Consulente del Lavoro: un ruolo in evoluzione
Nonostante una tradizione lunga più di 40 anni, questa figura professionale resta un mistero per molti imprenditori, che tendono a muoversi in maniera autonoma pur potendo trarre beneficio dalla loro attività consulenziale. Scopriamo meglio questa figura, così da decidere consapevolmente se rivolgerci a essa
Operiamo una ricognizione di tipo storico: la norma istitutiva dell’Ordine professionale dei Consulenti del Lavoro, la Legge 12 gennaio 1979, n. 12, è il risultato della progressione legislativa 1 innescata da una norma corporativa nata quarant’anni prima.
Già da allora fu avvertita la necessità di affidare la gestione amministrativa del personale a soggetti la cui competenza potesse mettere al riparo le imprese assistite da qualsivoglia errore generato dalla non conoscenza della normativa e degli adempimenti richiesti, benché inizialmente non si ritenne di dover prevedere una specifica figura professionale, reputando sufficiente la previsione di c.d. “tenutari” 3 dell’amministrazione del personale, e ritenendo che non fossero necessarie specifiche competenze distintive per l’assolvimento degli adempimenti normativi al tempo previsti.
Solo nel 1959 fu emanato il regolamento 4 di attuazione della L.1815/1939 nel quale, per la prima volta, fu menzionata la nuova figura del consulente del lavoro individuando in esso un soggetto ulteriore e specifico per l’amministrazione del personale.
Il riconoscimento della riserva di legge in favore dei Consulenti del lavoro e l’istituzione del relativo Ordine Professionale avvenne solo con la promulgazione della citata L.12/1979 la quale, unitamente ad altre normative a corollario nel tempo emanate, è ad oggi la norma di riferimento per gli adempimenti e la consulenza in ambito del lavoro.
Il consulente del lavoro oggi
Contestualizziamo ai tempi di adesso il ruolo del consulente del lavoro. È più che condivisibile la tesi di chi individua i professionisti della L.12/1979, quali essenziali attori nella costruzione di un nuovo modello di flexicurity che coniughi il dinamismo del mercato del lavoro e la sicurezza dell’occupazione.
Sotto questo aspetto, appare interessante esplorare le potenzialità di questa professione, oggi forse ancora inespresse, con l’obiettivo di fare luce sulle funzioni di rilievo che impattano nell’applicazione pratica della norma lavoristica.
Pertanto, questa figura supporta l’imprenditore, fornendo consigli circa le migliori soluzioni per regolare i rapporti fra l’impresa e i suoi impiegati.
L’Articolo 2 delle Norme, inoltre, fornisce un ulteriore chiarimento sulle competenze dei Consulenti del Lavoro:«I consulenti del lavoro svolgono per conto di qualsiasi datore di lavoro tutti gli adempimenti previsti da norme vigenti per l’amministrazione del personale dipendente».
Questo passaggio è importante per comprendere cosa fanno i consulenti del lavoro, perché lascia capire che essi sono professionisti costantemente aggiornati – sono tenuti alla formazione continua, come gli appartenenti a qualsiasi altro ordine professionale – sulle novità normative in materia. Ciò, ovviamente consente loro di offrire in anticipo soluzioni in grado di aiutare l’impresa a ridurre la spesa in materia di personale.
L’evoluzione del consulente del lavoro
Il ruolo del consulente del lavoro è profondamente mutato nel corso dei decenni e con una evidente accelerazione negli ultimi anni. Pur mantenendo un indissolubile legame con gli adempimenti e l’amministrazione del personale da cui esso ha preso origine, l’evoluzione del diritto del lavoro e il diverso approccio alla gestione delle risorse umane impongono la prosecuzione di una trasformazione radicale della professione.
Nelle eterogenee capacità del consulente del lavoro appare ineluttabile la progressiva e costante inclusione di funzioni ulteriori, connaturate quali la consulenza giuslavoristica o non ancora sufficientemente esplorate quali le politiche attive e la consulenza previdenziale, che integrino il complesso delle competenze storiche con ulteriori abilità al servizio di cittadini, imprese e società. Dinanzi alle sfide che il futuro ancora riserva, è auspicabile che si guardi verso questo Professionista con occhi nuovi, con la consapevolezza di quanto una dovuta valorizzazione e riconoscimento del suo ruolo rappresenti un sicuro passo in avanti nella gestione consapevole e matura delle risorse umane, anche nella direzione della realizzazione di una piena sostenibilità del diritto del lavoro.
La trasformazione digitale
Come si sta evolvendo la professione del consulente del Lavoro alla luce della grande trasformazione digitale? Quali sono le competenze oggi indispensabili per cogliere e affrontare le nuove sfide di questa professione?
Alle competenze tradizionalmente riconosciute come la gestione del personale, la definizione della contrattualistica nei rapporti di lavoro, l’elaborazione di buste paga e dichiarazioni contributive, oggi si affacciano nuove sfide determinate dalla diffusione del lavoro ibrido e dall’attenzione crescente verso temi come il welfare aziendale ed il benessere dei lavoratori.
Il digitale ha determinato la nascita di nuove normative contrattuali, frutto di formule di lavoro sempre più flessibili su cui i Consulenti del Lavoro sono chiamati a rispondere.
Si assiste, inoltre, ad una richiesta crescente di servizi professionali legati ai nuovi modelli di gestione dei lavoratori sempre più fluidi ed attenti alle politiche attive sul lavoro, al tema della sicurezza e dell’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata.