurano.

Come esempio pratico, a volte è capitato che all’interno di un ufficio del personale, io registrassi tensioni forti tra i singoli addetti. Le tensioni possono essere dovute, a conflitti di ambizione, a rivalità volte ad ottenere un ruolo diverso ed un differente inquadramento, ad antipatie personali, o ad atteggiamenti di mobbing orizzontale. In questi casi, è opportuno coinvolgere uno psicologo del lavoro, per capire se la situazione si può risolvere, o se sia necessario modificare l’assetto dell’ufficio. In particolare, nel caso di mobbing orizzontale, è indispensabile intervenire con tempestività.

I gruppi possono avere caratteristiche diverse che impattano differentemente sul benessere aziendale. Se si creano gruppi coesi e coinvolgenti si ottiene una buona unità interna derivante dalla presenza di mediazione, disponibilità, flessibilità, equità e riconoscimento, tutte caratteristiche che facilitano il  perseguimento di un obiettivo lavorativo.

Se invece si creano gruppi che presentano pressione, stress, poca chiarezza comunicativa si potrebbe manifestare uno stato di malessere, frutto di dinamiche di opposizione come l’insofferenza, il logoramento, il fastidio e l’equivoco, che potrebbero portare l’azienda al default.

In tal senso, lo scopo della psicologia del lavoro è migliorare l’interazione tra gruppi e risolvere dinamiche gruppali non funzionali al raggiungimento dello scopo e opposte alla mission dell’azienda.

La psicologia del lavoro in ambito aziendale si occupa di una vasta gamma di funzioni. Gli psicologi delle organizzazioni  o aziendali analizzano e migliorano il funzionamento dei gruppi di lavoro e delle relazioni tra gruppi,  intervengono sulla leadership per individuare l’efficacia dell’azione direttiva, contribuiscono all’ incremento della qualità delle relazioni sindacali e dei processi di negoziazione, esaminano ed intervengono sui fattori psicosociali che influenzano il funzionamento organizzativo, cooperano affinché i processi di cambiamento organizzativo abbiano un sostenibile impatto sulla vita delle persone, contribuiscono all’arricchimento dei sistemi di comunicazione interna ed esterna, etc.

Lo psicologo all’interno di una azienda valuta la situazione attuale e il potenziale dei soggetti lavorativi che la costituiscono. In questo modo esamina l’efficacia nella messa in atto di una serie di strategie future e interviene su eventuali errori che potrebbero causare, nel tempo, danni economici o relazionali.

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