Comprarsi tempo libero, l’innovazione negli integrativi aziendali
Crescono i casi di contratti che danno la possibilità ai dipendenti di convertire in permessi parte dei premi o di poter accedere a giorni liberi aggiuntivi. La risorsa scarsa della nostra società è il tempo e in alcune aziende si può donare ai colleghi che ne hanno bisogno
La vera risorsa scarsa per tutti è il tempo e siamo sempre meno disponibili a barattarlo con qualcos’altro. O meglio: preferiamo il tempo a un premio in denaro o ad altri tipi di benefit. La contrattazione integrativa è ancora più efficace quando è calata nella realtà: nella società di oggi abbiamo bisogno di tempo, per noi o da dedicare ai figli piccoli o a familiari non autosufficienti. La dialettica impresa-sindacato coglie sempre più questa esigenza ed ecco che spuntano integrativi aziendali con premi in tempo, best practice destinate a fare scuola.
Un caso eccellente è quello della Lamborghini, la casa dei bolidi su quattro ruote di Sant’Agata Bolognese, gruppo Volkswagen, una lunga tradizione di contrattazione integrativa d’eccellenza: nell’ultimo integrativo è stato stabilito che i dipendenti potranno scegliere tra “più soldi” e “più ferie”: in pratica potranno accedere a cinque giorni di permessi speciali. Tra le altre misure previste, l’incremento del premio di risultato, che passa da 2.700 euro del 2017 ai 3.000 euro del 2018, e un piano straordinario di formazione – retribuita e in orario di lavoro – per tutti i dipendenti sui contenuti della Costituzione della Repubblica Italiana.
Una scelta simile è stata fatta alla Coop Ceramica di Imola: più tempo a disposizione in termini di riduzione degli orari di lavoro (ma la riduzione dello stipendio non sarà proporzionale, perché la cooperativa integrerà con fondi propri), a fronte del mantenimento dei livelli occupazionali.
Nel gruppo Unicredit, quest’anno, è stato firmato un accordo di revisione complessiva delle misure di work-life balance. Uno degli elementi cardine dell’intesa è la possibilità di convertire il premio di risultato in tempo, cioè permessi aggiuntivi. In via sperimentale, per l’esercizio 2018 in erogazione nel 2019, i dipendenti con un reddito sino a 80 mila euro, che scelgano di destinare a welfare il premio produttività, potranno convertire detto premio in tempo sino a un massimo di 5 giorni di “permesso welfare day”. Le parti sociali, inoltre, hanno istituito la “Banca del Tempo Solidale”, finalizzata alla costituzione di un monte-ore annuale di permessi retribuiti di natura solidale (donati dal personale), da mettere a disposizione di dipendenti che abbiano necessità di far fronte a gravi situazioni personali e/o familiari.
Attualmente la tendenza è contenuta all’interno della contrattazione aziendale, ma nei prossimi rinnovi di importanti contratti nazionali potrebbe essere sancita la possibilità di “comprarsi” il tempo libero. Il denaro, nelle imprese caratterizzata da buona produttività, buoni stipendi e buone relazioni industriali, ha una importanza sempre più relativa. Sono diverse le realtà che stanno sperimentando l’erogazione dei premi esclusivamente in servizi e senza erogazioni di natura finanziaria (un nostro approfondimento sul caso Lundbeck).